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Silvia: è il permesso il mio beneficio terapeutico
Quello che segue è un articolo tratto da questo giornale, che viene pubblicato nel sito di una attivissima associazione di volontariato, "Carcere e territorio", di Brescia. (http//digilander.iol.it/carcere).
Silvia racconta qui il suo primo permesso, il piacere di ritrovare una persona che la ama e la aspetta, il benessere fisico di quando ha riassaporato la libertà, le novità del mondo di
fuori che l'hanno assalita e frastornata. Sono piccolissime emozioni che danno un po' di qualità alla vita di chi è detenuto, rendendo meno pesante l'attesa del fine pena. E oggi più che mai è importante parlare ancora di permessi e far sentire il sapore di quelle emozioni, il loro potere terapeutico: oggi più che mai,
perché nella società si sentono invece tanti umori negativi, tante voci che parlano di ridurre i benefici della Legge Gozzini, tanti cittadini che pensano che la loro
sicurezza si rafforzi rendendo più dura la galera per chi è detenuto.
Anche firmare quotidianamente dai Carabinieri era una gioia, visto che ero agli arresti domiciliari e la firma era l'occasione per uscire da casa. In
tutta questa atmosfera fiabesca, il punto dolente pensavo fosse il rientro. Sono una persona emotiva, ma in quell'occasione sono stata molto tranquilla,
sorretta dal mare di emozioni appena vissute e sicura che il mio non è stato un addio, ma un
arrivederci.
Silvia, Sezione Femminile Casa di Reclusione di Verziano |