Comunicato da Sollicciano

 

Alla Spett. le Direzione del N.C.P. Sollicciano (Firenze)

 

E per conoscenza: 

Spett.le Magistratura di Sorveglianza C/O Corte di Appello di Firenze

Spett.le Presidente del Consiglio Regionale - Regione Toscana (Firenze)

Spett.le Sign. Provveditore regionale Amm.ne Penitenziaria (Firenze)

Spett.le Dipartimento generale Amm.ne Penitenziaria C/O Ministero di Grazia e Giustizia (Roma)

 

A tutti i mezzi d’informazione

A tutte le Associazioni di Volontariato del territorio

A tutta la cittadinanza di Firenze

 

La popolazione del carcere di Sollicciano ha ormai stabilmente superato la quota di 1.000 detenuti, a fronte di una capienza di circa 400 posti. Ciò significa che, al giudiziario, in celle progettate e costruite per una persona ve ne sono quattro (durante la notte, quando tutte le brande sono fuori, è addirittura impossibile usufruire del bagno senza calpestare i propri compagni), e nelle celle costruite per tre persone ve ne sono dieci; Al reparto penale (dove un detenuto deve soggiornare per anni) la situazione non varia molto e le celle singole sono occupate in media da 3 persone.

Ciò significa:

impossibilità di svolgere attività fisica, di leggere, persino di stare in piedi tutti insieme nella stessa cella, esclusione dell’80% dei detenuti dalle attività lavorative e scolastiche;

insufficienza di fondi per fare fronte alle esigenze minime dei detenuti sul fronte della sopravvivenza elementare (sanità, alimentazione, vestiario, pulizia personale);

carenze strutturali delle condizioni igienico - sanitarie con aumento di tutte le patologie;

aumento della tensione e degli episodi di autolesionismo;

definitivo affossamento di qualsiasi politica volta a fornire gli strumenti materiali affinché un detenuto possa reinserirsi nella società, cioè mancanza della possibilità, per la maggioranza dei detenuti, del supporto da parte di educatori, psicologi, assistenti sociali;

carichi di lavoro sproporzionati per tutte le categorie impiegate nel carcere.

 

Ciò significa, in una parola, condizioni di vita che superano i limiti della sopportabilità umana e della legalità costituzionale.

 

Così come la giustizia viene amministrata da uomini, così come le regole vengono stabilite dalla politica, così possono e devono essere gli uomini e la politica a correggere e migliorare le regole e l’amministrazione della giustizia.

In sintesi, vista la drammatica situazione in cui versa la struttura penitenziaria ci vediamo costretti ad intraprendere un’iniziativa pacifica, atta solo ed esclusivamente a difendere i nostri diritti civili e costituzionali, che purtroppo in questo carcere vengono meno, a causa di molteplici problematiche che gravano sulla quotidianità di ogni recluso, prima tra tutte il sovraffollamento e tutte le conseguenze che esso comporta.

Non si può non essere coscienti del fatto che in una struttura concepita per ospitare 400 detenuti e che a tutt’oggi ne ospita più del doppio, vengono meno i diritti fondamentali di ogni persona; in una società civile si intende il carcere come una struttura ai fini del trattamento rieducativo e del reinserimento nella società di esseri umani che proprio in questa società e nel modo in cui è strutturata hanno trovato difficoltà tali da seguire strade sbagliate, ma pur non entrando nel merito dei perché, dei motivi che hanno condotto noi detenuti alla privazione della propria libertà personale, facciamo presente che "seppure detenuti" apparteniamo a questa società, e che quindi, come individui, portatori di diritti fondamentali, che, come ripetiamo, in questa struttura vengono meno, a causa di una politica spregiudicata dei nostri legislatori che non intendono prendere in seria considerazione l’emergenza in cui versano tutte le carceri italiane.

Iniziali dibattiti parlamentari riguardanti la situazione del problema "carceri" sembrano svaniti nel niente, anzi, al contrario, invece di cercare soluzioni ai problemi già esistenti, la classe dirigente è più propensa a costruire nuove carceri, posticipando nel tempo gli attuali problemi e rendendo sempre più insostenibile la situazione in cui versa la popolazione detenuta.

Uno stato di diritto è cosa diversa e opposta al presunto diritto dello stato di operare una vendetta sui cittadini che violano le leggi; con il solo intento di rivendicare i nostri diritti fondamentali come cittadini, ci vediamo costretti ad attuare una pacifica protesta, non contro la direzione dell’istituto, in quanto anche essa molto provata dall’instabilità della classe dirigente riluttante a risolvere i tanti problemi del sistema carcerario, ma avverso la politica dei nostri legislatori, e in definitiva mettiamo a conoscenza la S/V che dal giorno 9 di settembre, tutti i detenuti facenti attività lavorativa si asterranno dal proprio lavoro, per protestare contro questa situazione sempre più insostenibile, per giorni 7, e intenzionati a continuare ad oltranza fino a quando non avremo ottenuto rassicurazioni sulla presa di posizione delle autorità competenti alla risoluzione dei problemi sopra citati.

A scopo simbolico, ai fini di portare la "voce" di noi detenuti all’esterno della struttura, attueremo anche la battitura dei cancelli per tre volte al giorno, al mattino alle ore 9, al pomeriggio alle ore 16, e alla sera alle ore 21.

Ribadiamo alla SV che la nostra è una protesta pacifica e non contro la direzione, chiediamo però che durante lo sciopero siano assicurati tutti i servizi essenziali alla sussistenza di ogni detenuto, primo tra tutti la somministrazione di pasti caldi come previsto dall’Ordinamento Penitenziario, in caso contrario saremo costretti ad effettuare lo sciopero della fame.

 

In conclusione chiediamo:

la riforma del codice penale, a partire dall’abolizione dell’ergastolo e della depenalizzazione dei reati minori;

l’abolizione delle prescrizioni contenute nell’articolo 4 bis;

l’abolizione dell’anticostituzionale articolo 41 bis;

l’aumento della liberazione anticipata a 4 mesi l’anno;

un aumento delle concessioni delle misure alternative alla detenzione;

l’espulsione dei detenuti stranieri che ne facciano richiesta.

indulto generalizzato di anni 3

 

Facciamo appello a tutte le autorità competenti di prendere in seria considerazione il presente documento.

 

 

I detenuti di Sollicciano

 

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