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Il caso del detenuto recluso al Pagliarelli: il Gip dispone cure immediate, ma Tano sta marcendo in cella
La Sicilia, 4 ottobre 2003
Versa ancora in precarie condizioni fisiche e continua a essere trascurato dall’amministrazione penitenziaria italiana, nonostante il nostro giornale si sia occupato di lui il 1° settembre scorso e il vicepresidente dell’Ars Salvo Fleres abbia sollecitato la direzione del carcere palermitano Pagliarelli a porre rimedio alla sgradevole situazione. Purtroppo Celestino Gaetano Mollica (Tano per il amici), 47 anni, padre di tre bambini, non ce la fa più. È affetto, non solo da forti disturbi psichici (che già da anni lo hanno reso inabile al lavoro), ma anche da cervico-dorsalgia da spondilartrosi con discopatie multiple (quattro ernie del disco cervicali); prostatite; ipoacusia bilaterale; stato depressivo "maggiore" con disturbi comportamentali e di recente gli hanno persino riscontrato calcoli renali. Ciò gli procura ipotrofie agli arti, ipertrofia alla prostata, difficoltà nel muoversi e nel camminare, dolori lancinanti. Abbandonato al suo destino, prima o poi finirà, quanto meno, su una sedia a rotelle; sempre che non si uccida in cella, come ha già tentato di fare quattro volte e in modo serio. I periti dicono che l’uomo deve essere curato in modo adeguato e sottoposto a esami diagnostici e terapie farmacologiche e di riabilitazione fisica. Il 10 settembre è stata depositata un’ennesima perizia medico legale disposta dal gip Rosalba Recupido e poche ore dopo lo stesso magistrato ha emesso un’ordinanza con cui disponeva che "a cura del competente ministero della Giustizia - Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria, venissero immediatamente attivati tutti i prescritti adempimenti volti a ricoverare Mollica in un’idonea struttura carceraria (n.d.r. - individuata dai periti medico-legali all’interno del carcere di Pisa)". Il dispositivo del Gip è stato quindi girato all’ufficio matricola del Pagliarelli di Palermo e al Dap di Roma. Ora, se la lingua italiana non è un’opinione, la richiesta del giudice è intesa a prendere "immediati" provvedimenti per il trasferimento di Mollica; e "immediatamente" significa subito, adesso. E non tra chissà quanti mesi. Intanto il detenuto marcisce in cella. L’onorevole Fleres, appresa la notizia degli incomprensibili ritardi, ha così dichiarato: "Questo caso merita particolare attenzione. Farò di tutto per sbloccare la situazione".
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