Convenzione Comune - Tribunale

 

Una convenzione tra il Comune e il Tribunale permetterà l’impiego
dei condannati per reati minori in lavori socialmente utili

 

L’alternativa al Coroneo: curare un giardino pubblico. I detenuti potranno venir utilizzati anche come spazzini o inservienti nei musei.

 

Il Piccolo, 14 giugno 2002

 

La cella? Meglio spazzare le strade o lucidare cornici e capitelli. E’ questa la scelta che si prospetterà fra poche settimane ai condannati per reati minori. Sta per diventare operativa infatti una convenzione fra il Comune e il Tribunale, in questo frangente delegato del ministero della Giustizia.

In base all’accordo, i carcerati potranno essere adibiti alla cura dei giardini pubblici, delle ville, dei parchi, incaricati della manutenzione dei magazzini dei musei, dell’assistenza alle persone anziane e bisognose. Unica condizione per poter uscire di prigione e svolgere queste mansioni, sarà quella di manifestare la volontà di poter beneficiare di questa agevolazione. Più in generale, potranno essere chiamati a svolgere tutte quelle funzioni che la legge definisce "di pubblica utilità" e il cui elenco è lunghissimo, soprattutto in una città di anziani come Trieste. E dovranno lavorare gratis, perché la normativa non prevede per loro ovviamente alcun tipo di retribuzione.

La convenzione li definisce "i condannati alla pena del lavoro di pubblica utilità", e molto presto entreranno di fatto a far parte del potenziale di risorse umane a disposizione dell’amministrazione comunale. La norma stabilisce anche che non potranno venir impiegati complessivamente più di venti detenuti nello stesso periodo e che dovranno rispettare alla lettera la disposizione stabilita nella sentenza di condanna, mentre la legge a priori esclude dalle possibili competenze la manutenzione degli immobili utilizzati dalle Forze armate o da quelle della Polizia.

Il Comune, da parte sua, dovrà assicurare il rispetto delle norme e "predisporre le misure necessarie a tutelare l’integrità morale e fisica dei condannati, curando altresì che l’attività prestata sia conforme a quanto previsto dalle norme".

Abbiamo preparato il testo della delibera di giunta in pochi giorni - spiega Bernardina Mantovani, comandante della Polizia municipale che dovrà coordinare le prestazioni l’attività dei condannati - perché volevamo arrivare velocemente a una soluzione che ci permetta di avere a disposizione questi condannati e di reinserirli, in qualche modo, nella vita di tutti i giorni". Per il periodo della prestazione i condannati saranno coperti dall’assicurazione contro i rischi derivanti da infortuni sul lavoro.

 

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