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Due anni. quattro mesi e cinque giorni in un istituto per minori In copertina si legge un necrologio per il grave lutto per fa perdita "del caro Garcon"; ma Garcon in realtà è più vivo che mai: è il giornale dei ragazzi dell'Istituto penale minorile di Casal del Marmo, in crisi per mancanza di finanziamenti, ma certo non di idee. Accogliamo allora l’appello dei giovanissimi redattori e degli operatori, che ci chiedono di dar loro una mano. E lo meritano davvero, un aiuto, perché sono una straordinaria finestra aperta su un mondo complesso, quello dei giovani in difficoltà. Per crederci, basta leggere fa testimonianza di Veronica, tratta dall’ultimo numero. Ornella Favero Oggi sono due anni, quattro mesi e cinque giorni che sto in apnea, non mi piace più questo gioco e non mi piacciono le favole che ci raccontano. ( . . . ) La prima parte di questo coso l'ho scritta al giornalino, adesso, invece, sto nella mia "favolosa" cella e forse a stomaco pieno mi viene "l’ispirazione". E mercoledì sera, sul muro davanti a me ci sono le foto di Hicham, un ragazzo che stava qui. Guardandole mi viene in mente come stavo i primi tempi. Stavo male, certo, però allo stesso tempo stavo meglio, c’erano le persone da conoscere, il posto da capire, e c’era la voglia di raccogliere tutti i pezzettini di me. Adesso, invece, c’è solo bisogno di andare lontano dalle persone, che ormai sono sempre le stesse, voglia di correre oltre le mura, via da qui e via da me, perché più vado avanti e meno mi sopporto, e tutti quei pezzettini che riattacco si scollano in continuazione. Questa sera mi sopporto anche meno del solito. C’è qualcosa dentro di me che proprio non mi va giù, a volte mi capita di avere un bisogno incredibile di vedere la mia immagine riflessa allo specchio, così, solo per controllare se sono ancora io, e in questo modo riesco a non sentire più quella cosa dentro. È un po' come quando si è ubriachi e guardandosi allo specchio ci si vede mezzi deformati, ecco dentro io ho qualcosa di simile, una Veronica deforme, che proprio non va d'accordo con quella che so di essere. Uffa! (. . .) Ci sono un sacco di modi per fuggire: col pensiero, con le droghe, con l’alcool o commettendo un reato, e ci sono anche molte cose dalle quali si può fuggire, si può scappare da una famiglia troppo finta, da uno squallido Paese, dai problemi che non si vogliono affrontare, ed è facile. Basta chiudere il cuore in un cassetto e imparare ad andare avanti a testa alta senza badare troppo a chi ci sta intorno. Ho imparato anche che c’è una cosa da cui non si può proprio fuggire: la coscienza, e credetemi è il peggior giudice che ci sia. Io, con la mia, litigo, più o meno, tutti i giorni, ma niente, lei continua a parlare, parlare ... Se qualcuna sa come si fa a scappare da questa roba che ci accompagna sempre spero che me lo faccia sapere perché io sto proprio al limite!! Veronica, Ist. penale minorile di Casal del Marmo
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