Suggerimenti
degli intervistati per migliorare la qualità
dell’assistenza
sanitaria nelle carceri
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Seguire
l’esempio dei regolamenti penitenziari spagnoli e tedeschi, dove le diete
sono diverse a seconda del problema di salute di cui si soffre e il personale
sanitario specialistico è presente in sezione senza bisogno di istanze,
pareri, concessioni, etc. |
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Più
professionalità da parte dei medici, che ci trattano come bestie, e
tempestività nell’assistenza medica… non intervenire quando si è
arrivati al punto di non ritorno. |
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Serve
un’autoambulanza del carcere, per non rischiare di morire prima che arrivi
quella chiamata dall’ospedale. |
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Non
siamo tutti simulatori! |
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Manca
l’assistenza d’emergenza, soprattutto la notte, per le difficoltà di
apertura dei blindati (di notte non ci sono le chiavi). |
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Poter
acquistare (a proprie spese) qualsiasi farmaco che sia necessario, senza
dover fare la trafila della richiesta di autorizzazione al direttore. Avere
visite mediche specialistiche (a pagamento) da medici esterni di fiducia in
tempi ragionevoli, 20 giorni ad esempio… |
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Snellire
la burocrazia per i ricoveri urgenti. |
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Al
reparto infermeria i medici sono assenti per interi turni di servizio.
Servirebbe qualche ispezione "a sorpresa" da parte dei
responsabili dell’ASL. I medici del carcere si dimenticano d’essere
medici, quando hanno a che fare con i detenuti. Vergogna! Bisogna cambiare
tutto il personale sanitario e sostituirlo con personale adeguato, ma senza
i soliti clientelismi… |
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Servono
analisi rapide e corrette, per prevenire le malattie. Molti detenuti si
ammalano seriamente perché non hanno potuto curarsi in tempo. |
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Il
responsabile sanitario e il giudice di sorveglianza devono sveltire le
pratiche per le analisi ospedaliere ed i ricoveri. |
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Bisogna
cambiare i medici, perché questi non hanno alcuna sensibilità verso il
prossimo, soprattutto se questo "prossimo" è detenuto. |
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I
sanitari prescrivono antibiotici e altre pastiglie senza nemmeno visitare i
"pazienti" (e, se lo fanno, lo fanno controvoglia). Fanno i medici
in carcere solo per lo stipendio. |
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L’infermeria
di un carcere dovrebbe avere i medicinali e le attrezzature idonee a far
fronte a tutte le patologie, anche per effettuare TAC e schermografie. Per
una visita all’ospedale sono stato chiamato alle ore 7, e ho aspettato nel
"blindato" fino alle 12. Il trattamento a cui mi ha sottoposto la
scorta è stato vergognoso. |
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È
importante ricevere assistenza seria e professionale. Non devono esserci
differenze etniche o economiche. Dovrebbero essere i medici a chiamare
periodicamente i detenuti e non che sia il detenuto a chiamarli, quando si
sente male: quanti malati in meno ci sarebbero. |
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La
presenza di persone "veramente" competenti potrebbe migliorare
sensibilmente l’assistenza sanitaria. Ho potuto verificare, in una ventina
di carceri italiane, che la situazione sanitaria è dappertutto molto molto
precaria. Spesso i detenuti sono morti per ritardi nel soccorso o per una
burocrazia portata all’eccesso. |
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Servono
medici più disponibili, che non ti trattino come un pezzente; serve anche
un briciolo di coscienza per il dentista. |
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È
importante che i sanitari abbiano più professionalità e non si comportino
da veterinari. Siamo sempre umani, ma di serie Z. Permettere di acquistare
aspirine, vitamine e prodotti simili, con un risparmio per chi non ne ha la
possibilità. |
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Servono
visite mediche più frequenti e più complete, così si potrebbe prevenire
qualsiasi malattia. Di solito, ora come ora, descrivi al medico il sintomo e
lui ti prescrive una cura, senza nemmeno visitarti. |
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C’è
ignoranza sulle norme igieniche fondamentali. La struttura carceraria è
inadatta per una corretta igiene dell’ambiente. La mancanza di frigoriferi
non permette la conservazione dei prodotti alimentari, che si trasformano in
bombe batteriologiche. Nessuno dei prodotti surgelati arriva a noi senza
aver più volte interrotto la catena del freddo. |
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Per
prevenire la depressione e gli esaurimenti psicofisici dovrebbero dare la
possibilità di prendere dei ricostituenti o dei complessi vitaminici, anche
blandi. |
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I
sanitari dovrebbero sensibilizzare di più i detenuti, affinché facciano
meno uso di psicofarmaci e medicinali in genere. Serve anche un maggiore
dialogo sui problemi sanitari, più disponibilità da parte dei medici all’ascolto
dei problemi di salute di ciascuno. |
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Bisognerebbe
far capire ai medici che le visite sono "corporali", non
"verbali", che non si viene in carcere solo per prendere lo
stipendio, che non tutti i detenuti sono simulatori e, poi, farli rispondere
delle loro colpe quando fanno morire un detenuto. |
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Il
medico penitenziario dovrebbe essere una figura autonoma, autorizzato a
decidere al di sopra delle parti (direttore, custodia etc.) e dare maggiori
possibilità di accedere in una struttura ospedaliera per quei primari esami
