Sono esattamente 801 giorni che sto rinchiusa qui!

 

Due anni, tre mesi e dieci giorni, un botto di ore e una cifra incredibile di minuti, per non parlare dei secondi! Poco? Tanto? Bah: forse semplicemente troppo!

In copertina si legge un necrologio per il grave lutto per la perdita "del caro Garçon", ma Garçon in realtà è più vivo che mai: è il giornale dei ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, in crisi per mancanza di finanziamenti, ma certo non di idee. Accogliamo allora l’appello dei giovanissimi redattori e degli operatori, che ci chiedono di dar loro una mano. E lo meritano davvero, un aiuto, perché sono una straordinaria finestra aperta su un mondo complesso, quello dei giovani in difficoltà. Per crederci, basta leggere le testimonianze di Veronica, tratte dall’ultimo numero.

 

Di Veronica, marzo 2003

 

Chi sono? Chi siete? Il buio fuori non mi permette di riconoscervi, il buio dentro non mi lascia capire chi sono io. Dicono che mi chiamo Veronica, ho 19 anni e, a parte qualche problema, diagnosticato da un paio di psichiatri, beh, a parte questo sono nella norma! C’è chi dice che sono buona, chi dice che sono cattiva… ma io questa sera vi dico che sono solo aria, aria che passa sopra a tutto, sono aria di montagna, a volte lieve e piacevole e poi d’un tratto forte, spietata e assolutamente distruttiva.

Potrei anche dirvi che sono solo fuoco, caldo e accogliente e improvvisamente immenso e devastante. Forse sono solo un sogno che spera di non essere più tramutato in incubo. Domani mattina forse sarò un fiore, una pozzanghera, chi può dirlo? La cosa assolutamente certa è che non permetterò mai più, per nessun motivo al mondo, che qualche estraneo entri nei miei segreti e decida quello che sono. È assolutamente impossibile riuscire a capire una persona mettendosi a spiarla da dietro un vetro!

lo forse non conosco molte cose di me, ma voglio essere libera di decidere quando capirle e soprattutto libera di decidere se e da chi farmi aiutare! Per ora so solo che sono Veronica, ho 19 anni e vorrei tanto essere solo aria per scappare via… happy freedom.

 

Discorso ai fantasmi

 

Salute, sono ancora qui in questa stracavolo di palazzina, in questa stramaledetta cella, e vi dico che sto cappottando dal sonno! E voi che cavolo leggete? Non vi hanno insegnato a farvi una bella pila di cavoli vostri? Dai scherzo, sto più skleratica del solito questa sera, sopportatevi i miei pacchi e se non vi va, cambiate pagina, di sicuro non mi metterò a piangere.

Visto che non ho niente da fare vi farò un elenco delle mie cose preferite. Non ho voglia di dividerle quindi troverete persone, canzoni, posti, profumi, tutti mischiati, se vi sta bene ok, se no ciao!

Nicola, perché è troppo il mio angelo custode - Stand by me - Polly, perché mi fa venire i brividi ogni volta che la sento - Il profumo della pioggia - Plinky, perché è tutto peloso - The end, perché sì - Il profumo dei mandarini perché mi sa di Natale - La mia casa di montagna perché lì c’è tutta la mia vita - Il cimitero del mio Paese, perché lì ci sono le due stelle più belle - La neve - L’odore della vernice - Paolo, perché mi ha insegnato a tirare fuori l’orgoglio - Le candele, perché anche a mio zio piacevano - Il vento dritto in faccia - L’acqua

Ci sarebbe pure un’altra cosa ma se la scrivo iniziano a tirarmi delle storie allucinanti quindi faccio finta di niente. E poi non ho più voglia di scrivere perché ho scritto una schifezza… voglio farmi una doccia calda e soprattutto vorrei poterci stare sotto almeno mezz’ora (qua è un miracolo se riesci ad avere acqua tiepida per 5 minuti), e voglio una coperta, non ‘sti cartoni, e adesso mi fermo perché l’elenco è troppo lungo!

