Informazione
e prevenzione
A
Bollate, uno Sportello Salute da esportare in altre carceri
La
sua attività si basa sull’ascolto dei problemi dei detenuti, per poi
trasmettere all’Area Sanitaria le richieste più significative e urgenti
intervista
a cura di Maurizio Bertani
A
Bollate c’è un giornale realizzato dai detenuti per parlare di salute in
carcere, per spiegare come fare prevenzione. Si chiama “Salute inGrata” e
coinvolge una trentina di detenuti che trovano notizie e informazioni su temi
legati alla salute. Viviana Brinkmann, vicedirettore del giornale e presidente
dell’associazione “Amici di Zacchero” che ha dato vita al mensile, si
occupa della rivista, ma anche dello Sportello Salute che fornisce informazioni
sui servizi medici. L’abbiamo intervistata per capire se questo Sportello è
“esportabile” in altre carceri.
Quando
e con quali motivazioni è nata l’idea di aprire all’interno del carcere uno
Sportello Salute?
Lo
Sportello è nato circa tre anni fa con l’intento di fornire informazioni su
quanto si può ottenere in carcere in merito alla prevenzione di malattie come,
ad esempio, l’epatite, le malattie dermatologiche o la tubercolosi, e sui
percorsi burocratici. Promotrice dell’iniziativa che ne supporta in ogni fase
l’operatività è l’associazione di volontariato “Gli amici di Zaccheo-
Lombardia”.
Con
quali principi e metodi si muovono gli operatori dello Sportello, nei colloqui
con i detenuti?
Il
principio fondamentale della nostra attività si basa sull’ascolto delle
problematiche dei detenuti, per poi trasmettere all’Area Sanitaria le
richieste più significative e urgenti; chiaramente non essendo medici non
possiamo dare nessun consiglio terapeutico, ma agevolare e informare.
Lo
Sportello ha un collegamento diretto con l’équipe medica del carcere?
Si.
In questo ultimo anno, con un impegno comune, si stanno svolgendo in tutti i
reparti dell’Istituto riunioni dedicate alla prevenzione, presiedute da medici
specialisti, per esempio l’odontoiatra, l’infettivologo, l’ortopedico.
Tutta l’organizzazione è a cura dei detenuti autorizzati dello Sportello
salute.
Lo
Sportello può, in caso di necessità, far intervenire un medico volontario,
collaboratore dello Sportello stesso?
No,
in quanto nello staff dello Sportello salute non esistono medici; tutto è
svolto da detenuti volontari e dall’Associazione.
Quali
sono le richieste che lo Sportello Salute riceve di solito e a chi vanno poi
indirizzate?
Gran
parte delle domandine che ci pervengono riguardano problematiche relative
all’odontoiatria; seguono ortopedia, chirurgia e informazioni generali. Una
volta effettuati i colloqui per quanto riguarda l’odontoiatria esiste un
rapporto diretto con l’èquipe medica, mentre il resto viene rimandato al
Medico di reparto e al Dirigente sanitario.
Lo
Sportello ha la possibilità di intervenire, perché una richiesta del detenuto
venga accolta più rapidamente da parte dell’équipe medica?
Ciò
è possibile attualmente solo per l’odontoiatria, ma certamente le
segnalazioni che inoltriamo vengono attentamente valutate.
Nel
caso che le richieste rimangano insoddisfatte, lo Sportello ha la possibilità
di rivolgersi alla direzione del carcere o ad altri organi istituzionali in
campo sanitario o altro?
Nel
caso in cui alcune richieste rimangano insoddisfatte per un qualsiasi motivo, è
nostra premura interagire sia con la Direzione d’Istituto sia con il Dirigente
Sanitario segnalando i singoli casi.
Noi
riscontriamo che uno dei maggiori problemi nel campo della salute in carcere è
il sospetto di simulazione che spesso gli operatori sanitari manifestano nei
confronti dei detenuti. In questi casi come si attiva lo Sportello?
Ad
oggi non abbiamo mai ricevuto segnalazioni da parte della popolazione detenuta
che riguardassero tali atteggiamenti da parte degli operatori sanitari.