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Lettera
dei detenuti di San Vittore al Papa
Famiglia Cristiana, 3 novembre 2002
"Eccellentissimo Padre, i detenuti e le detenute di San Vittore in Milano intendono con questa lettera ringraziarla per quanto Sua Santità ha fatto in occasione del Santo Giubileo per tutta la popolazione detenuta". Comincia così una lettera scritta dai reclusi del carcere milanese e inviata a Giovanni Paolo II. Da San Vittore parte anche una bella iniziativa: in occasione della visita del Papa al Parlamento italiano, il 14 novembre, tutti i detenuti trascorreranno la giornata in digiuno; per i credenti sarà una giornata di particolare preghiera, e quanti sono impegnati in un’attività lavorativa devolveranno il guadagno della giornata a sostegno di un’opera di carità (l’acquisto di una carrozzella). La lettera prosegue con un ringraziamento a Sua Santità per "l’interesse manifestato alla loro precaria situazione detentiva", anche da parte di chi ha una fede diversa da quella cattolica e implora il Pontefice di "ricordare nelle preghiere i detenuti", oggi "consapevoli del male fatto alla società, alle famiglie, a loro stessi", e determinati a "riparare con nuovi progetti di vita, seri e responsabili". I detenuti - e non solo nel carcere milanese di San Vittore - sperano che dalle parole del Papa, in quella occasione speciale, venga un’esortazione a compiere, da parte dello Stato italiano, un atto di clemenza (e dall’11 riprenderanno la protesta pacifica). Atto di clemenza (amnistia o indulto) nel quale i detenuti già sperano dai tempi del Giubileo, ma al quale, più recentemente, ha dato un minimo di forza in più il capo dello Stato. Ciampi ha, infatti, incontrato il 24 ottobre i circa 200 detenuti nel carcere di Spoleto, riuniti nella palestra. Quella del presidente della Repubblica è stata la prima visita di un capo di Stato in un istituto di detenzione. Finora i presidenti della Repubblica, e lo stesso Ciampi, si erano recati solo in istituti minorili. "Vi ho guardati negli occhi e mi sono sentito a voi vicino", il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi si è rivolto direttamente ai detenuti che lo ascoltavano e ha assicurato: "Porterò con me il ricordo di questa giornata". Ciampi ha spiegato che "purtroppo, ma necessariamente, il carcere è una realtà presente in ogni società organizzata". |