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Progetto di ricerca-intervento. Responsabile scientifico: Susanna Ronconi
"Nuovi bisogni informativi e nuove modalità di comunicazione sul tema dell'HIV nella popolazione detenuta italiana attraverso l'attivazione della rete dei giornali del carcere nella lotta all'AIDS" (Istituto Superiore di sanità, Accordo di collaborazione scientifica 60b / 1.21)
I metodi di lavoro
Nel corso del progetto abbiamo lavorato secondo:
Nel campo della prevenzione del contagio da HIV, la peer education e il peer support hanno internazionalmente dimostrato risultati importanti. Nel progetto, queste metodologie hanno diverse applicazioni. Indicativamente:
Le attività svolte e le fasi del progetto
Attivazione della partnership Gruppo Abele – Coordinamento nazionale dei giornali del carcere (C.G.C.)
In questa prima fase, attraverso contatti mirati con la segreteria del CGC, è stato costruito il gruppo di lavoro dei referenti di area, che avrebbero seguito tutto l’iter del progetto, impegnandosi ad attivare le redazioni delle loro zone (Nord est, Nord ovest, Centro e Sud). I referenti sono quattro e lavorano come facilitatori in altrettante testate del carcere. Il gruppo ha ridefinito e condiviso obiettivi, metodi e esiti attesi del progetto e delineato in prima battuta la diffusione del progetto e della proposta di partecipazione alle testate attraverso riunioni dei coordinamenti locali.
Contatto con le redazioni sul territorio nazionale
il progetto è stato presentato direttamente ai rappresentanti delle testate durante il convegno del Coordinamento nazionale tenutosi a Firenze nel novembre 2001. In quella sede è stata distribuita una sintesi del progetto e una scheda per l’adesione e la disponibilità alla partecipazione, che prevedeva diverse modalità: partecipazione a tutto il percorso, solo alla ricerca, solo alla diffusione di materiali. Da questo momento decorre un lungo periodo di attesa dell’autorizzazione da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (DAP), che pure aveva dato il benestare nella fase di progettazione, ma che, anche a causa del cambiamento di ruolo del funzionario allora interpellato, ha avuto bisogno di alcuni mesi per giungere ad una decisione positiva.
Elaborazione partecipata del questionario (primo meeting organizzativo)
Il questionario è stato abbozzato in alcune riunioni del gruppo di lavoro con i referenti del Centro studi del GA e con la responsabile scientifica. Questa prima bozza è stata discussa al primo meeting allargato del progetto (settembre 2002) con rappresentati delle redazioni (sia detenuti in permesso che volontari), operatori penitenziari (un direttore di carcere, un agente, educatori, infermieri, volontari), operatori di Ser.T. attivi all’interno delle carceri.
Costruzione della rete dei ricercatori locali e avvio della ricerca
Dopo una prima verifica al meeting organizzativo, durante la quale hanno aderito le testate presenti, i referenti di zona si sono attivati per ulteriori reclutamenti, incontrando le redazioni all’interno degli istituti. Al termine di questa fase si sono detti disponibili a svolgere la ricerca i gruppi redazionali delle carceri di Avellino, Bollate (MI), Busto Arsizio (MI), Eboli (AV), Milano - San Vittore, Milano - Opera, Lecce, Massa, Napoli O.P.G., Padova, Prato, Roma - Rebibbia (penale), Rovereto (TN), San Gimignano, Torino – Vallette, Udine, Venezia, Vicenza. In ogni istituto è stata decisa autonomamente la somministrazione del questionario, curata dalle persone detenute delegate dalla redazione e, in alcune situazioni, facilitate da volontari o operatori interni. La somministrazione è stata quindi vincolata ad alcune caratteristiche dettate non dal gruppo di ricerca - che ha negoziato solo a livello centrale con il D.A.P. per l’autorizzazione generale alla ricerca - ma dalla negoziazione locale tra redazioni e direzioni: questo ha disegnato una mappa tanto variegata quanto sono variegate le politiche e l’organizzazione interna dei diversi istituti. In ogni carcere, pertanto, sono state privilegiate alcune sezioni, per la gran parte – come testimoniano i dati relativi alla posizione giuridica degli intervistati – quelle penali, dove per lo più vengono redatti i giornali e dove c’è maggior agibilità e mobilità interna da parte dei detenuti. Fanno eccezione alcune carceri minori e la sezione giudiziaria di San Vittore a Milano. Omogenee invece le modalità di somministrazione decise dal gruppo di ricerca (vedi paragrafo sulla costruzione del campione). Inoltre, al termine della compilazione il facilitatore consegnava un volantino che informa sulle risposte corrette alla sezione del questionario che pone domande sui rischi HIV - correlati, al fine di non suscitare dubbi che non fossero poi chiariti tempestivamente. Impegno esplicito, infine, a restituire i risultati agli intervistati attraverso la pubblicazione di una sintesi del rapporto di ricerca sui giornali e la possibilità di discuterne con le redazioni.
