|
"Sportello carcerario" per i detenuti immigrati
La Stampa, 21 marzo 2002
E’ imminente l’apertura di questa "finestra" quindicinale, all’interno del penitenziario, gestita dalla Cooperativa sociale "La Sorgente" per un periodo sperimentale di quattro mesi. Sono sette gli obiettivi che hanno determinato la realizzazione di un importante capitolo della vita carceraria degli immigrati chiusi nella struttura di Brissogne - Aosta. La conoscenza innanzitutto del contesto carcerario, l’analisi dei bisogni dei detenuti extracomunitari, l’individuazione delle eventuali difficoltà di comunicazione all’interno dell’organizzazione carceraria dovute a fattori linguistici e culturali, l’ipotesi sperimentale per 4 mesi, l’acquisizione di elementi da monitorare e valutare, l’individuazione dei fabbisogni formativi degli operatori e la formulazione di un progetto più complesso conseguente ai risultati della sperimentazione. "I continui colloqui con il Centro comunale immigrati - dice Mariagrazia Giampiccolo, direttrice del carcere e promotrice con il Centro dell’iniziativa - hanno evidenziato l’urgenza di promuovere un appoggio ai detenuti immigrati in considerazione del loro numero molto elevato. Le difficoltà di comunicazione richiedono la presenza di un mediatore interculturale per supportare il personale carcerario nel loro contatto giornaliero con queste persone". Ogni giovedì, con cadenza quindicinale, dalle 9 alle 11, previa richiesta alla direzione del carcere, i detenuti stranieri possono incontrare gli operatori del Centro immigrati ed esternare esigenze, problemi, aspettative. I 120 extracomunitari nel carcere di Brissogne (il numero supera la metà del totale dei detenuti, ndr), incriminati in prevalenza per spaccio di stupefacenti, possono informarsi sulle normative vigenti in materia di immigrazione considerato che molti non hanno permessi si soggiorno regolari. "Prima di avviare l’elaborazione di questo "progetto solidarietà" - dice Gianni Rigo, assessore comunale alle Politiche Sociali - abbiamo aperto un confronto con l’assessorato regionale alla Sanità per concordare le varie competenze. L’assenso dell’assessore Roberto Vicquéry ha facilitato l’elaborazione delle fasi di cui si compone il sostegno verso chi vive la detenzione in una realtà geografica straniera". "Un’esplorazione delle loro necessità - spiega Riccardo Jacquemod, presidente de "La Sorgente" - è utile per tentare un concreto reinserimento nei loro Paesi d’origine".
|