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Grazie ai detenuti ho aperto gli occhi e mi sono capita di più
Quando parliamo di carcere, sentiamo spesso, anche tra gli "addetti ai lavori", volontari, operatori sociali, studiosi che si occupano di questi temi, un totale pessimismo riguardo all’interesse che la gente fuori può provare per i problemi dei detenuti. Eppure, nelle redazioni e nei siti "carcerari" arrivano messaggi che fanno capire che, nel mondo "regolare", sono tante le persone curiose, attente, pronte a "rimangiarsi" anche i loro pregiudizi. Ne abbiamo scelti due, di questi messaggi, perché danno un senso a tutto il lavoro che fanno tanti detenuti e volontari per far arrivare dal carcere una informazione più puntuale e onesta. Un’informazione senza vittimismi e lamentele, ma che sia capace di parlare al mondo "fuori" con i toni sobri della realtà, che sono sempre i più efficaci.
Ornella Favero
Girovagando sulla rete mi sono imbattuto nel sito "ristretti", l’ho visitato in ogni angolo, credo che sia un sito tra i più interessanti del web, complimenti per la professionalità, ma anche grazie. Grazie per avermi aperto gli occhi su una parte della nostra società che non avevo mai preso in considerazione, che esiste e che non può essere lasciata solo a se stessa. La mia casa è stata visitata 4 (quattro) volte dai ladri, non vi nascondo che se ne avessi sorpreso uno avrei reagito in modo molto negativo, ma oggi lo guarderei in modo diverso e come reazione al furto accenderei il computer e gli farei leggere "lettere dal carcere", forse non cambierebbe vita ma... Mi abbonerò alla vostra rivista ma mi piacerebbe (se fosse possibile) un rapporto epistolare con qualche detenuto che lo desiderasse, magari proprio con uno di quelli che ha svaligiato la mia casa. Vi auguro serenità.
Alberto
Vi starete chiedendo come mai abbia deciso di scrivervi attraverso la vostra rivista. La leggo sempre, con avidità. Mi nutro del vostro mondo per sfuggire un po’ dal mio. È curioso. Non si è proprio mai soddisfatti. Se penso a quello da cui vorrei sfuggire… una città piena di risorse, una famiglia che mi sostiene, amici importanti. Manca sempre qualcosa, e lo si cerca senza sapere, in fondo, cosa cercare. Né dove. Il vostro mondo mi ha stupita, penso, proprio perché, grazie alle lettere di un detenuto della vostra redazione, che sono state un ottimo tramite - e grazie alla vostra rivista, ovviamente -, ho potuto allungare l’occhio oltre le immagini proposte di solito dalle telecamere ufficiali. E non ho visto un carcere fatto solo di manette, sbarre e poliziotti, ma di persone coraggiose, gare di pizze e partite di calcio. Ho visto donne forti, ansiose di ricominciare. Ho visto anche ingiustizie, certo. Anche difficoltà e violenza.
Maddalena
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