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La morte di Nicola Caramanico (Isernia, 26 dicembre 2002)
Rassegna stampa sul caso di Nicola Caramanico
Morte in carcere, altri indagati. Un’ipotesi di favoreggiamento per alcuni agenti
Il Centro, 31 dicembre 2002
Omicidio colposo e cessione di sostanze stupefacenti sono le ipotesi di reato contestate a Romina Graziani, la moglie 22enne di Nicola Caramanico, il 30enne di Miglianico trovato morto domenica mattina nella sua cella nel carcere di Isernia. Ma la procura della Repubblica ipotizza anche il reato di favoreggiamento, al momento a carico di ignoti. Di questa seconda accusa potrebbero essere chiamati a rispondere alcuni degli agenti del servizio di vigilanza del carcere, se dovesse emergere che non sono state rispettate le norme in materia di controllo durante le visite ai detenuti o nelle celle. In qualche modo quindi sul banco degli accusati finirà l’intera struttura carceraria, definita quasi modello fino a pochi giorni fa ma evidentemente con qualche grave inadeguatezza nel sistema di sorveglianza. Secondo le prime risultanze delle indagini, infatti, illustrate ieri mattina dal questore di Isernia nel corso di una conferenza stampa, la dose mortale di eroina sarebbe stata consegnata a Nicola Caramanico proprio durante l’ultimo incontro con la moglie, il giorno precedente la morte. Tesi che la difesa della donna, curata dall’avvocato Pierluigi De Virgiliis, si riserva di contestare in sede di interrogatorio, che dovrebbe tenersi subito dopo le festività. Nel tardo pomeriggio di ieri, intanto, si è svolta l’autopsia sul cadavere del giovane, le cui risultanze ufficiali saranno note solo fra alcune settimane, ma che avrebbe sostanzialmente confermato la prima ipotesi, avanzata dal medico del carcere subito dopo la scoperta del cadavere, accanto al quale c’erano un cucchiaino annerito dal fuoco e una siringa, cioè una crisi cardio-respiratoria causata da assunzione di stupefacenti. Le analisi di laboratorio diranno poi se la crisi è stata "naturale" o provocata da sostanze da taglio. Il giovane recluso, che doveva scontare due anni per reati connessi con lo spaccio, era stato trasferito a Isernia da poco più di tre mesi, per effetto delle misure adottate dopo la rivolta nel carcere di Madonna del Freddo dello scorso luglio, per contestare il sovraffollamento delle celle e una serie di altri problemi. Alcune settimane dopo, per Caramanico e altri detenuti sono scattati i trasferimenti. Nell’istituto molisano il giovane sembra avesse tenuto un atteggiamento tranquillo, pur senza nascondere il malumore per la distanza da casa e quindi le poche opportunità di incontro con la moglie, con la quale un anno e mezzo fa diede vita a una protesta per chiedere un alloggio.
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