Affetti in carcere. Notizie dalla Catalogna

 

A Grazia Zuffa, inviata della rivista Fuoriluogo, che gli chiedeva se i colloqui intimi siano concessi anche a persone dello stesso sesso, il direttore generale delle carceri della Catalogna ha risposto senza nessun particolare imbarazzo: "Perché no, abbiamo uno stato laico, anche se siamo un paese cattolico". Straordinaria risposta per noi, che in Italia un approccio, appunto, laico a questi problemi non ce lo sogniamo neppure. L’idea che ai detenuti siano concessi degli spazi intimi per i colloqui con i loro famigliari non piace per niente nel nostro paese, quindi non se ne parla, e tantomeno si parla del fatto che questa cosa è considerata "normale" in gran parte dei paesi d’Europa e non solo. In Spagna è dal 1991 che sono autorizzati i Vis a Vis intimi, ce ne spiega le modalità un ragazzo italiano detenuto in un carcere della Catalogna.

 

Di Federico Scatizzi, agosto 2002

 

Vi scrivo dal Centro Penitenziario Ponent, a Lurida

 

In tutte le carceri della Catalunya i detenuti hanno diritto ai colloqui "normali", ma hanno anche la possibilità di sfruttare un certo numero di ore mensili, che variano da carcere a carcere, per stare con la propria famiglia, o con la propria donna. Nel nostro caso, a Lèrida, abbiamo 4 ore al mese che possiamo dividere in 2 "Vis a Vis" (è così che chiamano questo tipo di colloqui) di 2 ore ciascuno, mentre il "locutorio", che è poi la cosiddetta comunicazione ordinaria, è di un’ora per volta e può essere sfruttata tutti i fine settimana, fino a otto volte al mese, e cioè un’ora al sabato ed un’ora alla domenica. (preciso che questo carcere è quello che concede meno ore fra tutte le carceri della Catalunya).

 

Le strutture per i colloqui sono così collocate

 

Vis a Vis: a lato del "Modulo di ingresso", all’entrata del carcere, c’è una piccola struttura composta da alcune stanze, ognuna con porta di sicurezza, che sono adibite a "Vis a Vis familiare" o "Vis a Vis intimo"; nelle stanze per il Vis a Vis familiare ci sono i tavoli, sedie ed il bagno completamente arredato ed ovviamente separato dalla stanza, ma comunicante. Nel Vis a Vis intimo invece del tavolo c’è il letto matrimoniale.

La sala colloqui è dalla parte opposta ed è il classico "locutorio" che si vede nei film, separato da vetri e con l’ufficio dei funzionari disposto in modo che con solo un’occhiata si possa vedere, ma non sentire, tutto. Si comunica con un microfono e degli altoparlanti.

Tutti i detenuti hanno diritto ai Vis a Vis, ed è ammessa anche la possibilità di aumentare le ore. Non sono richiesti requisiti di ammissione proprio perché il Vis a Vis è un diritto per tutti, ci sono esclusioni solo in caso di sanzioni molto gravi per ordine del direttore del carcere o con approvazione del Giudice di Vigilanza.

In questo carcere c’è un regime interno regolato da tre fasi; la fase uno e due dà diritto ad un minimo di due ore mensili di vis a vis, mentre la fase tre dà diritto a quattro ore di vis a vis.

Non pensate però che sia tutto rose e fiori perché non è affatto così; in estate qui fa un caldo infernale, la temperatura arriva ai 40 gradi ed oltre, le stanze del vis a vis non sono ventilate, quindi vi lascio immaginare il caldo. Al piano terra il vis a vis familiare è per 4 famiglie, tutti nella stessa stanza, il che vuole dire che potendo entrare quattro persone per ogni singolo detenuto ci si riduce a 20 persone tutte in una stanza, con più di 40 gradi e senza un minimo di intimità. Converrebbe, se possibile, fare sempre il vis a vis intimo, però alcuni di noi non sono né sposati né fidanzati, per di più in molti siamo stranieri, e dunque le difficoltà raddoppiano.

 

I colloqui "intimi" nelle carceri della Catalogna

 

La regione della Catalogna gode di una notevole autonomia anche in materia penitenziaria, poiché l’amministrazione carceraria dipende dalla Generalitat di Catalogna e non dal governo centrale.

Ai detenuti sono concesse visite "riservate" dei familiari, che non costituiscono un premio, ma un diritto per tutti i reclusi, anche per chi è in regime "chiuso" o in custodia cautelare.

La legge autorizza due visite al mese senza sorveglianza, una con la famiglia o con amici, l’altra, definita "intima", col coniuge o il partner. Ma ne sono autorizzate anche di più, se il detenuto non crea problemi. È considerato partner colui o colei che si presenta regolarmente ai colloqui ordinari, che hanno luogo ogni fine settimana. I colloqui vis a vis sono stati introdotti nel ‘91, e ne usufruiscono quasi tutti i detenuti. I vis a vis sono permessi anche fra persone dello stesso sesso.