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"Così lo Stato si vendica, non fa giustizia"
Il Nuovo on line, 20 dicembre 2002
Sergio D'Elia, presidente dell'associazione "Nessuno tocchi Caino" si scaglia contro l'approvazione del 41-bis. "In questo modo è come usare la frusta. E questo non è da paese civile".
"Cesare Beccaria si starà rigirando nella tomba. Oggi è un giorno triste per la democrazia, solo che lo faranno passare per un segnale diretto e deciso contro la mafia, e in favore della lotta alla criminalità organizzata. Ma non è così. Questo Paese ha smarrito il concetto di giusta pena, ha scelto la strada della vendetta". Sergio D'Elia, presidente dell'associazione "Nessuno tocchi Caino", e autore con Maurizio Turco del libro-inchiesta su "La comunità del 41-bis reale", è sicuro nell'attaccare "non per l'ultima volta" il sistema che ha approvato a maggioranza in sede deliberante dalla Commissione Giustizia del Senato il regime di carcere duro. "Ormai è realtà, una realtà buia, da medioevo".
Il plauso per il 41-bis va da destra a sinistra e pochi sono gli esclusi. Il commento è che in questo modo si risponde agli avvertimenti dei boss mafiosi, alle loro minacce. Perché andare controcorrente?
Prima cosa. Qui stiamo parlando di persone che devono scontare una condanna. Nessuno ne chiede la liberazione, sia chiaro. Ma un conto è mettere il malvivente in condizione di non nuocere, di non minacciare più la nostra vita, e ben altro sono le sezioni del 41-bis. Lo Stato italiano non sta mettendo in sicurezza dei malfattori, ma si sta vendicando dei fatti orribili che questi hanno compiuto, usando una legge del taglione, del dente per dente, che non ha eguali nei paesi europei.
E le minacce dei mafiosi? Rendere stabile il 41-bis è o no, una risposta alle intimidazioni.
Ma di cosa stiamo parlando? Non esiste nessun messaggio dubbio, nessun segnale a doppia lettura in puro stile camorristico. Ogni missiva inviata è stata vagliata dalle direzione carcerarie, dal ministero della giustizia, dalle più alte cariche dello Stato a cui erano indirizzate. E invece di dar credito a quelle richieste che chiedevano solo di usare dell'umanità le si è congedate e bollate al pari di volantini di rivendicazione. Assurdo.
E' anche vero però che il termine umanità in bocca a Totò Riina assume un altro valore.
E qui sta la differenza tra chi uccide e chi non lo fa. Parliamo di un cattivo.
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