Una
trasmissione radiofonica di suoni, suonatori, suonati dal fondo delle prigioni
Si
chiama Jailhouse rock, e si rivolge anche a persone che sono in un mondo meno
vicino, meno interessato, meno esperto di galera rispetto agli “addetti ai
lavori” che tradizionalmente si occupano di carcere, e lo fa attraverso la
musica
a
cura di Paola Marchetti
Jailhouse
rock è una trasmissione radiofonica in onda su Radio Popolare e sulla web radio
Articolo 1. “In Jailhouse rock le storie di musica e di carcere si
attraversano le une con le altre”. Alla trasmissione collaborano detenuti del
carcere romano di Rebibbia Nuovo Complesso e del carcere milanese di Bollate.
Dando vita alla prima esperienza del genere, ogni settimana realizzano un
Giornale radio dal carcere (Grc) in onda all’interno di Jailhouse rock, nonché
delle cover degli artisti ascoltati nella puntata. Ospiti fissi, il provveditore
all’amministrazione penitenziaria toscana Carmelo Cantone, l’avvocato Mirko
Mazzali e l’esperta di comicità e sentimenti reclusi Lucia Pistella. Abbiamo
intervistato uno dei promotori, Patrizio Gonella, che è anche il presidente
dell’associazione Antigone, che ha dato vita a questa esperienza.
Vorrei
che mi raccontasse la storia di questa idea…..
È
il quarto anno che io e Susanna Marietti di Antigone, curiamo e conduciamo una
trasmissione radiofonica, Jailhouse rock, un programma di suoni, suonatori,
suonati dal fondo delle prigioni. Una trasmissione che va in moltissime radio e
che ospita al proprio interno una storia. Jailhouse rock racconta storie di
musicisti. Ogni puntata è dedicata a un musicista che in qualche modo ha
conosciuto il carcere: diciamo un po’ tutti più o meno. La prima puntata di
quest’anno è stata dedicata a tre su quattro dei Beatles. Andiamo in onda
tutto l’anno, dentro la trasmissione ospitiamo un GR, un giornale radio dal
carcere, per metà curato da alcuni detenuti del carcere romano di Rebibbia
Nuovo Complesso adiuvati da nostri volontari, e per metà dalla redazione di
Carte Bollate, il giornale prodotto nel carcere milanese di Bollate. Arriva alla
trasmissione, ogni settimana, sempre da Bollate, un file audio che è una cover
di uno dei pezzi dell’autore di cui si parla, che viene suonato e registrato
dal gruppo rock che c’è a Bollate. Questa settimana si parlerà di un gruppo
rock francese, i Noir Désir, e ci manderanno una cover di questo gruppo che noi
metteremo in onda. La trasmissione parla di rock e di carcere.
Perché
web radio? noi trasmettiamo in diretta tutti i venerdì dalla web radio della
CGIL, Radio Articolo 1, che trasmette in audio-video tutti i giorni. Quindi
andiamo in diretta tutti i venerdì dalle 17 alle 18, e la trasmissione poi
viene ripresa da molte delle radio del circuito di Radio Popolare. Radio
Popolare Milano, che copre tutta la Lombardia trasmette la domenica la nostra
trasmissione, il sabato a Radio Città del Capo di Bologna, a Radio Città
Aperta a Roma…. In realtà stanno aumentando il circuito di radio che ci
ospitano, alcune delle quali sono piuttosto ascoltate. Noi abbiamo scelto la web
radio ma abbiamo voluto anche andare nell’etere in modo che i detenuti ci
possano ascoltare, altrimenti questa possibilità non l’avrebbero. Considerate
che ci possono sentire anche dal satellite, attraverso il digitale. Quindi le
possibilità d’ascolto sono molteplici. Nella trasmissione, oltre a ospitare
il GR fatto dai detenuti, per cui ascoltiamo le loro voci, oltre alla cover,
noi, con la nostra esperienza, parliamo sì di musica, ma anche di carcere e
abbiamo come ospite fisso da quattro anni Carmelo Cantone, ex direttore a Padova
e poi a Rebibbia e ora Provveditore alle Carceri della Toscana.
Questa
esperienza è un insieme di lavoro fatto in carcere, di lavoro vostro…
Soprattutto
la musica, la passione musicale rock. Il nostro intento è di fare una
trasmissione non barbosa, che non colleghi il tema del carcere necessariamente a
un interesse di “esperti” o di settori marginali della società che sono
sempre i soliti. Evitare cioè una trasmissione “convegnistica”, ma fare una
trasmissione che il più possibile si rivolga anche a persone che sono in un
mondo a noi meno vicino, meno interessato, meno esperto, e attraverso la musica
ci si arriva più facilmente. Noi l’abbiamo visto, ci abbiamo scritto anche un
libro, “Jailhouse Rock. Cento storie di musicisti dietro le sbarre”,
dove raccontiamo le storie di, faccio un esempio, Roberto Vecchioni. Non
tutti sanno che anche lui ha avuto un problema con il carcere. Attraverso il
rock, il blues, il jazz, cercare di spiegare che è sempre possibile averci a
che fare, che il carcere è qualcosa che ci appartiene, non qualcosa di
“altro”.
