Il colloquio, tempo prezioso ma breve e senza intimità

L’affettività “ristretta” di detenuti e familiari. Non ci sono più barriere di separazione ma l’affollamento e la piccolezza degli ambienti non consentono incontri con un minimo di tranquillità e privacy

 

di Marco Z. e Maurizio F., maggio 2006

 testo tratto da La Rondine

Periodico della Casa di reclusione di Fossano

 

Negli istituti penitenziari, nonostante le tante regole e numerosi divieti, esiste un diritto sacrosanto: i contatti con la famiglia. Questi contatti possono avvenire in genere in tre modi: colloquio personale con contatto visivo, colloquio telefonico (il detenuto può telefonare ad un telefono fisso, per dieci minuti di conversazione alla settimana) e tramite corrispondenza che viene aperta di fronte ad un agente ma non letta.

Il più importante e coinvolgente è sicuramente il colloquio personale con i propri familiari, che viene autorizzato tramite il Giudice delle indagini preliminari se si è imputato (prima del processo di primo grado), dalla Corte di Appello (prima del processo di secondo grado) , o dalla direzione del carcere dove uno è ristretto, se la pena è definitiva. I colloqui sono sei al mese della durata di un’ora ciascuno, inoltre si ha la possibilità di richiedere i colloqui con una terza persona, non parente, che vengono autorizzati dal Magistrato di Sorveglianza, dopo i controlli richiesti dalla direzione dell’istituto.

Qui, a Fossano, i colloqui con i familiari si possono effettuare nei giorni di venerdì e sabato, alla mattina dalle 9.30 alle 11.30, mentre al pomeriggio si effettuano dalle 13.00 alle 15.00. I familiari, quando arrivano, presentano un documento d’identità, consegnano il pacco (che può contenere indumenti e generi alimentari, quelli consentiti da una tabella) per il controllo prima di essere consegnato al congiunto detenuto.

Successivamente vengono perquisiti i familiari, secondo le norme di rispetto alla persona; dopodichè vengono fatti entrare nella sala colloqui, dove, qualche minuto dopo, si incontrano con il

loro parente. La sala colloqui è composta da tavoli rotondi con quattro o cinque sedie dove le persone possono avere la possibilità di parlare, i figli, specie quelli più piccoli, possono stare in braccio al loro papà.

Il detenuto può portare qualche dolcetto per i bambini (merendine, ovetti kinder, cioccolatini), bibite o acqua e caffè o the in un termos di plastica. Se anche non ci sono più da tempo i divisori di vetro e l ‘ambiente è meno traumatico, tuttavia bisognerebbe dotare tutti i carceri di locali e spazi verdi dove ogni nucleo familiare possa godere di maggiore tranquillità e privacy e per un tempo più lungo.

Si tratta di avere più riguardo e attenzione alle esigenze affettive e di crescita dei figli che hanno bisogno della vicinanza del genitore. Alla fine del tempo consentito suona una campanella che annuncia la fine del colloquio e dopo gli abbracci e i saluti, i parenti escono passando dalla portineria, i detenuti passando dal magazzino per il ritiro del pacco che hanno lasciato i familiari. Ritornano alle loro celle con nel cuore la gioia di aver rivisto le persone a loro care ma con le lacrime nascoste per il doloroso distacco.