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Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia
No
all’aumento di pena per i minori! No all’invio degli ultradiciottenni,
Il disegno di legge governativo del 28 Febbraio 2002 contraddice apertamente la filosofia sottostante la "nuova" procedura penale per i minorenni (D.P.R. 448/98), cioè di una società che dialoga e cerca la comprensione dei problemi. Il minore non è più in una posizione passiva di "immaturo" o "incapace" su cui prendere provvedimenti, ma è un soggetto in età evolutiva a cui viene riconosciuto il diritto fondamentale alla crescita e quindi ogni disposizione a suo carico "non deve interrompere i processi educativi in atto" (art. 19). In un momento così delicato per la strutturazione della personalità, una pena più lunga accentuerebbe drammaticamente il formarsi di una identità negativa. Il principio socio criminologico, ormai maturato da anni, di "intervento penale", intravede "rischi da controllo e da intervento", in questa età evolutiva, che derivano da una permanenza prolungata nel circuito penale. L’aumento di pena risponde ad un bisogno punitivo di una società vendicativa, che non rispetta, ma anzi stigmatizza, l’adolescente in questo momento evolutivo.
L’altro aspetto riguarda gli infraventunenni. Diverse norme del Codice Penale (art. 163), la legge n° 663/1986, etc. prevedono una specifica fisionomia per i "giovani adulti" tra i 18 ed i 21 anni. I quali godono di alcuni benefici rispetto agli ultraventunenni. Tutti oggi riconoscono un prolungamento dell’età adolescenziale e quindi una condizione ancora "delicata" degli infraventunenni. In questa età la maturità e quindi le responsabilità non sempre sono piene.
In questa particolare condizione sociale e psicologica ogni operatore dell’educazione vede negativamente la presenza di questi ragazzi in un carcere per adulti. La convivenza con adulti già strutturati nelle loro devianze avrebbe un influsso negativo in questi ragazzi ancora adolescenti. E questo anche a danno della società che avrebbe così più malavitosi "formatisi" nelle carceri per adulti. Il sovraffollamento delle carceri per adulti rispetto all’esiguo numero delle presenze nei diciassette Istituti Penali Minorili, l’esigua presenza di educatori nelle carceri per adulti, rispetto ad una più congrua presenza di queste figure negli Istituti Penali Minorili, ci spinge a dissentire dalla linea proposta dal Governo. La permanenza negli Istituti Penali Minorili permette e spesso completa il recupero di chi ha commesso il reato nella minore età, offrendo loro opportunità educative e relazioni positive negate nel carcere adulti.
In relazione a quanto sopra espresso, chiediamo ufficialmente al Governo italiano di prestare la massima attenzione alle argomentazioni qui riportate e quindi confrontarsi con le parti sociali coinvolte nell’esecuzione penale dei minori, per rivedere e riformulare alcune parti del DDL in questione, sulla giustizia minorile, rendendoci tutti conto che scelte errate possono essere assolutamente deleterie per il futuro dei giovani in difficoltà del Paese e quindi penalizzanti per la Nazione intera.
Il Presidente Livio Ferrari
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