La patente di guida del cammello

 

Ovvero: Ferrari e cammelli in gara nelle fantasie di un detenuto tunisino

 

Di Imed Mejeri, ottobre 1999

 

Stavo guardando, con il mio compagno di cella, la partenza del Gran Premio di Formula Uno di Germania ed ero assorto a capire quanti cavalli aveva il motore della Ferrari.

Immaginavo di vedere la fila di 350 cavalli uno dietro l’altro e non riuscivo con la mia fantasia a vedere l’ultimo della fila.

Immerso in questo strano paragone ho pensato alla mia terra lontana e se potevo trasformare la potenza della Ferrari anziché in cavalli, in cammelli.

In questo modo, pensavo, forse sarei riuscito a vedere l’ultimo della fila in quanto sono convinto che un cammello possa valere almeno quattro cavalli.

Ho chiesto al mio compagno, senza spiegargli le mie strane fantasie, se era d’accordo con me che un cammello vale almeno quattro cavalli.

E’ necessario che, a questo punto, vi spieghi che il mio compagno di cella è, come me, un tunisino, ma dell’interno del paese ed è un esperto di cammelli, in quanto da generazioni la sua famiglia alleva cammelli.

Alla mia strana domanda ha risposto di essere più o meno d’accordo con me. Ma mentre io, con la mia fantasia cercavo di immaginare una fila di oltre 87 cammelli, e non riuscivo a vedere nemmeno in questo caso l’ultimo dell’immaginaria fila, il mio compagno, sollecitato dalla mia domanda, comincia a raccontarmi la sua esperienza a contatto con il deserto e soprattutto con i cammelli.

In quel momento in televisione le macchine schierate sulla linea di partenza avevano avuto semaforo verde e si apprestavano a partire. Io ero concentrato sul televisore e il mio compagno continuava a parlare sebbene io non capissi quello che stava dicendo. Ormai le macchine si erano incolonnate, avevo già fatto il giro di ricognizione e il commentatore ripeteva le posizioni di partenza dei piloti, dopo quei minuti di attenzione particolare, la mia fantasia vagava ancora immaginando le file ordinate di cavalli e cammelli senza mai riuscire a vedere gli ultimi delle due file.

Mi accorgo solo in quel momento che il mio compagno deve avermi fatto una domanda perché mi sta guardando con aria interrogativa e di attesa.

Farfuglio qualcosa che dovrebbe valere come risposta ma che praticamente è una scusa per non averlo ascoltato, e continuo con un’implorazione affinché mi riformuli la domanda. E il mio compagno, come se niente fosse successo, mi chiede. "Tu che sei tunisino come me hai la patente per guidare il cammello?". Resto immobile.

Perplesso mi chiedo se la sua tanto stupida domanda non sia altro che una vendetta per non averlo ascoltato.

Mi vedo seduto sopra la gobba di un cammello, in mezzo al deserto, all’incrocio di due carovaniere, con un vigile fantasma che mi ferma e mi chiede. "Patente e libretto!".

Dietro di me, la fila di cammelli si è fermata dall’altra parte dell’incrocio; il mio compagno di cella esce da una splendida monoposto rossa e dietro di lui vedo una lunga fila di cavalli.

Mi domando dove posso aver messo la patente e il libretto, ma non riesco a capire se effettivamente esistono e possono essere nascosti in qualche posto. Forse, aprendo una gobba, c’è uno scomparto dove è possibile riporre i documenti che interessano.

Il mio compagno, intanto, mi sta parlando ed io, finalmente, riesco a capire quanto mi dice, mentre spariscono dalla mia vista tutte le immagini che si erano accavallate e torno a vedere la realtà che mi circonda: la mia misera cella, il mio compagno di cella con il televisore acceso sul quale le immagini sono quelle del Gran premio di Germania.

Riesco a sentire e a vedere che la Ferrari è in testa alla corsa e quindi mi decido a concentrare tutta la mia attenzione sul mio compagno di cella. Questi mi sta spiegando, con dovizia di particolari, che nel nostro paese il cammello per secoli è stato il fedele ed insostituibile compagno della gente del deserto e lo è tuttora, benedetto anche da Maometto, e ha contribuito anche notevolmente alla modernizzazione del paese.

Il cammello sembra un animale docile e pigro, ma è invece vendicativo e pieno di infinite energie. Può, per esempio, camminare per ventitre ore al giorno e riposare una sola ora; può andare avanti per giorni senza bere ed è in grado di mangiare qualsiasi cosa trovi.

Immaginare quanto possa essere prezioso un animale così dotato è molto difficile per coloro che, come me, lo hanno solo visto, magari in televisione, e non hanno mai avuto la possibilità di capire quale prezioso aiuto sia stato per coloro che hanno dovuto viverci fianco a fianco per continuare a svolgere la propria attività, legata a doppio filo con l’utilizzo più razionale delle doti che madre natura ha voluto concedere a questo prezioso animale.

Infatti, anche oggi che la tecnologia ha messo a disposizione degli abitanti del deserto delle macchine che possono sostituire gli animali, gli stessi stanno ancora utilizzando questi ultimi perché non abbisognano di pezzi di ricambio, di carburante, di gomme e, soprattutto, di patente.

Sì, proprio di quel documento che io voglio cercare sulla gobba del cammello. Ma, mentre per guidare un qualsiasi veicolo è necessario un documento ufficiale, per salire in gobba ad un cammello e farlo partire è indispensabile una conoscenza ed una sensibilità che certamente supera le conoscenze acquisite per prendere il documento ufficiale per guidare un mezzo meccanico e quindi, figurativamente, è indispensabile avere una "patente" anche per condurre il cammello.

E debbo sinceramente dire che, se un giorno, tornando nella mia terra, dovessi avere la necessità di utilizzare le prestazioni di un cammello, non saprei proprio da che parte iniziare, mentre se mi trovassi nella necessità di dover utilizzare un mezzo meccanico, anche particolare, certamente saprei metterlo in moto e farlo partire.

Un cammello a riposo ha bisogno di istruzioni precise e sollecitazioni particolari che solo un esperto "patentato" può dare.

Sapere come va caricato e cosa bisogna portare con se per intraprendere una, anche se breve, camminata nel deserto è una delle tante risposte che solo un esperto può dare.

Risulta alla fine così che la domanda che sembrava, all’inizio, tanto assurda, ora ha trovato una risposta pratica: non ho la patente per guidare un cammello e certamente se mai in futuro dovessi averne bisogno, non sarà semplice procurarmene una che possa essere facilmente utilizzata.

Guardo la televisione e vedo che due Ferrari stanno tagliando, prima e seconda, il traguardo e io sto ancora pensando dove potrò trovare, in Tunisia, una scuola guida che possa abituarmi a… condurre un cammello!