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E in carcere aumenta il numero degli alcolisti
L’Eco di Bergamo, 17 gennaio 2003
Il carcere è sovraffollato, quasi la metà dei detenuti ha
problemi di tossicodipendenza, il numero di quelli dediti all'alcol è in
crescita. È il quadro che emerge dalla relazione del procuratore aggiunto
Tommaso Buonanno che, nel presentare il rendiconto sullo stato della giustizia a
Bergamo nell'ultimo anno giudiziario, affronta anche i problemi della casa
circondariale di via Gleno. Per la maggior parte – si legge nella relazione – si tratta di persone che manifestano problematiche di tipo psicologico se non addirittura psichiatrico. Tale situazione di disagio viene spesso acuita dal fatto che, trattandosi di autori di reati, come ad esempio quelli a sfondo sessuale, che rendono i medesimi invisi agli altri detenuti, si rende necessario separarli dal resto della popolazione carceraria".
Altri problemi sono causati dal fatto che quasi il
cinquanta per cento delle persone in carcere sono tossicodipendenti e che molti
altri, invece, sono dediti all'eccessivo consumo di alcolici: un fenomeno,
quest'ultimo, "in brusco innalzamento" e che crea non poche difficoltà nei
rapporti con gli agenti di polizia penitenziaria e con gli altri detenuti (si
sono verificati episodi di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale e lesioni
nei confronti dei compagni).
Un'altra conseguenza del sovraffollamento è
relativa alle condizioni di salute. L'elevata concentrazione di persone in spazi
può favorire il contagio di malattie virali. Molto frequenti risultano le
patologie respiratorie, dovute all'elevato consumo di sigarette in aree anguste
(la situazione non consente di creare reparti separati per fumatori e non
fumatori).
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