Morire
di carcere: dossier 2002 - 2003
Suicidi,
assistenza sanitaria disastrata, morti per cause non chiare,
overdose
L’appello
dell’Associazione Co.N.O.S.C.I. Onlus
Al
sig. Ministro della Giustizia
Al
sig. Ministro della Salute
Roma,
21 giugno 2002
Il
Coordinamento Nazionale degli Operatori per la Salute nelle Carceri Italiane (Co.N.O.S.C.I.
- Onlus), nell’ambito della emanazione dei decreti collegati all’art. 5
della Legge delega n° 419/98 in tema di riordino della medicina penitenziaria,
pur rinnovando l’espressione della propria soddisfazione per gli insperati
risultati sinora raggiunti in tutte le regioni italiane per ciò che attiene
alla terapia dei tossicodipendenti e nelle sei regioni che sperimentano il
trasferimento di tutte le competenze sanitarie, tra cui il Lazio, la Campania,
l’Emilia, il Molise, la Toscana e la Puglia, esprime ancora una volta la sua
viva preoccupazione:
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per
le concrete e gravi carenze che si sono venute a creare con il taglio dei
fondi per l’assistenza sanitaria ai detenuti, anche in previsione del
passaggio delle competenze alle Regioni;
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per
la situazione di totale abbandono farmaceutico soprattutto per quei pazienti
che più bisognosi di altri per gravi condizioni di salute, hanno necessità
di cure costose (epatopatie croniche, Aids, etc.);
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per
la reale possibilità che vengano create due categorie di detenuti: quelli
tossicodipendenti, direttamente assistibili dal SSN sin da ora, e gli altri
assistiti dal Ministero della Giustizia;
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per
il concreto rischio che le grandi speranze riposte nel riordino del settore
da parte di tutti gli attori dello stesso (detenuti, operatori, famiglie,
etc.) vadano profondamente disilluse;
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per
il concreto pericolo di ritornare alle superate e costose
"convenzioni" con gli Enti Locali, in una visione
antifederalistica e centralizzante dello Stato sulle realtà locali;
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per
il rilevante ritardo con il quale è stato fatto insediare il Comitato per
la valutazione della fase sperimentale del passaggio delle funzioni
sanitarie dal Ministero della Giustizia a quello della Sanità (e quindi
alle Regioni) e la conseguente mancata valutazione e proposta dei correttivi
necessari al completamento della fase sperimentale stessa;
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per
il rilevante ritardo per cui non sono stati ancora trasferiti alle Regioni i
necessari fondi per la gestione della tutela della salute in carcere ed il
personale appartenente al comparto delle tossicodipendenze.
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Nel
contempo, è necessario continuare a prestare la massima attenzione sia da parte
del Governo e dei sigg. Ministri interessati, anche su altri importanti aspetti
dell’annosa vicenda che ben tre Governi non hanno ancora portato a compimento:
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i
Detenuti e le loro famiglie (valutabili complessivamente in circa 500.000
persone l’anno) sono attualmente assistiti da un sistema dicotomico:
evoluto per la parte riguardante il SSN e fermo alla legge n° 740 del 1970
quello penitenziario;
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le
Comunità Terapeutiche di Accoglienza, molte delle quali firmatarie del
presente documento, devono condividere questo stato di grande incertezza
anche amministrativa;
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gli
Operatori coinvolti attendono questo decreto anche per poter avere la
possibilità di una giusta stabilizzazione professionale;
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le
Regioni e le AUSL possono finalmente uscire dall’ambiguità amministrativa
e realizzare la prima forma di federalismo sanitario reale in Italia;
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il
Cittadino, che può vedere incrementata la sicurezza nelle carceri, giacché
non vi è migliore garanzia di tranquillità come quando vengono garantiti i
diritti umani minimi e la pari opportunità di accesso alle cure.
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Per
quanto suesposto, quindi i firmatari chiedono
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che
il Governo si adoperi affinché possa al più presto essere pubblicato il
decreto finale sul trasferimento del personale, delle risorse economiche e
delle attrezzature dell’intero comparto della "sanità
penitenziaria", dal Ministero della Giustizia a quello della Salute. Un
urgente incontro con le Autorità in indirizzo per poter dimostrare la
gravità dei fatti esposti.
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Co.N.O.S.C.I.
Onlus
Il
Presidente (dr. Sandro Libianchi)
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