|
Minorenni, un’alternativa al carcere Nasce la casa famiglia che ospiterà i ragazzi con problemi penali
Il Cittadino, quotidiano del lodigiano, 28 novembre 2003
Nel nome di don Leandro Rossi. Il testamento spirituale lasciato dal benefattore scomparso qualche mese fa continuerà a vivere, oltre che nel cuore e nei gesti dei tanti che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, anche in una casa famiglia che ospiterà dieci minorenni con problemi, per tutta la vita il fulcro e l’angoscia del sacerdote che si batté a favore degli emarginati. Grazie alla collaborazione tra le sue due creazioni (la Fondazione don Leandro Rossi e la Cooperativa Famiglia Nuova), in primavera inizieranno i lavori per la costruzione di una nuova casa che accoglierà minorenni con alle spalle situazioni critiche. A fianco della casa, sarà eretto inoltre un centro studi, che sarà parte integrante della costruzione, per permettere agli ospiti di avere anche una formazione culturale adeguata per potere poi essere inseriti, o reinseriti, nel mondo della scuola o del lavoro. La casa famiglia, la cui gestione sarà affidata alla Cooperativa Famiglia Nuova, sorgerà in via Agostino da Lodi, in zona Pratello: il progetto, affidato al Politecnico di Milano, prevede una casa disposta su due piani dall’estensione di circa 400 metri quadrati, e di un centro studi di circa 200 metri quadrati. Il costo totale dell’opera si aggira intorno ai 600 mila euro, in parte ricavati dalle casse della Fondazione e in parte frutto di donazioni (a tal proposito si può contattare Famiglia Nuova al numero 0371/31595). Il terreno è concesso in diritto di superficie dal comune. È il progetto che fu annunciato anni fa, nello stesso periodo di quello della moschea, che scatenò la reazione della Lega nord, la quale raccolse a Porta Regale centinaia di firme contro la comunità, frutto probabilmente di un malinteso da parte della popolazione. Ora il progetto diventa realtà. "Se ci fosse ancora don Leandro - commenta Carlo Cavalli, successore del sacerdote alla presidenza della Fondazione - direbbe che ogni persona dovrebbe misurarsi con la frontiera del carcere minorile e del disagio minorile. Voleva dare una speranza a tutti, soprattutto agli ultimi degli ultimi. Nel Lodigiano ci sono circa 30 minori con problemi penali e 60 con problemi civili". La casa famiglia, che avrà una gestione appunto familiare, fungerà dunque da prevenzione o, in alcuni casi, da alternativa, al carcere minorile. Tutto ruoterà attorno agli insegnamenti di don Leandro: "Soleva dire che nella colpa è già insita la pena: se hai sbagliato hai già pagato. La colpa trasforma la pena in responsabilità, ma la pena non cancella la dignità umana. Mi ha trasmesso l’idea che davanti a un problema non si può dire di no, non si possono chiudere gli occhi". Legare il patrimonio etico ereditato da don Rossi alle più recenti dinamiche socio-educative sarà quindi l’obiettivo della nuova casa famiglia. "Vogliamo offrire una struttura - aggiunge Egisto Taino, presidente della Cooperativa Famiglia Nuova - che possa garantire agli ospiti soprattutto dignità. La nostra strategia d’intervento sarà basata essenzialmente sull’affettività perché parliamo di bambini e di "ultimi". Per questo, e forse a qualcuno non farà piacere, abbonderanno tra i nostri ragazzi gli extracomunitari. L’intervento educativo sarà gestito da educatori professionali, e verrà basato sull’integrazione nel rispetto delle culture; la casa sarà un luogo laico, ma non per questo privo di valori, e soprattutto un luogo aperto che possa accompagnare i ragazzi sul territorio. Abbiamo scelto un’area urbana per favorire l’integrazione: la casa sarà ospitata da dieci ragazzi in fascia adolescenziale". Il centro studi pedagogico sarà invece riferimento per il territorio, che favorisce l’integrazione. "Il testamento di don Leandro - conclude Taino - è intitolato "Chiedo perdono ai poveri": questi ragazzi sono poveri, dovremmo occuparci di loro e accoglierli: esistono le risorse perché abbiano anche loro diritto alla felicità".
|