Convegno "Carcere e territorio"

Percorsi di recupero e di reinserimento sociale delle persone detenute

Galliera Veneta (Pd) - 28 novembre 2003

 

Rossella Favero, Coord. Rassegna Stampa nella C.R. di Padova

 

La "Rotonda Tre": area del trattamento, della socializzazione, della formazione Mi "occupo" di carcere da circa otto anni. E' il mio lavoro. Fino allo scorso anno ero insegnante del Centro Territoriale (che nella Casa di Reclusione gestisce i corsi di alfabetizzazione, di scuola media e di educazione degli adulti), adesso continuo ad occuparmi di formazione e coordino un'attività che fino allo scorso anno era gestita dalla scuola, il laboratorio di Rassegna Stampa. L'area che descriverò, che nella Casa di Reclusione è chiamata "area della Rotonda Tre", comprende Rassegna Stampa, Ristretti Orizzonti, il Tg2 Palazzi e la Legatoria. Nell'insieme i detenuti coinvolti sono circa 80. Innanzitutto, dando uno sguardo retrospettivo a questi otto anni, posso dire che nella Casa di Reclusione si è vissuta una specie di rivoluzione nella gestione sia dello spazio che del tempo. Lo Spazio. Vedo in sala l'ex direttore, dottor Cantone. Beh, mi viene da dire che con lui, "stressato" dalla scuola che aveva sempre più fame di aule e inoltre "raddoppiava" con la scuola superiore, si è assistito alla moltiplicazione degli spazi scolastici: nel reparto F (area delle scuole) crescevano i muri, si eliminavano gli spazi morti. Altrove (in Alta Sicurezza, ai Protetti, al 1° e 5° piano) invece si buttavano giù i muri. Poi è stata la volta della Rotonda Tre, che io ricordo un tempo deserta, o quasi: oggi le aule, tutte piene, sono otto. Anche perché il dottor Pirruccio, attuale direttore, non è stato da meno, nella furia di ampliare gli spazi scolastici . Ovviamente il proliferare delle aule ha significato un cambiamento di clima, di atmosfera, una ricchezza di corsi e di attività, un numero crescente di detenuti impegnati in attività culturali e di formazione. Il Tempo. Il tempo, della scuola e della cultura, si è via via "allungato" fino a coprire tutto l'anno. L'area di cui parlerò ora è attiva anche d'estate, caso non unico, ma quasi negli istituti penitenziari. Torno a parlare all'Area della Rotonda Tre. Mi piacerebbe rendere con le mie parole l'idea dell'atmosfera "laboriosa". Rassegna Stampa è un laboratorio in cui circa 30 detenuti, coordinati da insegnanti e volontari, preparano raccolte di articoli di giornale su temi diversi per scuole, biblioteche, enti, associazioni. È attività insieme culturale e di produzione di un servizio, di formazione, ma formazione "sul campo". Ristretti Orizzonti è una rivista dal carcere e sul carcere, collegata a un Centro Studi sulle tematiche penitenziarie e a un sito, www.ristretti.it, prodotto interamente, sia dal punto di vista dei contenuti che informatico, attraverso il lavoro redazionale di circa 20 detenuti e di alcuni volontari. Insieme, Rassegna Stampa e Ristretti Orizzonti (entrambi coordinati dall'associazione "Il Granello di senape") formano il Centro di Documentazione Due Palazzi. Il Laboratorio di legatoria e cartotecnica è collegato a un progetto del Comune di Padova iniziato alcuni anni fa; raggruppa circa 15 detenuti, che attraverso corsi finanziati da enti diversi, imparano le tecniche e producono i materiali che vedete esposti in questa sala, la decorazione della carta, il restauro del libro... Il Tg Due Palazzi è un gruppo di circa 15 detenuti, autogestito, che produce video e in particolare un telegiornali sulle tematiche del carcere, e viene trasmesso, oltre che nel circuito interno della Casa di Reclusione, da Telechiara tutte le settimane. Due "operatori" del TG, Marco e Stefano, sono qui oggi in permesso premio, assieme ad altri "ragazzi" delle attività: Karim, Kais, Germano, Maurizio, Franco. La loro presenza spiega da sola come, nella nostra attività, sia importante il rapporto dentro/fuori e i permessi premio siano spesso utilizzati per presentare le attività (nelle scuole, a Civitas, a Exposcuola…). Voglio ricordare anche quelli che non usufruiscono di permessi, ma hanno lavorato per preparare le cartelline e i materiali che vi sono stati consegnati, in particolare Andrea Andriotto e Graziano Scialpi, che hanno curato la grafica. In quest'area l'integrazione tra i corsi di formazione e l'attività laboratoriale, che prima ho definito come "formazione sul campo", ha creato delle professionalità che potranno essere strumento per il reinserimento sociale e lavorativo. Aprendo una parentesi, ne approfitto per dare ufficialmente una notizia: per offrire sbocco alle professionalità di cui sto parlando, è nata in questi giorni una nuova cooperativa sociale, "Altracittà". C'è un altro aspetto dell'area di cui mi piace parlare: la socializzazione. Chi visita le aule ha la sensazione di una grande laboriosità, di un'atmosfera più da ufficio che da carcere, di elementi interessanti di organizzazione del lavoro. Il tutto in un ambiente plurilingue e multiculturale, in cui il confronto e la risoluzione di problemi sono il pane quotidiano. L'attività è talmente articolata e complessa, che si può dire che costituisca un laboratorio anche dal punto di vista della "cultura del lavoro" e della "cultura delle regole", cultura così centrale in un luogo come il carcere. Per quest'ultimo aspetto, fondamentale è la collaborazione costruita nel tempo con gli educatori e con la polizia penitenziaria. È in particolare grazie alla disponibilità degli agenti se tutto quanto ho descritto può realizzarsi, giorno dopo giorno, nonostante le difficoltà strutturali dell'ambiente penitenziario. Questo confronto continuo, il convergere di professionalità diverse, ognuno nel rispetto del ruolo proprio e altrui, la collaborazione quotidiana nell'affrontare e risolvere i problemi fanno sì che l'atmosfera nella Rotonda Tre sia particolare, allo stesso tempo fervida, ricca e serena. Racconterò, per rendere l'idea che ho appena enunciato, e concludere, un aneddoto. Qualche tempo fa feci richiesta al direttore, allora il dottor Cantone, di portare a Rassegna Stampa due pesci rossi. Il dottor Cantone autorizzò e firmò. Quando arrivai, con aria soddisfatta e pesci nonché relativo mangime, nell'aula, trovai gli agenti che mi attendevano con aria insolitamente corrucciata. Dissi che avevo l'autorizzazione. Annuirono e mi comunicarono freddamente che c'era anche un altro ordine di servizio relativo ai pesci. Quando, depositati i pesci, chiesi di poterlo leggere mi accontentarono. L'ordine di servizio, regolarmente firmato dal direttore, autorizzava l'agente che ne aveva fatto richiesta (e qui cito il testo, che ricordo molto bene) "a introdurre nell'area della Rotonda Tre un gatto; per il cibo non si facevano richieste, in quanto erano presenti i pesci della professoressa Favero". Ecco, è solo un aneddoto, ma rende bene l'atmosfera, i rapporti, il clima di collaborazione.