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carcere per i minori? "Scelta sconvolgente"
La Nuova Sardegna, 19 maggio 2002
L'Unicef
lancia l'allarme a livello internazionale. Questo e altro hanno spiegato ieri
fra i maggiori esperti in Sardegna al tavolo di Rinascimento Sardo. Tutto ciò è tanto più possibile quando la persona è un ragazzo che, per definizione difficile ormai da confutare, si trova in una fase evolutiva dove, ancora, si riesce a incidere. L'efficacia della giustizia minorile italiana sta nel fatto che, con l'obbiettivo di riportare nella società un giovane consapevole e definitivamente lontano dall'errore commesso, si è concepito un sistema legislativo capace di adeguare gli interventi ai mille dettagli diversi della personalità del ragazzo e del contesto di provenienza. Naturalmente, il sistema è afflitto dalle solite carenze di personale e di fondi e quindi i risultati a volte tardano. Ma la strada scelta dal governo, secondo chi lavora coi minori, rispedirà l'Italia indietro di decenni. Ettore Angioni, procuratore della Repubblica al tribunale per i minori ha illustrato storia e ragioni delle trasformazioni delle leggi: «... Solo col nuovo codice penale il minore diventa titolare non di mere aspettative ma soggetto di diritti» e l'intervento giudiziario deve essere concepito come «una ripresa del processo educativo interrotto. La peculiarità del processo minorile è che deve tenere sempre conto della personalità del minorenne. Le udienze per i minori sono molto lunghe perché il giudice chiarisce continuamente ai minori i vari passaggi del processo, le indagini sui minori sono condotte da personale specializzato giacché obbiettivo prioritario del processo è non solo e non tanto l'individuazione del colpevole quanto tentarne il recupero. Ed è essenziale il ruolo delle figure che collaborano col giudice... ecco perché la proposta di legge attuale risulta inaccettabile, va nella direzione opposta alle richieste dei giudici minorili. Da sempre l'inasprimento delle pene non è mai stato un deterrente e la componente privata (gli specialisti) del tribunale minorile contribuisce al ruolo del giudice che dovrebbe essere anche quello di interpretare l'ambiente dove il giovane ha agito...». Sulla scissione delle competenze civili da quelle penali: «Si dà al processo penale solo un fine punitivo, mentre nel procedimento minorile il processo è l'occasione per promuovere percorsi di recupero». Rosella Onnis, Unicef, ha illustrato i dati di un recentissimo e inedito rapporto sulla situazione dell'infanzia in Italia (nella spesa pubblica sanitaria non c'è una voce destinata ai bambini, mancano dati sui molti aspetti della vita di un bambino, l'Unicef ha chiesto una relazione a Palomba sulla proposta di legge in corso). Ettore Cannavera cappellano di Quartucciu e responsabile della comunità La Collina che accoglie ragazzi in alternativa al carcere: «... il carcere aumenta criminalità e recidività, l'80 per cento delle presenze in carcere sono recidivi, in Italia c'è il più alto tasso di recidività in Europa... il carcere è deresponsabilizzante, ma questa proposta di legge limita la messa in prova ad alcuni reati... così chi compie 18 anni finisce nel carcere adulti dove i ragazzi sono attesi perché serve la manovalanza... noi operatori dobbiamo mobilitarci per fermare questa legge». Carlo Pintor docente universitario di pediatria: «... negli Stati Uniti dove i giovani finiscono in galera (perché costa meno) si sta rileggendo l'esperienza e si parla di responsabilizzazione dei minori. In Italia il sistema funziona: si tratta di ottimizzarlo, non di stravolgerlo». Grazia Maria De Matteis docente universitario di diritto penale faceva notare come si voglia restringere la discrezionalità del giudice di adattare «le possibilità sanzionatorie al soggetto» (ma si amplia la clemenza verso gli adulti): «E' una proposta che scardina un secolo di cultura giuridica nell'apparente volontà di dare risposta all'allarme sociale». Cagliari,
bocciato il Governo
Come è noto, il governo punta a inasprire le pene per i minori, a limitare notevolmente il ricorso alla messa in prova (alternativa al carcere attraverso percorsi studiati dagli esperti caso per caso), ad affidare la tutela dei minori a una sezione del tribunale civile non specialistica, a cancellare le figure specialistiche che sostengono il giudice nell'attività giudiziaria, a cancellare il rapporto con gli assistenti sociali del Comune. L'Unicef ha chiesto una relazione sulla vicenda italiana: la proposta del governo va in direzione opposta alle regole sull'infanzia dettate a Pechino, alle raccomandazioni del consiglio di sicurezza dell'Onu sulle devianze minorili, alla carta dei diritti del fanciullo stilata a New York, alle sentenze della Corte costituzionale italiana che ha integrato la legge minorile innovativa del 24 ottobre 1989. Ettore Angioni procuratore della repubblica presso il tribunale per i minori, Rosella Onnis rappresentante Unicef, Ettore Cannavera cappellano dell'istituto minorile di Quartucciu, Carlo Pintor ordinario di pediatria all'università di Cagliari, Grazia Maria De Matteis docente di diritto penale all'università di Cagliari con vari argomenti giuridici, storici, sociologici, etici e psicologici hanno dimostrato l'inutilità ai fini della repressione della criminalità giovanile delle scelte adottate dal governo. E' stato messo in luce che l'attuale sistema giudiziario minorile andrebbe corretto in alcune disfunzioni organizzative provocate da carenze di fondi, di personale, di coordinamento. Ma secondo gli operatori impegnati ogni giorno con i problemi delle famiglie e le devianze giovanili il sistema minorile italiano offre spunti anche a paesi stranieri che hanno compreso come la responsabilizzazione dei minori sia un passo fondamentale per cominciare ad affrontare il problema criminalità giovanile. Che l'Italia ha, ma ultima in Europa.
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