Anche
se c’è da dire che ci sono moltissimi che pensano proprio che “a me non
capiterà mai”…
Questa
esperienza ha dei riscontri, vedete che c’è un ritorno, avete un filo diretto
anche con gli ascoltatori?
No,
noi non abbiamo un filo diretto perché raccontiamo una storia, andando in onda
in differita. In diretta siamo sulla web radio ed è complicato il filo diretto.
Comunque il fatto che la CIGL si sia aperta per ospitare nella sua web radio una
cosa che riguarda il carcere è un buon segnale. È l’unica trasmissione che
ha la CIGL che non parli di lavoro. È un segnale di grande apertura.
I
segnali che abbiamo sono altri. Ad esempio la progressiva notorietà della
trasmissione, la cover band di Bollate per cui l’anno scorso avevamo
organizzato un concerto. Siamo riusciti a portarli all’auditorium, insieme ai
fratelli Righeira – uno dei due è stato in carcere proprio da voi, a Padova
nel 1994 – e dopo quella serata è stata chiamata a suonare per tutta
l’estate in vari posti. Ovviamente più diamo la possibilità di ascolto,
meglio è. Quindi dobbiamo coprire ambiti territoriali dove siamo ancora
scoperti e con radio che abbiano sempre più possibilità di diffusione.
Ci
sono zone nel nostro paese dove c’è ancora il problema della copertura?
Infatti,
l’unica zona del sud d’Italia dove siamo presenti è nel Salento perché ci
ospita Radio Popolare Salento. Noi ci affidiamo al network di Radio Popolare che
copre tutto il centro nord.
Ci
sono carceri in cui la dignità è calpestata, ecco io mi chiedo se non sono
proprio quei detenuti che avrebbero più bisogno di interventi che portino loro
un po’ di “benessere”.
Per
trasformare la nostra trasmissione in qualcosa di più ci vorrebbe un
investimento pubblico. Noi facciamo tutto questo con le nostre risorse,
soprattutto umane. Come dire che queste cose resistono sino a che noi abbiamo
voglia di farle.
A
parte la presenza del dottor Cantone, le istituzioni ci sono, sono presenti?
L’istituzione
è presente nel senso che ci dà gli spazi, i permessi per fare i GR, almeno
l’amministrazione centrale non ci pone ostacoli al riguardo. Abbiamo avuto
l’anno scorso qualche problema su Rebibbia: l’organizzazione interna non
rendeva facili le riunioni di redazione, le registrazioni, ma, a parte quello,
abbiamo collaborato bene con l’istituzione. L’altro anno si è fatto
intervistare anche il capo del Dap dell’epoca, dottor Ionta. D’altronde
l’amministrazione penitenziaria in questo periodo è sotto i riflettori.
Quindi
la trasmissione si sviluppa in due livelli: musica, con la storia del
personaggio, ma anche interviste e approfondimenti sul carcere?
Ogni
puntata ci sono almeno due interviste. Quello che vogliamo evitare sono le
interviste tradizionali che si fanno sul carcere, tutte interne al nostro mondo.
Noi cerchiamo di aprire quel mondo, di aprirci anche all’esterno. Ad esempio,
la scorsa settimana abbiamo intervistato il cantante dei Nomadi, e lo abbiamo
fatto parlare anche di carcere. Cerchiamo, attraverso la musica, di aprire degli
squarci di riflessione, senza ingabbiare però la discussione su temi e toni da
esperti del settore.
Del
resto ai convegni le facce che si incontrano sono sempre più o meno quelle, non
si raggiunge la popolazione esterna….
Un’altra
osservazione che vorrei fare è che ci sono localmente, in qualche città, radio
che parlano anche di carcere ogni tanto, ma la nostra radio è invece a livello
“nazionale”, ed è la prima.
Jailhouse rock. Ogni venerdì dalle 17.00 alle 18.00 in diretta su Radio Articolo 1. Potete ascoltare Jailhouse rock anche su Radio Popolare, sulle frequenze della Lombardia e di altre radio di Popolare Network, la domenica dalle 16.30 alle 17.30. In onda anche su Controradio il martedì alle 23.30, su Radio Città del Capo il sabato alle 14.00, su Radio Popolare Salento la domenica alle 16.30 e su Radio Città Aperta di Roma (88.90 MHz) il venerdì alle 14.00.