Elaborazione di un campione di questionari, restituzione al gruppo di lavoro e prima progettazione materiali informativi (secondo meeting)
Nel gennaio del 2003, in un secondo meeting cui partecipa una parte delle redazioni coinvolte, si valuta l’andamento della somministrazione, le reazioni degli intervistati, i problemi emersi. In alcuni casi è stato necessario l’intervento ripetuto dei responsabili del GA presso singole Direzioni o Ispettorati distrettuali che non concedevano l’autorizzazione. Fatta salva la situazione dell’Emilia Romagna, negli altri istituti i problemi sono stati risolti. Durante questo secondo incontro, sono stati presi in esame i primi risultati emersi dalla elaborazione dei questionari e su questa base si è avviata la fase di prima progettazione partecipata dei contenuti dei testi informativi, del linguaggio da utilizzare, del tipo di grafica.
Elaborazione dei risultati e elaborazione partecipata del rapporto di ricerca
A elaborazione compiuta, una prima bozza del rapporto viene inviata ai referenti esterni delle redazioni che la discutono con i gruppi redazionali interni e mandano ai ricercatori i loro riscontri e le loro osservazioni.
Elaborazione dei materiali informativi
Contestualmente con lo stesso procedimento di consultazione, procede l’elaborazione dei testi, che pendono forma di pagine da insertare all’interno dei giornali del carcere, che provvederanno alla diffusione nei propri contesti. L’inserto consta di otto pagine, e i messaggi sono incentrati tanto su quanto il gruppo di lavoro ha rilevato dalla lettura dei risultai della ricerca quanto da ciò che espressamente è emerso dalle richieste dei detenuti nella sezione del questionario dedicata ai "bisogni informativi". Insieme alle pagine informative, i giornali si impegnano a pubblicare una sintesi della ricerca, che restituisca agli intervistati il senso ella loro disponibilità, e spieghi in maniera chiara i risultati e le domande che sollevano, fornendo anche la cornice alla presentazione dei materiali informativi. I giornali usciranno con le pagine informative secondo i propri tempi redazionali, ma comunque entro l’anno 2003.
Sviluppi "fuori programma": attivazione autonoma della rete
Nel corso del lavoro in comune con detenuti e operatori delle testate, è emersa la volontà e l’importanza di continuare questa esperienza soprattutto attraverso una gestione delle pagine informative che vada al di là della semplice distribuzione del giornale delle sezioni e nelle celle. Anche se questo aspetto esula dagli impegni previsti dal presente progetto, tutti i partecipanti al gruppo di lavoro hanno rinnovato la loro disponibilità a facilitare dinamiche di relazioni tra pari, nel solco della peer education, che vedano i gruppi redazionali - e quanti si sono attivati in questo progetto, apprendendo una modalità di lavoro collettivo e acquisendo nuove informazioni sul tema HIV/AIDS - impegnarsi nella promozione di incontri, nella formazione di gruppi che elaborino, gestiscano, rilancino e diano uno sviluppo all’intervento iniziato con il presente progetto. Riferimenti bibliografici
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