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Studiare in carcere: Poli Universitari a Pisa e a San Gimignano Ufficio Stampa Regione Toscana - Comunicato stampa 24.05.2003
A far da apripista, il 31 ottobre del 2000, era
stata l'università di Firenze con un polo universitario penitenziario presso il
carcere della Dogaia di Prato. Con i due protocolli firmati oggi l'esperienza si
estende alle altre due università di Pisa e Siena e ai carceri di San Gimignano
e Pisa. "La Toscana - hanno sottolineato il vice presidente Angelo
Passaleva e Giovanni Tinebra, capo del dipartimento amministrazione
penitenziaria presso il Ministero di giustizia a Roma - è la prima regione dove
di fatto nasce un polo universitario penitenziario regionale". "Il
sistema carcerario toscano - ha aggiunto Tinebra - è ai primi posti in Italia.
Sono molto soddisfatto di come ha operato il provveditorato e di come ha risposto
la Regione Toscana. Spero che altre Regioni applichino al più presto progetti
simili a questo: la Costituzione ci ricorda che il carcere non è solo pena, ma
anche recupero".
Lo scorso dicembre su 3.886 detenuti
presenti nei vari istituti toscani 1.128 erano impegnati in attività di studio:
il 29 per cento, quasi tre carcerati su dieci, di cui oltre un terzo (436)
stranieri. La percentuale delle donne sale leggermente: il 32 per cento. Sempre
a dicembre del 2002 erano 52, su 162 detenute: 22 erano straniere,
abbondantemente oltre un terzo. Due delle 52 frequentavano l'università.
Ci sono corsi di istruzione elementare e di
alfabetizzazione di base - sono presenti in 12 istituti su 19 - mentre in 16
sono attivi corsi di scuola media. A Solliccianino il primo impegno che il
detenuto deve prendersi per poter godere della custodia attenuata è proprio
quello di conseguire la licenza di scuola media. La scuola dell'obbligo è
presente in 8 istituti: 4 case di reclusione e 4 circondariali con sezioni
penali. Sono coinvolte complessivamente 11 scuole superiori: 2 professionali, 5
istituti per ragionieri, 1 liceo scientifico, 2 istituti per geometri, 1 tecnico
agrario.
E si arriva all'università
Sono 74 invece i detenuti toscani iscritti all'università. Cinquantaquattro, di cui tre donne, sono iscritti a Firenze: 29 si trovano nel carcere della Dogaia di Prato (il primo polo universitario penitenziario toscano inaugurato a novembre del 2000). Sono distribuiti in tutte le facoltà, anche se hanno scelto in prevalenza scienze politiche e giurisprudenza. Quindici sono iscritti a Pisa e cinque a Siena. Dieci studenti vivono in misure alternative o si sono trasferiti nelle loro città di origine. Dei quindici studenti iscritti all'università di Pisa quattro si trovano nel carcere della città (ma al Don Bosco ci sono anche due detenuti iscritti a Firenze) e frequentano lettere, economia, ingegneria e giurisprudenza. Gli altri sono assegnati alla casa di reclusione di Massa (sei, di cui 5 iscritti a scienze politiche e giurisprudenza) e all'istituto di Volterra (cinque studenti iscritti rispettivamente a lettere, ingegneria, economia, agraria e scienze politiche). Hanno già iniziato a sostenere esami e i voti vanno dal venti al trenta e lode. Per Pisa e San Gimignano - i carceri dove nasceranno i prossimi poli universitari penitenziari (quindici e dieci i posti previsti per il primo anno nelle nuove ale) - il modello da seguire è quello di Prato, dove i detenuti-studenti sono riuniti in una sezione apposita con spazi dedicati allo studio e all'incontro con i docenti. A San Gimignano in particolare saranno utilizzati anche metodi didattici di insegnamento a distanza, grazie ad una struttura informatica di cui l'università di Siena già dispone.
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