Lettera del S.A.I.

 

Lettera del Sindacato Autonomo Infermieri Penitenziari

 

Bologna, lì 14 settembre 2005

 

Al Sig. Presidente Del Consiglio

Al Sig. Ministro Della Giustizia

Ai Capi Gruppo Parlamentari

Al Capo Dipartimento Della Amministrazione Penitenziaria

Ai Direttori Generali Ufficio 1°- 4°- 3° del Dap

Al Dirigente Area Sanitaria Ufficio 4°

Agli Infermieri Degli Istituti Penitenziari

Autonomie Locali

Antigone

Ristretti Orizzonti

Agli organi di stampa

Forum per la salute dei detenuti

 

Troppo spesso si legge e si sente delle disfunzioni esistenti nelle carceri italiane: sovraffollamento, promiscuità, suicidi, atti di autolesionismo, aggressioni, carenza di personale, bambini in carcere, amnistia,indulto e di identificare il nostro sistema carcerario a quelli del terzo mondo o dove vi è un regime di feroce dittatura.

Troppo spesso, noi infermieri continuiamo a scrivere e descrivere, dall’interno, delle carenze di carattere sanitario e dell’assurdo trattamento riservato allo stesso personale sanitario in servizio presso gli istituti penitenziari italiani.

Ma mentre nel primo caso si aprono comunque dibattiti con una certa risonanza pubblica, nel secondo caso si riceve solo la sensazione di menefreghismo assoluto, menefreghismo che ha raggiunto il suo apice durante le risposte evasive date alle interrogazioni presentate da alcuni parlamentari della sinistra più sensibili alle problematiche dei detenuti e nostre.

Chiunque, interrogato a proposito, è disposto ad ammettere l’esistenza di un nesso fra la carenza di assistenza ed aumento di atti autolesionistici negli istituti, così come ammetterebbe senza problema che di fronte al sovraffollamento ed alla promiscuità, dovrebbero essere aumentate le risposte assistenziali per evitare il formarsi di bombe epidemiologiche incontrollabili.

Invece con incredibile noncuranza e continuando a sperperare fondi al solo scopo di accontentare qualche barone della sanità costruendo strutture sanitarie custodite all’esterno degli istituti penitenziari che avranno pure una loro funzionalità positiva per i detenuti, ma dopo, molto dopo che l’individuo entra in carcere; tutti infetti dimenticano che chiunque; storpio, cieco, malato terminale, paraplegico, con l’Epatite acuta, con Tbc e quant’altro, se colpito da mandato custodiale, entra prima in carcere e solo dopo, su richiesta della difesa o del sanitario dell’istituto, se difficilmente gestibili viene inviato altrove, entra cioè nella struttura che sempre più viene falcidiata dai tagli sconsiderati e da norme scellerate che rendono sempre più impossibile l’opera assistenziale.

A tale considerazione aggiungiamo la continua diminuzione delle ore di assistenza infermieristica che costringe la nostra categoria, unica ad avere il polso della reale situazione sanitaria di un istituto essendo anche l’unica a vedere e parlare con tutti i detenuti ogni giorno e più volte al giorno,a fornire prestazioni sempre più approssimative mentre avremmo bisogno di lavorare nella massima tranquillità. Tranquillità che invece ci viene costantemente minata dall’autorità centrale che fa sparire un intero anno di arretrati contrattuale (On. Berlusconi, se il suo governo mettesse in atto con tutti i dipendenti pubblici ciò che stanno facendo con noi e cioè annullare un anno di validità contrattuale pensi a quanti punti ridurrebbe il debito pubblico).

Dall’autorità periferica che ci ruba la certezza nel futuro operando continue diminuzioni di monte ore infermieristici per tamponare falle che sembrano create apposta da dirigenti che hanno sempre il loro stipendio garantito, anzi ora li aumentiamo di 50 unità. Dalle autorità sanitarie dell’istituto e dei medici di guardia che spesso pretenderebbero che l’infermiere assolvesse a compiti di camerierato. E da molto altro.

Per i motivi su esposti, per la richiesta della nostra dignità umana e professionale, per l’aumento promesso con relativi arretrati che vedano corrisposti anche l’anno 2004, per l’immediato passaggio della medicina penitenziaria alle regioni, contro l’intollerabile decurtazione dei nostri monte orari ed il recupero di quanto ingiustamente toltoci il nostro sindacato nei giorni dal 5/10 al 7/10 stazionerà giorno e notte davanti alla sede del Dap in Largo Luigi Daga a Roma in un specifico

sit-in di protesta con relativo sciopero della fame e della sete dei dirigenti nazionali invitando tutti coloro che possono a manifestare con noi e con tutti coloro che non possono aderire alla protesta ad inviare messaggi di adesione con sms ai numeri 3484732394 o 3395936403 o con messaggi in e-mail saisind@libero.it invitando nel contempo le autorità politiche o politico-dirigenziali dell’Amministrazione Penitenziaria ad operarsi fattivamente al fine di rimuovere l’assurdo giuridico che, secondo loro, permette di annullare un anno di contratto, di studiare modalità che diano certezza nel futuro anche al personale infermieristico a parcella e non solo al personale precario della scuola, della Presidenza del consiglio o della RAI come negli ultimi casi e di contribuire anch’essi alla rimozione di tutti quegli ostacoli che impediscono la nascita, di vere figure dirigenziali infermieristiche che di fatto sarebbero in grado di rendere più agevole il soddisfacimento della richiesta di assistenza da parte del detenuto.

 

Per il Sai, il Segretario Nazionale Marco Poggi

Sai - Sindacato Autonomo Infermieri

Via A. Da Faenza 14 - 40129 - Bologna

Telefono e fax 051.367116 e-mail saisind@libero.it

Web: http://saisind.interfree.it

 

 

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