So che "voglio" non si dice, però cavolo fa freddo! Se almeno potessi avere un po’ di vodka, … ah! ah! Alla mia educatrice si saranno drizzati i capelli, dai che scherzo! Mi sa che vi saluto perché è proprio brutto ‘sto bao di articolo! Happy freedom.

 

Vortice di idee, pensieri e parole

 

Tic! Tac! Tic! Tac… Estate, autunno, inverno, primavera, si avvicinano i vent’anni. La porta si è chiusa quando ne avevo quasi 17, e aspettando che si riapra resto qui e faccio finta di vivere! No, non è vero faccio molto di più ma siccome in questo periodo sto un po’ grigia e mi fa tutto schifo non riesco ad essere molto obiettiva.

La nicotina entra, mi annerisce un po’ i polmoni e poi esce, leggera… Come se non fosse successo niente.

Tic! Tac! Tic! Tac… Estate, autunno, inverno, primavera, le ore che si bloccano, quel maledetto calendario che non cambia mai pagina, e mentre fuori tutto corre, qua il tempo si è fermato sempre a un giorno!

 

(…) È mercoledì sera, sul muro davanti a me ci sono le foto di Hicham, un ragazzo che stava qui. Guardandole mi viene in mente come stavo i primi tempi. Stavo male, certo, però allo stesso tempo stavo meglio, c’erano le persone da conoscere, il posto da capire, e c’era la voglia di raccogliere tutti i pezzettini di me. Adesso, invece, c’è solo bisogno di andare lontano dalle persone, che ormai sono sempre le stesse, voglia di correre oltre le mura, via da qui e via da me, perché più vado avanti e meno mi sopporto, e tutti quei pezzettini che riattacco si scollano in continuazione. Questa sera mi sopporto anche meno del solito. C’è qualcosa dentro di me che proprio non mi va giù, a volte mi capita di avere un bisogno incredibile di vedere la mia immagine riflessa allo specchio, così, solo per controllare se sono ancora io, e in questo modo riesco a non sentire più quella cosa dentro. È un po’ come quando si è ubriachi e guardandosi allo specchio ci si vede mezzi deformati, ecco dentro io ho qualcosa di simile, una Veronica deforme, che proprio non va d’accordo con quella che so di essere. Uffa! Mi sono inoltrata in una roba troppo complicata e rileggendo mi sono accorta che non è proprio così che volevo dire certe cose, vabbè, prendetele per buone, in fondo se le ho scritte un briciolo di verità ci sarà! Mi raccomando non combinate troppi danni, fatevi una bella dormita e vivetevi ogni giorno con la consapevolezza che domani potreste essere solo polvere... Che poi non è tanto brutto visto che anche le stelle sono fatte di polvere!

 

La Fuga

 

(…) Ci sono un sacco di modi per fuggire: col pensiero, con le droghe, con l’alcool o, a volte, commettendo un reato, e ci sono anche molte cose dalle quali si può fuggire, si può scappare da una famiglia troppo finta, da uno squallido Paese, dalle vecchiette che spiano dalle finestre, dai problemi che non si vogliono affrontare, ed è facile, basta chiudere il cuore in un cassetto e imparare ad andare avanti a testa alta senza badare troppo a chi ci sta intorno.

So che è una brutta cosa da dire ma se veramente si vuole fuggire non si può star troppo a pensare e poi purtroppo, per noi esseri feriti bisogna imparare a ferire. Questa è una cosa che ho appreso un sacco di tempo fa!

Ho imparato anche che c’è una cosa da cui non si può proprio fuggire: la Coscienza, e credetemi è il peggior Giudice che esista. lo, con la mia, litigo, più o meno, tutti i giorni, ma niente, lei continua a parlare, parlare… Se qualcuna sa come si fa a scappare da questa roba che ci accompagna sempre spero che me lo faccia sapere perché io sto proprio al limite!!

