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Interrogazioni al Ministro della Giustizia (Camera dei Deputati)
CENTO - Seduta n. 510 del 20.9.2004 - Interrogazione a risposta scritta:
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: secondo quanto emerge da un articolo del quotidiano Il Tirreno dei primi giorni di settembre 2004, un ex detenuto del carcere Sughere di Livorno avrebbe dichiarato di essere stato anche lui come altri in una particolare cella detta cella "liscia"; in detta cella si sconterebbe un’ulteriore punizione poiché i detenuti verrebbero denudati e lasciati in un materasso senza poter uscire o parlare con qualcuno e addirittura ad ogni tentativo di reclamo verrebbero malmenati dalle guardie -: se il ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti e se questi corrispondano al vero; quali provvedimenti intenda intraprendere per verificare l’esistenza di questa particolare cella di isolamento e se non ritenga che questo tipo di carcere punitivo violi l’integrità fisica e i diritti dei detenuti stessi.
TIDEI - Seduta n. 508 del 16.9.2004 - Interrogazione a risposta orale
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il 14 settembre nella casa circondariale di Civitavecchia, nuovo complesso di Aurelia, un polacco di 45 anni si è suicidato, impiccandosi con la cinghia dei pantaloni nella sala hobby del carcere; questo suicidio allunga la lista degli altri, purtroppo non infrequenti suicidi, suscitando forti inquietudini sulle condizioni interne del carcere e sulla gestione del complesso, con particolare riferimento ai livelli di vigilanza assicurati dal personale in organico; l’adeguamento dell’organico degli agenti penitenziari è un problema più volte sollevato e mai risolto, con le conseguenze di super lavoro, di stress e disagi per tutto il personale di sorveglianza -: quali siano le circostanze in cui si è verificato l’ennesimo suicidio; quali misure il Ministro interrogato intenda prendere per innalzare la qualità della condizione dei detenuti in questo carcere, con riferimento soprattutto, all’insufficienza dell’acqua e alla sua potabilità e relativamente all’adeguamento dell’organico che è assolutamente inadeguato rispetto al numero dei detenuti.
MOLINARI - Seduta n. 506 del 14.9.2004 - Interrogazione a risposta orale
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: periodicamente l’interrogante in qualità di parlamentare, si reca in visita presso la casa circondariale della città di Potenza; la struttura però risulta peggiorata nel corso di questi ultimi anni accentuando i limiti del sovraffollamento, della carenza di organici della polizia penitenziaria, della vivibilità in generale del penitenziario; gli agenti di polizia penitenziaria suppliscono conabnegazione e senso del dovere alla carenza sopportando carichi di lavoro e non vedendosi riconoscere turni di riposo e ferie non godute; a ciò si aggiunga che l’attuale Direttore è spesso fuori sede, in quanto sovrintende a due strutture di cui una fuori regione; nel corso della visita effettuata il 15 agosto 2004 l’interrogante ha riscontrato che la carenza di organici di polizia e quindi l’impossibilità di garantire adeguata sicurezza all’interno dell’istituto ha costretto addirittura i detenuti ad assistere alla funzione religiosa in numero esiguo e a turnazione; esiste una condizione di vera e propria emergenza che interessa il sottodimensionamento degli organici del contingente femminile di polizia penitenziaria presso la casa circondariale di Potenza; carente risulta anche il numero degli assistenti sociali, condizione quest’ultima grave anche in considerazione della elevata percentuale di detenuti extracomunitari; all’interno della Casa circondariale di Potenza sono del tutto assenti i momenti di socializzazione tra i detenuti e nel contempo manca la possibilità di usufruire della palestra così come mancano i corsi di formazione; per il carcere di Potenza è stato finanziato un progetto Caritas con i fondi dell’8 per mille in favore dei detenuti la cui prima tranche di finanziamento è stata già assegnata ma non ancora realizzata; nonostante l’approvazione del regolamento penitenziario approvato nella scorsa legislatura dal Governo Amato molti punti concernenti il miglioramento della vivibilità all’interno delle carceri restano disattesi; nella scorsa legislatura fu approvata la legge 193.2000 (legge Smuraglia) concernente "Norme per favorire l’attività lavorativa dei detenuti" il cui regolamento dopo i rilievi del Consiglio di Stato attende ancora specifica attuazione; con il decreto legislativo 230 del 1999, si introduceva la riforma della medicina penitenziaria con il passaggio al servizio sanitario nazionale che ad oggi risulta, secondo l’interrogante, colpevolmente non attuata, fatta eccezione per l’iniziativa autonoma di alcune regioni; con le ultime tre leggi finanziarie si sono tagliate le risorse per la sanità penitenziaria con grave pregiudizio per la salute dei detenuti e di chi li assiste; il Ministro della giustizia ha rilasciato in merito alla situazione delle carceri nel nostro paese alcune dichiarazioni, secondo l’interrogante gravi e ai limiti della irresponsabilità, che prendono spunto da vere e proprie "liste di proscrizione" nei confronti dei deputati che periodicamente visitano le carceri italiane -: quali iniziative intenda adottare per assicurare la stabile presenza di un direttore presso la Casa Circondariale di Potenza nonché quali iniziative intenda adottare per rafforzare gli organici della polizia penitenziaria, anche nella sezione femminile e quali provvedimenti intenda porre in essere per consentire l’utilizzo della palestra, per la determinazione di nuovi corsi di formazione, per dare impulso alla realizzazione del progetto Caritas approvato e migliorare complessivamente la condizione di vita all’interno del carcere di Potenza favorendo momenti di socialità e di formazione.
