Vita - 27 febbraio 2004

 

La storia di Sara, donna rom: dal campo nomadi alla galera

 

Storie di "ordinaria" violenza familiare: ne abbiamo parlato di recente, ne parliamo ancora per raccontare un pezzetto di vita di una donna rom, che dal carcere ha avuto il coraggio di raccontare quanto può essere intollerabile il matrimonio organizzato dalle famiglie, quando una ragazza-bambina si ritrova a fare la sua prima esperienza di sesso con un uomo adulto. Sara è un nome di fantasia, la chiamiamo così perché è meglio non attirarle addosso troppa curiosità, ma lei è una donna coraggiosa, una rom niente affatto conformista che in galera ha imparato, incoraggiata dalle altre detenute, a parlare davvero di tutto con franchezza.

 

Ornella Favero

 

Da ragazza io stavo poco al campo nomadi, ero sempre in giro per le strade con altri ragazzi. Se c’era freddo, andavamo davanti al commissariato, facevamo un furto davanti alla polizia, loro ci prendevano e ci portavano in una specie di collegio, dormivamo e la mattina scappavamo. Ho cominciato a scappare da casa, e da dove mi rinchiudevano, a 8 anni e l’ho fatto a lungo, perché con i miei non stavo bene. Poi mia madre se n’è andata, e l’ho rivista solo dopo 20 anni, quando mio padre stava morendo e le ha lasciato l’eredità, così è arrivata dov’eravamo noi.

L’incontro con mia madre è stato "acido". E anche se in questo periodo lei mi sta aiutando molto, venendomi sempre a trovare in carcere, io non sono serena con lei. Quello che più odio è quando mi porta cose da mangiare, perché penso al passato e allora le dico: "Adesso mi porti da mangiare e non quand’ero piccola? Non sono più piccola, ho 28 anni, mangio quando voglio, invece quando avevo 7 anni era dura non avere nessuno che pensava a me e alla mia fame".

Tornando a quando ero bambina, dove vivevo era normale vedere uomini che ti correvano dietro, ti prendevano, si strusciavano su di te, era tutto normale, sapevo che dovevo avere paura di questi uomini e quando li vedevo scappavo e basta. Poi sono diventata più grande, mi è capitato pure con la polizia che qualcuno con noi rom si prendeva certe libertà sgradevoli, questa cosa mi ha sempre fatto rabbia, ma non sono mai riuscita a parlarne con nessuno.

Anche quando mi sono sposata mi hanno come violentata. Io stavo con mio marito da più di un mese, però non lasciavo che mi toccasse, avevo solo 12 anni; una mattina sono andata a farmi la doccia e mi sono sentita male, sono uscita nuda, solo con l’asciugamano e mi sono messa a letto perché stavo da cani, lui è venuto e mi è stato subito sopra. Tra i rom è normale sposarsi a 12-13 anni, ma un conto è quando la ragazza ha quell’età e il ragazzo ne ha 14-15, il fatto è che mio marito era molto più grande di me, per questo sono rimasta terrorizzata, lui aveva 20 anni, era già un uomo.

 

Sara

 

 

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