Situazione sanitaria. C.C.N.C. di Roma

 

La situazione sanitaria nella C.C.N.C. di Roma

 

Redattore sociale, 21 gennaio 2004

 

La situazione sanitaria nella Casa Circondariale Nuovo Complesso di Roma.

 

Sono 60 i detenuti con Hiv a Rebibbia Nuovo Complesso, che conta circa 1.500 presenze; oltre all’Aids, tra le altre cause di disabilità figurano il diabete, le malattie circolatorie e neurologiche (paresi), l’epatite C. I dati sono stati riferiti dai responsabili del penitenziario, dove stamani si è svolta una conferenza stampa per presentare il nuovo corso di formazione promosso dal Comune di Roma e rivolto ai detenuti che assisteranno i loro compagni di cella disabili.
Se si considerano le persone presenti anche a Rebibbia Femminile e Rebibbia Penale con un handicap fisico, oltre a quelle a Rebibbia Nuovo Complesso, i disabili sono 25; a questi vanno aggiunte 80 persone con epatite C, che provoca degli impedimenti fisici.

Attualmente – ha spiegato Stefania Perri, responsabile del reparto Infermiera di Rebibbia N.C. – sono ricoverate nell’infermeria "11 persone con Hiv, ma i posti in totale sono 16; 4 detenuti usufruiscono dell’assistenza fornita dal Comune di Roma". Presto la struttura sarà ampliata a 28 posti; garantiscono l’assistenza ai detenuti malati di Aids anche un infettivologo e uno psichiatra, mentre i casi in fase acuta vengono ricoverati presso l’ospedale Spallanzani.

Costruita nel 1972, la Casa circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso ospita – su 1.500 detenuti – oltre un migliaio di condannati; gli altri sono in attesa del primo, secondo o terzo giudizio, secondo quanto rileva Carmelo Cantone, direttore dell’istituto penitenziario. Nel carcere "la detenzione è di media o lunga durata – ha precisato – e abbiamo una diversa tipologia di detenuti: locali, di media e alta sicurezza, collaboratori di giustizia, sottoposti al regime 41 bis di massima sicurezza".

Per quanto riguarda i detenuti disabili, si trovano in cella perché "non hanno la possibilità di usufruire delle misure alternative né dello sconto di pena a motivo della loro situazione processuale o del motivo della condanna", ha spiegato Cantone, sottolineando l’importanza di professionalizzare i detenuti tramite il lavoro. Dopo l’impiego nell’ambito della cucina e dell’informatica, quello dell’assistenza ai portatori di handicap si presenta come un campo inedito di formazione che rappresenta "un’esperienza pilota e un modello di attività nuova a livello nazionale".
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Stefano Anastasia, responsabile dell’Ufficio del Garante per i diritti dei detenuti, che ha ricordato come i disabili siano "un settore della popolazione detenuta che vive una situazione di maggiore sofferenza".

 

 

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