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Giornata di studi "Carcere: salviamo gli affetti" L’affettività e le relazioni famigliari nella vita delle persone detenute (La giornata di studi si è tenuta il 10 maggio 2002 nella Casa di Reclusione di Padova) Nicoletta Regonati (Psicologa dell’A.C.A.T.)
Io mi chiamo Nicoletta Regonati e da alcuni anni faccio delle attività all’interno del carcere Due Palazzi. L’intervento di Nicola mi sollecitava una riflessione su un’esperienza che a Padova esiste da dieci anni, quella della presenza dei Club degli Alcolisti in Trattamento all’interno del carcere Due Palazzi. I Club degli Alcolisti in Trattamento hanno nella loro filosofia un approccio che è famigliare e questo ha, secondo me, un significato molto forte anche quando, come nel caso del carcere, non sempre la famiglia condivide al 100% questa esperienza e questo cammino. Però io credo che molte delle attività e dei percorsi - progetti si fanno anche laddove la famiglia non è fisicamente presente e, proprio il tipo d’approccio, il tipo d’impostazione, la fa sentire comunque partecipe. Nel caso dei Club in carcere, per fare un esempio, le famiglie laddove è possibile entrano e partecipano al momento dell’incontro. Dove non è possibile che entrino, comunque condividono la stessa esperienza di Club, lo stesso percorso nei Club del territorio. Condividono poi dei momenti durante i permessi, se possibile, o durante le iniziative che si fanno in carcere e credo che questo sia molto importante. Perché molte volte noi ci rivolgiamo alle persone come se le persone fossero sole sulla terra. Ma nessuno è mai solo. Credo proprio che il nostro atteggiamento verso le persone, pensate come componenti ad una famiglia, in senso molto ampio, fatta di amici, di affetto, sia fondamentale per qualsiasi cosa si voglia fare.
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