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Contro l’espulsione delle detenute madri straniere
Da Sergio Briguglio critiche alla Bossi - Fini, che "non fa alcun riferimento alla presenza di minori"
Redattore sociale, 4 maggio 2004
È una proposta semplice nella sostanza, ma molto articolata nei contenuti quella avanzata dall’associazione di volontariato "A Roma Insieme" e dalla Consulta Permanente di Roma per i problemi penitenziari per revocare l’espulsione dall’Italia delle detenute madri straniere che hanno finito di scontare la loro pena, nei casi in cui abbiano compiuto un percorso di cambiamento comprovato dai servizi sociali competenti. La proposta è stata illustrata nei dettagli da Sergio Briguglio, esperto di immigrazione della fondazione "Luigi di Liegro", nel corso di un incontro-dibattito promosso oggi a Roma. "In un quadro come quello attuale, notevolmente restrittivo nei confronti dell’immigrazione, dovrebbe essere introdotta una legge che stabilisca che, in contrasto con l’orientamento attuale dei ministeri dell’Interno e della Giustizia, agli stranieri detenuti debba essere rilasciato o rinnovato il permesso di soggiorno – ha spiegato Briguglio – Questo, infatti, è l’unico modo per ovviare ai danni provocati da una recente sentenza della Cassazione, che si è rivelata miope perché vieta ai detenuti privi di permesso di soggiorno l’accesso alle misure alternative al carcere". Briguglio ha criticato anche la legge Bossi-Fini sull’immigrazione, colpevole di aver introdotto l’espulsione automatica per gli stranieri detenuti quando rimangono meno di due anni da scontare, "senza alcun riferimento alla presenza di minori". A questo limite potrebbe porre rimedio il Tribunale per i minorenni, che per garantire la tutela psico-fisica dei bambini può derogare a tutte le disposizioni sui cittadini stranieri, "ma l’applicazione di questa norma, in Italia, è a pelle di leopardo". Da qui la proposta di estendere il potere di applicazione della tutela dei minori stranieri anche a prefetti e questori, e di subordinare il provvedimento di espulsione come alternativa al carcere alla richiesta dello straniero detenuto. Per Briguglio, inoltre, "in presenza di un minore, l’espulsione dovrebbe essere adottata solo con il nullaosta del Tribunale per i minorenni, che dovrebbe valutare le condizioni di radicamento del minore in Italia. Se il bambino non ha nessun legame con il paese d’origine, infatti, dovrebbe poter restare nel nostro paese". La pensa così anche Umberto Saleri, della segreteria nazionale della Cgil, che ha posto l’accento sulla necessità di salvaguardare la coesione familiare. "Si tratta di un diritto fondamentale – ha spiegato Saleri – e come sindacato vogliamo spingere il ministero dell’Interno a diramare una circolare che conceda il permesso di soggiorno ai genitori, e non solo alle madri, dei minori residenti in Italia, per garantire il ricongiungimento familiare".
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