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Morire di carcere: dossier 2002 - 2003 Suicidi, assistenza sanitaria disastrata, morti per cause non chiare, overdose
"Nessuno tocchi Caino": malattia e morte dietro le sbarre nel 2000
Assistenza sanitaria disastrata: 13 aprile 2000, Carcere di Torino
Un uomo di 50 anni, Angelo Audino, muore in una cella del Centro Diagnostico Terapeutico del carcere delle Vallette di Torino. Era stato arrestato ad aprile del ‘99, ma dopo alcuni mesi era stato ricoverato in ospedale e, a novembre, trasferito agli arresti domiciliari per le sue gravissime condizioni di salute. "Ipertensione arteriosa essenziale severa, cardiopatia ischemica monovasale e pregresso infarto miocardico con retinopatia causata dalle conseguenze", hanno detto i medici. Trascorse 23 ore a casa, era stato riportato in carcere per scontare una vecchia pena. Lì, le sue condizioni si erano aggravate e, la sera prima del decesso, gli era stato notificato l’ennesimo rigetto dell’istanza di differimento pena con la motivazione che le patologie di cui era sofferente sarebbero state controllabili in ambito carcerario. Quando il medico è intervenuto, il detenuto era già morto.
Assistenza sanitaria disastrata: 1 maggio 2000, Carcere di Ragusa
Una donna di 28 anni, Giovanna Franzò, muore nell’ospedale di Ragusa per un ascesso ai denti non curato. All’ospedale era giunta tre giorni prima, proveniente dal carcere della città, dove la donna, condannata a 7 mesi per furto, stava espiando la sua pena. Dopo settimane di sofferenze – il collo ingrossato, la febbre alta, il respiro sempre più affannoso - i medici del carcere hanno capito che la donna stava morendo e si sono decisi di ricoverarla in ospedale. La Tac ha rivelato l’evoluzione dell’ascesso dentario in una "mediastinite necrotizzante". Dopo due interventi chirurgici, la giovane vita di Giovanna Franzò si è spenta per sempre. Il 1° luglio, finita di scontare la sua pena, sarebbe ritornata a casa.
Suicidio: 20 maggio 2000, Carcere di Rebibbia (Roma)
Un uomo di 31 anni, Vincenzo Spina, si impicca nella sua cella del reparto "G7" dove si trovano i detenuti in regime di art. 41 bis (altissima sorveglianza e contatti limitati) del Nuovo Complesso del Carcere di Rebibbia. Stava scontando una pena all’ergastolo per omicidio. Il suo "fine pena: mai", si è risolto nell’arco di dieci anni. Nella notte tra il 23 ed il 24 giugno, Eleonora Manna è morta di infarto nella sua cella nel carcere di Rebibbia.
Suicidio: 29 giugno 2000, Carcere di Modena
Un giovane marocchino si uccide nel carcere di Modena, impiccandosi all’interno della cella di transito nella quale era detenuto. Era stato arrestato il giorno prima per resistenza a pubblico ufficiale, e aveva precedenti penali per droga. L’udienza di convalida dell’arresto era prevista il giorno dopo la sua morte.
Suicidio: 15 luglio 2000, Carcere di Pavia
Giovanni S., 44 anni, detenuto da un anno nel carcere di Torre del Gallo (Pavia), si suicida. Si è stretto al collo la cintura dei pantaloni e, fissata alle sbarre di alluminio del letto a castello, si è lasciato soffocare fino alla morte. Giovanni S. era stato arrestato per spaccio di droga e una rapina e sarebbe dovuto uscire nel 2002. Non ha lasciato nessun messaggio, ma si era confidato con i compagni di cella sulle speranze di un’amnistia o di un indulto. Nell’apprendere dai telegiornali di mezzogiorno dell’uccisione di un maresciallo dei carabinieri in Puglia, ha temuto che la discussione politica sulla possibilità di un atto di clemenza si sarebbe arenata.
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