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La rete dei servizi e i rapporti con il Tribunale per i Minorenni a cura di Edda Biancon
Polis, novembre 2003
La modalità del lavoro in rete tra servizi per il sostegno della genitorialità in presenza di una problematica di tossicodipendenza sembra un’occasione importante di prevenzione rispetto alla necessità di ricorrere all’intervento della magistratura minorile in quelle situazioni che destano preoccupazione negli operatori per il rischio evolutivo in cui incorre il bambino. Nel corso dell’elaborazione di quelle che abbiamo chiamato "linee di comunicazione tra servizi", abbiamo toccato con mano un problema importante e lo abbiamo definito "ì presunti differenti interessi in gioco". Ci siamo chiesti: chi è al centro delle nostre attenzioni, analisi, interpretazioni e Quindi dei nostri interventi? È l’adulto con i suoi problemi relativi alla tossicodipendenza? È il bambino, i suoi bisogni e le eventuali necessità di tutela?
La segnalazione alla Procura dei minorenni
Da tali interrogativi è emerso che indubbiamente la segnalazione alla Procura dei minori è un momento importante e complesso nella vita delle persone interessate e costituisce una grande responsabilità per tutti gli operatori che seguono la specifica situazione sia in relazione alle problematiche degli adulti che ai possibili rischi per la crescita dei bambini. Il gruppo degli operatori è pertanto giunto alla considerazione che la segnalazione esige una decisione collegiale, che può avvenire attraverso la formazione di un "gruppo referente sul caso" per raggiungere il doppio compito di individuare un progetto perseguibile e decidere l’eventuale segnalazione alla magistratura minorile. A Questo scopo appare importante che il gruppo effettui una prima raccolta di tutti gli elementi relativi alla storia degli adulti e alle prospettive di cura dalla tossicodipendenza, agli eventuali indicatori di rischio e di protezione per il nascituro, il neonato o il bambino. Qualora sia il Ser.T. il servizio che sta seguendo uno o entrambi i genitori, è preferibile che gli operatori attivino, ancora prima della nascita, una modalità di incontro e confronto tra i servizi direttamente coinvolti (ostetricia e pediatria ospedaliere, pediatria di base, servizio infanzia e adolescenza, neuropsichiatria infantile, consultorio familiare ed eventuali comunità madre/bambino).
Obiettivo: un rapporto di fiducia con l’utente
Questa condivisione di vedute deve sempre essere fondata sul rispetto e sulla precisazione dei rispettivi ruoli e competenze. Tuttavia, ogni servizio deve sentirsi coinvolto in una procedura così delicata che può determinare il futuro del minore e delle relazioni del suo gruppo familiare. Si deve infatti tenere presente che l’obiettivo principale del lavoro di rete è quello di costruire un rapporto di fiducia con l’utente, un rapporto volto a promuovere una positiva evoluzione delle sue competenze genitoriali oltre che a salvaguardare lo sviluppo del bambino. In questo modo ci sembra di poter affrontare con maggiore equilibrio il problema iniziale relativo ai presumibili diversi interessi in gioco, quelli del genitore o quelli del bambino. Un’indicazione che aiuta a riformulare la domanda e orientare le osservazioni egli interventi degli operatori, tende a prendere in considerazione la relazione esistente tra i genitori e il loro bambino, le sue caratteristiche e gli elementi predittivi e potenziali per un suo sviluppo futuro. Ciò in ottemperanza anche del primo articolo della legge 149/2001 sull’affidamento e l’adozione che ribadisce il" diritto del bambino a crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia". Ovviamente questi aspetti non sono esaustivi delle diverse situazioni poiché la realtà è molto più ricca, varia e imprevedibile; essi hanno comunque indotto gli operatori a valorizzare il lavoro di rete tra servizi e quindi ad evidenziare la necessità di costruire di volta in volta, quel gruppo referente sul caso di cui si è detto sopra, formato da un rappresentante di ogni servizio coinvolto in quel momento nella specifica situazione. Ciò può consentire di realizzare una messa in comune dei dati in possesso di ognuno, di riflettere insieme e di scambiare le reciproche valutazioni, opinioni e preoccupazioni per giungere a una maggiore condivisione del progetto.
L’analisi dei fattori di rischio
Gli operatori hanno anche preso in esame alcuni dei fattori di rischio per la crescita dei bambini che, per la loro gravità, inducono alla formulazione di una segnalazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni affinché sia il giudice minorile ad assumere una decisione in merito agli interventi più opportuni per la tutela del minore, inducendo negli adulti l’attivazione di prospettive riabilitative dalla tossicodipendenza che aiutano e potenziano le loro capacità genitoriali. le situazioni individuate a questo proposito, dopo una certa esperienza della pediatria ospedaliera, sono relative a genitori tossicodipendenti non conosciuti o non seguiti dai servizi socio-sanitari il cui figlio neonato presenti positività per sostanze psicoattive accertata dalle analisi cliniche. l’immediato periodo dopo il parto offre anche una prima possibilità di osservare le relazioni di cura tra la madre e il bambino, la presenza del papà come supporto, la consistenza delle relazioni familiari più in generale. Altrettanto importante è la valutazione dei rapporti esistenti tra i genitori con problemi di tossicodipendenza e gli operatori dei servizi; particolarmente a rischio appaiono quelle situazioni in cui vi è una difficoltà insuperabile, una ripetizione di atteggiamenti di negazione dei problemi e di impermeabilità a qualsiasi proposta terapeutica da parte del Servizio per le tossicodipendenze. Ci sembra opportuno infine sottolineare come la valutazione di una situazione, finalizzata alla proposta degli interventi più adeguati, compresi i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, debba prendere in considerazione molto puntualmente le connessioni esistenti tra i "fattori di rischio", le "vulnerabilità" presenti e i "fattori di protezione" già in atto o realisticamente attivabili. In questo modo sarà possibile offrire all’autorità giudiziaria un quadro della situazione che contempla non solo gli elementi di preoccupazione e di rischio, ma anche il profilo di una proposta operativa concretamente perseguibile.
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