Dal carcere di Bergamo storie

di "ordinario" sovraffollamento

 

Questa lettera ci è pervenuta da un nostro lettore attualmente detenuto nel carcere di Bergamo. Esprime la sua testimonianza sui disagi provocati dal sovraffollamento. Abbiamo deciso di pubblicarla per non abbassare la guardia su questo argomento, oggi più che mai drammatico. Attendiamo altri racconti, conferme, eventuali smentite

 

Di Erik, maggio 2001

 

Mi piacerebbe scrivere di quanto mi è capitato durante il mio trasferimento in Sardegna, ma forse è ancora presto, lo farò appena troverò "l’ispirazione". Ciò che invece voglio fare assolutamente, è far conoscere una particolare situazione che sta avvenendo qui a Bergamo. Sarei contento se ne deste notizia sul vostro giornale.

Sta avvenendo un fatto molto increscioso, a causa del sovraffollamento. In questo carcere i detenuti nuovi giunti vengono rinchiusi nelle salette, dove normalmente si fa socialità. Il fatto drammatico è che ciò non avviene solo per una notte, ma che questa emergenza si sta trasformando in normalità.

In una stanza di circa trenta metri quadrati, ed anche meno, vengono rinchiuse 5, 6, a volte anche otto persone. Ci tengo a precisare che non essendo questa una stanza adibita normalmente a dormitorio, dentro non ci sono né i servizi igienici né acqua corrente, ci sono solo le brande.

I detenuti che vi vengono rinchiusi possono soltanto aspettare, e sperare di poter al più presto scontare la galera in condizioni migliori, almeno con un lavandino ed una turca a disposizione.

Per poter andare in bagno la notte devono chiamare l’agente di servizio e, se trovi la persona corretta e che comprende il disagio che stai vivendo, riesci ad andare in bagno nel giro di dieci minuti, altrimenti… sono dolori. Questa situazione è vissuta con molto disagio anche da tutti gli altri detenuti. Ci auguriamo che si trovi al più presto una soluzione, che sia accettabile da un punto di vista della dignità umana.