“Numero
speciale affetti”
Carceri
più umane significa carceri che non annientino le famiglie
L’Europa
non si può “accontentare” dei tre metri di spazio a detenuto per decretare
che le nostre carceri non sono più disumane. Lo sono eccome, e lo sono in
particolare per come trattano i famigliari delle persone detenute: sei ore al
mese di colloqui e dieci miserabili minuti a settimana di telefonata, spazi per
gli incontri spesso tristi e affollati, attese lunghe, estenuanti, umilianti.
E
allora chiediamo all’Europa di occuparsi anche delle famiglie delle persone
detenute, e di invitare l’Italia a introdurre misure nuove per tutelarle.
Siamo convinti che unirci in questa battaglia possa essere una forza in più per
ottenere il risultato sperato. E noi speriamo che questa battaglia qualche
risultato lo dia: una legge per liberalizzare le telefonate, come avviene in
moltissimi Paesi al mondo, e per consentire i colloqui riservati. E una legge
così, aiutando a salvare l’affetto delle famiglie delle persone detenute,
produrrebbe quella “sicurezza sociale”, che è cosa molto più nobile e
importante della semplice sicurezza.
Firmiamo
per chiedere finalmente questa legge, coinvolgiamo le famiglie di chi è
detenuto, ma anche quelle dei cittadini “liberi”, perché in ogni famiglia
può capitare che qualcuno finisca in carcere, e nessuno più dovrebbe essere
costretto alla vergogna e alla sofferenza dei colloqui, come
avvengono
ora nelle sale sovraffollate delle nostre galere.
Raccogliamo
migliaia di firme, da tutte le carceri, ma anche dal “mondo libero”, per un
po’ di amore in più.
Si
può firmare anche nel sito www.ristretti.org.