Una Mercedes bianca con le pinne

 

Una Mercedes bianca con le pinne

di James Hawes

Bompiani €12

 

Storia di una rapina "stravagante"

  

James Hawes è un giovane scrittore inglese, che, con questo suo primo romanzo, Una mercedes bianca con le pinne, ha avuto in Inghilterra (e non solo), un grosso successo che lo ha proiettato tra gli autori "mitici" del genere "noir". Il libro, ambientato nell’Inghilterra del dopo Thatcher, ci mostra un mondo di giovani disinibiti, ma anche delusi e insoddisfatti e sempre alla ricerca di ragioni che diano un senso alla loro esistenza.

Il protagonista principale, un giovane di 28 anni, giunto ad un’età in cui, in teoria, le "spinte" giovanili alla ribellione al sistema dovrebbero essere naturalmente sopite, si accorge invece di non desiderare affatto quest’uniformarsi agli altri che trova tristi e senza stimoli. E vive così alla giornata, ossessionato dalla paura di finire "integrato" come la sorella, in una società, ed una classe media, nei cui confronti ha una sorta di odio-amore.

Così, con grande ironia, ragiona questo "innominato" (non viene mai chiamato per nome in tutto il romanzo),ornendo 

in poche parole un’immagine feroce della società londinese: "A Londra in realtà esistono tre grandi tribù: ci sono quelli che non riusciranno mai ad avere un mutuo, quelli che vivono e muoiono pagando interessi sul mutuo, e quelli che non hanno bisogno di mutui". Nei pensieri e nella rabbia del nostro "eroe", che non accetta di sopravvivere in un mondo dove il Dio danaro è il solo che faccia la differenza tra gli uomini, c’è anche spazio per una specie di preghiera laica: "Padre nostro che sei nei cieli della borghesia, io voglio solo dormire per una settimana e svegliarmi in lenzuola di lino pulite in un bell’appartamento ...

Voglio solo essere come tutti gli altri !

Voglio essere ciò che sarei dovuto essere !

Voglio un’altra possibilità! Ma naturalmente nessuno mi ascolta" .

Tutto il romanzo è incentrato su questa ricerca di un’altra possibilità, su un "maestoso piano" per uscire dall’anonimato attraverso una improbabile rapina, la cui esecuzione è affidata ai personaggi più strani, esponenti dell’I.R.A., malavitosi, gay d’alto borgo, e poi a una pistola giocattolo, a una appariscente mercedes bianca con le pinne e a Suzy, una biondina mozzafiato che è anche un asso del volante.

Ma quello che caratterizza la storia è il ritmo davvero molto sostenuto e costantemente alimentato da un umorismo strisciante e sempre in agguato.

 

Certamente decidere di fare una rapina, per cambiare radicalmente il corso della propria esistenza, è stata la "brillante" idea che ha rovinato molte vite, di giovani e non solo. Le prigioni di tutto il mondo traboccano di "geni"...e teorici del: TUTTO E SUBITO...

Personalmente ho superato quel "fascino indiscreto", che attira molto i ragazzi e li spinge ad entrare dove i soldi sono lì che ti aspettano, basta avere il fegato per andarseli a prendere.

Non voglio essere proprio io a fare il moralista, ma la realtà non è la finzione letteraria e molti sono finiti con un’arma stretta tra le mani ed un sacco di soldi sparsi sull’asfalto insanguinato, e non c’è niente di romantico in tutto ciò, solo l’incoscienza e uno strappo da quella che è la vita reale.

Probabilmente, gli eroi moderni sono piuttosto i salariati, i disoccupati che riescono a condurre una vita nel rispetto delle regole, dando il giusto valore alle cose e non lasciandosi abbindolare dal consumismo sfrenato.

 

Nicola Sansonna

 

 

 

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