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La morte per overdose di un detenuto (Trento, agosto 2000)
Rassegna stampa sul caso del detenuto morto a Trento
Overdose mortale in una cella. Imputato un medico del carcere di Trento
Alto Adige, 18 ottobre 2001
La droga arrivò nel carcere di Via Pilati nella pancia di un tunisino (chiusa dentro piccoli ovuli) e in seguito provocò l’overdose mortale di un detenuto. Era l’agosto dell’anno scorso e il tunisino che portò l’eroina dietro le sbarre ha già patteggiato la pena nei mesi scorsi, ieri invece sul banco degli imputati c’era un altro extracomunitario, accusato di essere ai vertici di una rete di spaccio cittadina (quella da cui era partita la dose mortale). Ieri quest’ultimo spacciatore è stato condannato con rito abbreviato ad un anno di reclusione. Ma la vicenda giudiziaria ha riservato una sorpresa anche per il medico che il giorno dell’overdose era di servizio all’interno del carcere e che ora è imputato di omicidio colposo: secondo la procura non fece tutto quanto nelle sue possibilità per salvare la vita al detenuto. Deciderà il giudice che ieri ha chiesto una perizia per stabilire se i soccorsi furono adeguati. In realtà una prima perizia (purtroppo effettuata senza conoscere bene i tempi dell’overdose e dei soccorsi) aveva ridimensionato notevolmente le responsabilità del medico, sostenendo che sarebbe stato impossibile salvare il detenuto poiché l’overdose venne scoperta con eccessivo ritardo.
Overdose in carcere a Trento, assolto il medico
Alto Adige, 13 dicembre 2001
Il tunisino che fece arrivare l’eroina dietro le sbarre ha già patteggiato la pena nei mesi scorsi, ma perché l’allarme per l’overdose venne dato in ritardo? Semplice: i compagni di cella dell’extracomunitario avevano la speranza (e l’interesse) di vedere migliorare le condizioni di salute del giovane in overdose quindi hanno chiamato il medico solamente quando la situazione era ormai davvero disperata: dal momento dell’assunzione dell’eroina, infatti, erano già passate quasi due ore. Proprio questo ritardo - emerso solamente con la discussione del processo - è stato determinante per l’assoluzione del medico di turno quel giorno in carcere: non poteva più fare nulla.
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