"Mai più Mai". L’ergastolo c’è… perché non c’è

 

Di Carmelo Musumeci, febbraio 2000

 

Da circa un anno e mezzo la legge sull’abolizione dell’ergastolo è ferma alla Camera. A suo tempo, il primo intervento pubblico del Ministro della giustizia Diliberto è stato a favore dell’abolizione dell’ergastolo, poi più nulla.

Oramai da molto tempo, su quest’argomento, tutti tacciono, probabilmente per paura di perdere poltrone e consensi. Proviamo a parlarne noi, con la speranza che qualcuno ci dia un po’ di spazio per pubblicare quest’intervento.

Leggiamo nel Codice penale: "È manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’ergastolo in riferimento all’articolo 27 della Costituzione, perché c’è la possibilità che il condannato all’ergastolo possa usufruire della grazia o di eventuali benefici della legge Gozzini. In poche parole, e correggeteci se sbagliamo, "l’ergastolo c’è… perché non c’è".

Pazzesco! Neppure l’azzeccagarbugli del Manzoni poteva dire o scrivere di peggio. A nostro parere la Corte costituzionale in questa motivazione ha usato eccessi o forzature insensate, mancando anche di quell’umana pietas, che non può e non deve mai essere disgiunta dalla Giustizia. Non c’è speranza né dignità umana senza la certezza di poter finire la propria condanna, giusta o sbagliata che sia. Senza contare che, per molti di noi, usufruire di una grazia o della legge Gozzini è molto difficile, vuoi perché si sia innocente, vuoi perché si è contrari ai benefici di legge che non siano diritti.

Per esempio, che scrive ha giurato di uscire solo a fine pena, quindi in sostanza mai, perché ribellarsi contro l’annientamento della legge Gozzini è l’unico modo di sentirsi ancora vivo.

La realtà è che la legge Gozzini viene brandita dallo stato come un metodo per piegare e spezzare la dignità dei detenuti: se reclami, anche quando hai delle ragioni, hai torto; se invece stai sempre zitto e sai subire, sai rinunciare ai tuoi diritti, allora sei bravo e forse un giorno, molto lontano, potrai ottenere qualche cosina.

Ma per noi ergastolani è molto peggio. I torti, le ingiustizie ed i ricatti sono molti di più, quindi c’è, tra noi, chi ha deciso di morire una sola volta, piuttosto che morire un po’ tutti i giorni. Allora l’ergastolo, per questi, c’è, ed è per sempre.

Quindi, la legge e la Corte Costituzionale, mentono sapendo di mentire. La verità è che l’ergastolo è una sorta di "medicina", tanto forte da uccidere il peccato ed il peccatore, di più il peccatore che il peccato. L’ergastolo è un’ingiustizia ben peggiore di quella che si vuol punire. Si arriva a pensare, e a scherzarci sopra, che morire prima del tempo è un guadagno per noi e un dispetto allo Stato, perché è atroce continuare e vivere ed a soffrire senza misura e senza speranza. Non si sa più se augurarsi, tra noi ergastolani, vita breve o vita lunga, perché con l’ergastolo si diventa quasi immortali, si pensa poco alla libertà e la morte non fa quasi più paura.

Alcuni politici dicono di abolire l’ergastolo, tanto esiste solo sulla carta e nessuno lo sconta. Invece, non è così. Si può stare in prigione tutta una vita, ma non certo con il pensiero di starci tutta la vita. È troppo chiedere a questo Stato, a questa società ed a questa legge, quando finisce la nostra pena?

Dato che il nostro fine pena è mai, come mai dite che l’ergastolo c’è… perché non c’è?