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Mamone: una commissione d'inchiesta sull'utilizzo dei fondi destinati alla colonia penale agricola
L'Unione Sarda, 26 ottobre 2003
Non accenna a placarsi la durissima polemica tra il segretario provinciale della Cgil funzione pubblica Michelangelo Gaddeo e il direttore della colonia penale di Mamone. Oggetto del contendere sempre la girandola di trasferimenti seguita alla chiusura di uno dei padiglioni dell'istituto carcerario (la diramazione S'Alcra, ormai fatiscente e insalubre) e presunti comportamenti antisindacali tenuti dal direttore e dal comandante di Mamone. Questa volta Gaddeo ha scritto direttamente al presidente nazionale dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Tinebra, denunciando il comportamento dei vertici della casa circondariale e chiedendo addirittura l'istituzione di una commissione d'inchiesta. "Il direttore - scrive Gaddeo - ha ritenuto di dover pregiudicare ulteriormente la condizione di legittimità riassegnando solo una parte del personale già spostato dalla diramazione chiusa per lavori". "Inoltre - prosegue - i lavoratori sono stati ricollocati in una struttura che conserva tutte le condizioni di fatiscenza e insicurezza che ne hanno indotto la chiusura", creando con lo spostamento "una situazione di pendolarismo sia dei detenuti che degli operatori carcerari che quotidianamente percorrono il tragitto sino alle aree di lavoro situate nella diramazione". A Tinebra viene inoltre ricordato che "200 milioni di vecchie lire erano state stanziate già nel 2000 per il pieno recupero della struttura oggi chiusa perché fatiscente e pericolosa", risorse "di cui non si sa più nulla e che non vorremo siano state dirottate verso altre strutture". Dopo aver ricordato le "carenze di organico note da tempo" la Cgil rileva anche "il progressivo disimpegno e lo stato di abbandono delle aree produttive con la forte riduzione del carico di bestiame", che fa pensare come "il destino di questa struttura sia ormai segnato e vada ben oltre lo stato più generale in cui versano le altre strutture carcerarie nuoresi". Un'ulteriore tappa insomma "di quel processo di abbandono del territorio che lo Stato pare non voler interrompere". Se ciò accadesse la Cgil promette una "forte mobilitazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, perché prima ancora che essere struttura detentiva, posto di lavoro, elemento cardine di una economia povera, Mamone risponde alla richiesta sociale di controllo del territorio". Infine la richiesta finale: "avvio di un confronto serio" e l'istituzione di una commissione d'inchiesta ritenuta "indispensabile" per fare luce "sull'utilizzo delle infinite risorse pubbliche investite in modo dissennato ed inutile in quell'area".
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