Relazione Sportello Brescia

Associazione 

Carcere e Territorio

di Brescia

 

Via S. Martino della Battaglia, 11/a

25121 - Brescia

 

Sportello integrazione lavoro

Relazione secondo semestre del 1° Anno di attività

 

Con il mese di settembre 2002 si conclude il primo anno di attività dello sportello integrazione lavoro per persone detenute avviato dalla Provincia di Brescia in convenzione con l’Associazione Carcere e Territorio di Brescia all’interno del più ampio progetto carcere della Provincia di Brescia. Possiamo quindi proporre un primo bilancio dell'iniziativa, avviatasi nel Settembre dell'anno scorso in seguito alla convenzione stipulata dalle parti sopra definite.

Un primo dato evidente riguarda le difficoltà che le persone detenute ed ex-detenute incontrano nel tentativo d'intraprendere percorsi di riabilitazione e/o reinserimento sociale. Uno degli obiettivi del progetto, del resto, consiste proprio nel tentativo di trovare soluzioni utili a questa manifesta e nota difficoltà.

L'iniziativa mira infatti ad un pieno e collaborativo coinvolgimento delle realtà sociali, tra le quali il mondo dell'imprenditoria, della cooperazione sociale e del volontariato, da sempre sensibili e attive nel tentativo di proporre soluzioni al problema del reinserimento delle persone svantaggiate in genere e delle persone coinvolte nell’esecuzione penale in particolare.

Lo Sportello di Carcere e Territorio, gestito in collaborazione con l'area lavoro e integrazione del Consorzio Tenda, che a tal fine ha messo a disposizione anche il proprio Sportello, ha trattato in questo primo anno 91 segnalazioni di cui 15 andate a buon fine.

Le persone di cui abbiamo avuto segnalazione e per le quali è stato possibile esperire un percorso di inserimento, mediamente hanno trovato un lavoro dopo un‘attesa di circa 4-5 mesi.

Ovviamente il nostro obiettivo di tendenza si indirizza sul versante dell’ampliamento delle possibilità di collocamento, realizzabile attraverso un'opera più incisiva di sensibilizzazione delle imprese private ed un maggior utilizzo del tempo determinato come proposta alternativa alle aziende interessate.

La maggioranza delle persone che si sono rivolte allo Sportello sono maschi dai 35 ai 40 anni; le donne che si sono rivolte a noi sono state 8 di cui 4 hanno trovato stabile occupazione prevalentemente presso cooperative sociali.

Gli extracomunitari transitati sono 11, tra i quali una donna, quasi tutti con permesso di soggiorno, molti conviventi ed alcuni coniugati con cittadine italiane, con varie esperienze di lavoro alle spalle in aziende metalmeccaniche o siderurgiche, e prevalentemente nordafricani.

Spesso queste persone pongono alla nostra attenzione anche problemi di tipo abitativo, ai quali perlatro abbiamo cercato di dare una risposta, almeno parziale, allestendo un progetto di housing, in collaborazione con il Comune di Brescia, su finanziamento specifico e vincolato della regione Lombardia.

Non mancano anche richieste meramente assistenziali da parte delle persone segnalate che versano talvolta in condizioni di estrema indigenza. Per i problemi di sussistenza è risultata preziosa la collaborazione con il volontariato locale, in specifico con il Volca, l’emanazione della Caritas bresciana per il carcere.

Certo non può sottacersi il fatto che i percorsi per la ricollocazione nel mondo del lavoro passano obbligatoriamente attraverso strade formali ed informali.

Il canale preferenziale utilizzato dallo sportello rimane la cooperazione sociale, che da sempre si occupa d'inserimento lavorativo di persone svantaggiate e si sostanzia come risposta elettiva al reinserimento di persone sottoposte ad esecuzione penale.

La realtà delle cooperative sociali, infatti, risponde meglio alle difficoltà tecnico-amministrative conseguenti all'inserimento/assunzione nel proprio organico di persone "vincolate" come, ad esempio, possono essere i semiliberi, i soggetti sottoposti al regime dell’Art. 21 O.P. (cosiddetto Lavoro all’esterno), i detenuti a domicilio e, in misura decisamente minore con riferimento al vincolo, gli affidati in prova al servizio sociale.

Strategie diverse devono poi essere intraprese per persone sottoposte a provvedimenti cautelari quali gli Arresti Domiciliari. Corre l’obbligo, a questo proposito, di segnalare come questa situazione, non rientrando nelle fattispecie normate ai sensi dell’art. 4 della L. 381/91 così come modificato dalla L. 193/00, escluda, di fatto, il possibile inserimento in cooperative sociali di soggetti che invece potrebbero avviare, fin dalla fase ante judicatum, un positivo percorso riabilitativo, riducendo quindi di molto la possibilità di trovare un'occupazione quando la eventuale condanna diventerà definitiva.

Abbiamo preso contatti e avviato relazioni con aziende private per collocare persone che si sono rivolte allo sportello. Inoltre un ulteriore strumento utile ai fini della ricollocazione sembrano essere i corsi di riqualificazione professionale proposti da vari Enti fra i quali la Regione Lombardia.

Non si deve sottovalutare infine che gli incentivi diretti alle aziende per l'assunzione di persone con "procedimenti/esecuzioni penali in corso" previsti dalla legge Smuraglia, sono totalmente centrati sull'avvio o consolidamento di imprese all'interno degli istituti penitenziari; permangono perciò in funzione ancillare le sole misure delle politiche attive del lavoro e per il reingresso nel mercato del lavoro di disoccupati di lungo periodo.

Un dato positivo riguarda la constatazione che il relazionamento pregresso tra datori di lavoro (nella nostra operatività soprattutto fra cooperativa sociale ed impresa privata) agevola il passaggio dall’uno all’altro ed il successivo inserimento nell’azienda di destinazione.

In quest'ultimo periodo sono aumentate le segnalazioni dei famigliari; questo ci fa pensare come le persone, in funzione delle quali questo progetto è stato ideato, inizino a percepirlo come uno strumento utile ed adeguato ai loro bisogni.

Nonostante l'iniziativa non lo consenta, alcune persone prive della caratteristica di svantaggio richiesta si sono presentate allo sportello. Ovviamente sono state indirizzate presso le sedi istituzionali di afferenza.

Sono proseguite inoltre le segnalazioni da parte degli enti (Cssa, Centri per l'impiego, Nil).

 

 

 

 

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