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America, stelle, strisce … sbarre
Ristretti Orizzonti, n° 3 - 2000
La risposta al fenomeno criminalità e alle istanze di sicurezza, negli Stati Uniti, é una sola: Carcere, e carcere sempre più sicuro, sempre più contenitore e sempre meno rieducativo. Un sistema che contiene e comprime costa molto meno di uno che rieduca e reinserisce nella società civile. Durante l’ultimo decennio la popolazione carceraria statunitense é raddoppiata. Alla fine del 1999 era di due milioni di persone, un quarto di quelle detenute in tutto il mondo. Il cosiddetto metodo "Amaro Giuliani", dal nome del sindaco Giuliani di New York, assolve il compito al quale é preposto: ripulire la città, rasserenando l’animo dei cittadini e far tirare un sospiro di sollievo ai loro portafogli" Un altro aspetto, infatti, che genera discussioni e perplessità é la forte crescita delle prigioni private. In ventisette "states" sono più di cento e per costruirle sono stati spesi in dieci anni circa 7 miliardi di dollari (14 mila miliardi, il costo di una manovra fiscale dello Stato italiano), mentre il mantenimento dei detenuti costa 35 miliardi, di dollari s’intende). Un affare ghiotto per i grandi gruppi. Aziende come la Goldman Sachs e la Merril Lync vi hanno investito dai 2 ai 3 miliardi di dollari. Dopo la General Motors la seconda industria e la più fiorente, é quella delle prigioni con i suoi 523 mila dipendenti. Ma qual é il prezzo in termini sociali di questo modello di carcere? due milioni di detenuti, lo abbiamo detto prima, una richiesta di mille posti letto nuovi alla settimana, nonché cinque milioni di persone penalmente controllate con formule varie, tra cui i cosiddetti braccialetti elettronici. Ma cos’è accaduto in una nazione fondata sui diritti dell’uomo, anche degli accusati, costruita sull’onere della prova e sulla presunzione d’innocenza garantita dalla "Bill of rights" ( l’equivalente della nostra Carta costituzionale). Non é il grande crimine, non sono stati i reati di prima pagina a popolare la città invisibile delle sbarre. É la droga ad aver riempito le carceri americane, nell’eterna illusione che il consumo, lo spaccio, il traffico di cocaina, eroina, anfetamine, stimolanti possono essere sconfitti con le manette e le sentenze. Nel panico generale, insomma, gli Stati Uniti, messi di fronte al dilagare della tossicodipendenza, hanno reagito inasprendo le pene, rendendo obbligatorie le sentenze senza condizionale, tre condanne e poi, alla quarta, l’ergastolo. Un milione di persone detenute negli Stati Uniti sono state incarcerate per possesso o spaccio. Senza che i consumi di droga diminuiscano. Il direttore dell’Istituto per i problemi della giustizia a Washington, Jason Ziederberg, dichiara che "quei due milioni di cittadini buttati nel pozzo sono una bomba ad orologeria umana che i nostri tribunali continuano a caricare". Che cosa accadrà quando, tra cinque anni, uscirà di galera un milione di giovani detenuti che il carcere ha sicuramente indurito e inasprito? L’apparente soluzione, quella "tolleranza zero" che tanto affascina per la facilità dello slogan i politici e i loro elettori, non soltanto non risolve. Essa diventa il problema. Continuare così, costruire nuove carceri, come ha fatto la California spendendo milioni di dollari, invocare pene sempre più severe anche per chi capita per la prima volta nei circuiti della giustizia, crea soltanto immense " porte girevoli" nelle quali si entra piccoli criminali e si esce grandi. Ogni giorno nuovi "ospiti" americani entrano nella porta girevole e cinquecento ne escono. "Facciamo un passo indietro, prendiamo fiato dopo la decade delle pene, guardiamo cosa stiamo diventando", invoca un editorialista del Washington Post, inorridito da queste cifre, "Una nazione di detenuti che, nel nome della illusoria sicurezza della gente, sta rinnegando se stessa. Stelle, strisce e sbarre. Miss Liberty rischia di trasformarsi in un carceriere". Fatte le dovute proporzioni, in relazione alla popolazione, i carcerati nel nostro Paese, sull’esempio di quello americano, dovrebbero quintuplicarsi. Durante questi ultimi tempi si parla di inasprimento delle pene, di restrizioni e di pacchetti sicurezza, sui giornali, tra le gente, alle Camere.Quanto sta avvenendo in America dovrebbe fare riflettere: è quella la direzione che si vuole prendere?
Giovanni Del Deo |