che richiedono questi interventi. Perché, quando un medico ti visita, l’agente
del piano deve essere presente? Perché il medico stesso non si comporta
come un medico di fuori, reclamando il diritto al segreto professionale tra
medico e paziente? |
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Accorciare
i tempi d’attesa per essere curati, specialmente per quanto riguarda il
dentista. |
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Curare
le persone nel momento del bisogno, per evitare che un piccolo problema
divenga di proporzioni disastrose. Diminuire i tempi di attesa per il
dentista, così da evitare che una carie da curare divenga un’estrazione. |
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Serve
maggiore dialogo tra il medico e il paziente, non escogitare subito una
soluzione per togliersi il malato di torno somministrandogli dei farmaci che
dovrebbero curare un malessere che forse nemmeno esiste… |
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Serve
una maggiore assistenza agli alcolisti, soprattutto nel periodo in cui sono
sottoposti all’uso di psicofarmaci. |
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Evitare
la somministrazione di psicofarmaci per sedare le frustrazioni. Purtroppo ci
sono, anche a Padova, le note stonate ma di medici buoni ce ne sono. È
scarsa l’igiene e scarso l’interessamento delle autorità ai problemi
sanitari. |
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Più
contatti con gli psichiatri e con il personale del Ser.T., che qui a Padova
praticamente non esiste, o quasi. |
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Avere
la possibilità di farsi curare da un proprio medico, con il quale magari in
libertà già si era instaurato un rapporto. In carcere l’assistenza
sanitaria non funziona, se non per le sole patologie a livello terminale e
senza poi offrire cure adeguate, per mancanza di farmaci adeguati. |
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Non
si può trasformare un carcere in ospedale, le sezioni in corsie,
soprattutto con l’attuale sovraffollamento. Non so che consigli dare, ma
occorrerebbe una struttura idonea per il ricovero del detenuto - paziente. |
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Il
problema sta nei tempi lunghi di attesa, spesso le visite ospedaliere non
possono effettuarsi per mancanza del personale penitenziario adibito alle
scorte. |
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Più
controlli sull’igiene, più pulizia nelle sezioni, nella cucina e negli
altri locali. Servono controlli da parte dell’ASL, con ammende a chi
dovrebbe garantire la pulizia degli ambienti e non lo fa. Migliorare anche
la qualità e l’igiene sul cibo. |
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Informazione
sanitaria più accurata, anche per convincere la popolazione carceraria a
non usare psicofarmaci: il malessere, in questo contesto, è più
psicologico che fisico. |
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Curare
e non "fare finta" di curare. Smetterla di curare tutti con la
solita pastiglia. Credere al detenuto quando dice di stare male, e seguirlo
di più. |
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Quando
il detenuto sta male, deve essere soccorso e seguito subito, non dopo molto
tempo: qui per una visita specialistica passano mesi… |
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Bisognerebbe
che gli organi di controllo sanitario esterni (N.A.S., A.S.L., etc.),
entrassero in carcere per un controllo… il resto verrebbe da solo. |
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Bisogna
separare i detenuti tossicodipendenti e malati dagli altri, metterli in
sezioni diverse, cioè ogni sezione dovrebbe avere una sua categoria di
detenuti. |
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Bisogna
fare più prevenzione, anche con campagne di informazione ed educazione
sanitaria. |
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Medici
di guardia più competenti e pronti ad interventi nelle sezioni. Personale
che mantenga un’igiene adeguata nei locali dell’infermeria. Infermieri
più preparati ai loro compiti. |
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Basterebbe
un po’ di buonsenso, una scelta più oculata del personale medico, e
infine distinguere il vero malato da quello immaginario. L’assistenza
sanitaria è fatta di persone, che una ad una sono pagate quindi, se la
direzione volesse, potrebbe funzionare molto bene. |
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Siamo
circa 700 detenuti e dipendiamo tutti da un unico dentista, operante per un
solo giorno la settimana, credo sia un po’ poco! Magari, se fossimo tutti
ragazzi di vent’anni… ma purtroppo gli anni passano e l’usura di
questo vecchio scafandro richiede una manutenzione più accurata. |
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Più
personale qualificato e senza pregiudizi nei confronti dei detenuti. Meno
superficialità e soprattutto più efficienza nei soccorsi, perché ho visto
ragazzi morire in cella per la lentezza e la poca organizzazione da parte
dei sanitari in casi urgenti. |
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Alcuni
medici sono anche buoni professionisti ma spesso, anche a causa della
difficile personalità dei detenuti, sono poco comprensivi, sono meno
tolleranti delle guardie stesse. |
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Diminuire
i tempi d’attesa per le visite specialistiche ed i ricoveri ospedalieri. I
detenuti, spesso, rifiutano i ricoveri nei centri clinici penitenziari a
causa del trattamento che in quei posti viene riservato a chi ha la sventura
di capitarci. |
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In
carcere la salute non è tutelata prima di tutto perché l’igiene non
esiste. Non esistono norme igieniche scritte che spieghino i problemi
sanitari determinati dalla promiscuità. |
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Questa
del questionario è una buona iniziativa, dovrebbe essere riproposta due
volte l’anno e non rimanere una iniziativa isolata. |
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