Anche questa volta sono arrivata al "lieto fine". "Lieto" perché mi sono proprio stufata di rileggere quello che scrivo e accorgermi di essere sempre più scollegata. Finisco qui perché se vado avanti mi rinchiudo da sola in una camicia di forza! Buona notte e happy freedom a tutti! E ricordatevi che l’importante è non farsi schiacciare mai.

 

Depressione

 

Sono proprio depressa. Questa cavolo di palazzina mi sta troppo stretta, oggi più che mai! È venerdì, sono esattamente 801 giorni che sto rinchiusa qui! Due anni, tre mesi e dieci giorni, un botto di ore e una cifra incredibile di minuti, per non parlare dei secondi! Poco? Tanto? Bah: forse semplicemente troppo!

Qui ho visto ragazze piangere per settimane… Vabbè, meglio cambiare argomento. Sono nella "mia" Cellina e sto per accendermi l’ennesima sigaretta, non so che cavolo scrivere ma siccome le alternative non sono molte scriverò ancora… Non so bene cosa comunque… meglio di niente! Se può interessare a qualcuno, in questo momento sto ascoltando "Little by little" degli OASIS, Malina sta litigando con lo stereo e basta, le altre non so cosa fanno perché non le vedo. Sta musica non mi piace però mi costa fatica alzarmi e cambiare canale, voglio un telecomando! A parte che oggi mi stanco solo a respirare! Help! Voglio andare a farmi un giro a Milano, voglio le paranoie della mia cosa (cugina), voglio il Luchino, il China, il Cippo, il Dema, il Niko, il Bonji, il Guido, il Figo, la Monza, la Nonora, l’Annina, il Clara, il Sascha e il Rasche, tutta la gente della Boggia, le … … … sotto la banca, le attaccate con la Debba, l’autostop con la mia sore a Madesimo, al freddo e al gelo! Chiedo troppo? Mi sa proprio di sì! Ma giura che non passa mai? Durano cinquanta ore ‘ste giornate! Sono le 16:55 aiuuuuuuuto! (…)

 

Lettera per lei

 

"Non può piovere per sempre", lo sappiamo tutte e due ma è in sere come queste, che i temporali sembrano eterni, e di sere come questa, nell’ultimo periodo ce ne sono troppe. Ci vorrebbe l’arca di Noè per raccogliere ogni animale bagnato e stanco, ci vorrebbe almeno un raggio di sole per scaldarti le ossa. "Non può piovere per sempre". Quante volte ce lo siamo dette io e te, ma è davvero così? Sono vere le parole che ci lanciamo come se fossero palloncini? Io so solo che il mio ombrello si è bucato e l’acqua adesso mi cade sulla testa, e niente riesce più ad asciugarmi. "Non può piovere per sempre". Sono due anni che ce lo ripetiamo come un’assurda filastrocca, sembra una favoletta per bambini, ma io e te bambine non lo siamo più da troppo tempo. In queste sere, però, è bello far finta di credere a quelle favole e pensare che veramente i temporali finiscono e che il Principe Azzurro arriva e ti salva. "Non può piovere per sempre". Dimmelo che è così, caz… dimmi che, se ci affogo in quest’alluvione, troverò la tua mano che mi tirerà fuori e mi farà respirare. Milena, "Non può piovere per sempre". Crediamoci ancora per un po’ e poi cambieremo filastrocca, ma non ti preoccupare: un’illusione e una speranza per andare avanti la troveremo sempre! E, solo per te tutto questo, per te che sai quello che è stato, quello che è, e hai paura di quello che sarà! Milena, lo sai che tanto io ci sono e ogni volta che vorrai sarò pronta a dirti che "Non può piovere per sempre" e insieme a te ci spererò, perché "la speranza è l’ultima a morire".

Buona notte d’acqua, amica mia, spero che almeno non sia pioggia, ma solo lieve rugiada che al mattino risplenderà.