PERROTTA - Seduta n. 505 del 13.9.2004 - Interpellanza
Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere, premesso che: il sindaco di Roccaraso si è suicidato in carcere perché accusato di concussione; nelle carceri italiane nel solo 2004 si sono suicidate 17 persone; purtroppo questo è un fenomeno non ascrivibile al solo sovraffollamento delle carceri, in quanto questo estremo gesto viene compiuto spesso da detenuti in attesa di giudizio, che non scontano la pena, alla stregua della normativa vigente, insieme a quelli con condanne passate in giudicato. Il motivo, a parere dell’interpellante è pertanto da ricercare talvolta nelle cosiddette "manette facili" -: quanti detenuti si siano suicidati, anno per anno dal 1993 al 2004; quanti di essi fossero, anno per anno, in attesa di giudizio; se in relazione ai suddetti casi siano state irrogate sanzioni disciplinari a carico di magistrati che abbiano operato illegittimamente o con "eccesso di zelo".
DELMASTRO DELLE VEDOVE - Seduta n. 505 del 13.9.2004 - Interrogazione a risposta orale
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: nel corso dell’anno 2003 ha preso il via, su autorizzazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, una idea interessante di due agenti di polizia penitenziaria appartenenti al "Gom", denominata "Progetto Argo"; in forza di tale progetto, i detenuti possono "adottare", in carcere, cani randagi o abbandonati, con ciò intendendosi offrire una particolare iniziativa da considerarsi inserita nel percorso di recupero e di reinserimento del detenuto medesimo; è interessante comprendere quale risultato abbia dato il "Progetto Argo" sia dal punto di vista del numero di detenuti che hanno deciso di "adottare" un cane in carcere sia dal punto di vista della fattibilità del progetto, tenuto conto del fatto che non appare sempre semplice far convivere un animale in una cella normalmente già sovraffollata -: se sia stato realizzato nel corso del 2003 il progetto "Argo" mirante a consentire l’adozione di un cane randagio o abbandonato; quanti siano stati i casi di effettiva adozione di animali; come si sia risolto il problema della convivenza degli animali adottati con gli altri occupanti delle celle; se l’amministrazione penitenziaria abbia tratto una considerazione positiva dalla realizzazione del Progetto Argo, sentiti gli operatori che hanno seguito il progetto; se non si ritenga di doverne dare ampia diffusione in tutti gli istituti di pena.
DELMASTRO DELLE VEDOVE - Seduta n. 505 del 13.9.2004 - Interrogazione a risposta orale
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: le agenzie di stampa hanno dato notizia di una interessante iniziativa promossa dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e dal Corpo Forestale dello Stato, iniziativa denominata "Recupero patrimonio ambientale"; venti detenuti che stavano scontando a Verbania pene residuali non maggiori di tre anni sono usciti dal carcere il giorno di Ferragosto per lavorare con i volontari delle associazioni ambientaliste per ripulire il Parco Nazionale dalla Val Grande, sul Lago Maggiore; l’obiettivo era quello del ripristino di un sentiero alpino, della collocazione, lungo il sentiero, di panchine, di nuovi cestini porta-rifiuti e di alcune tabelle di legno con la rappresentazione topografica del parco; trattasi evidentemente di una interessante iniziativa costituente occasione di recupero e di graduale reinserimento, per di più nata dall’idea di due uomini del "Gom" della polizia penitenziaria e che sarebbe decisamente opportuno ripetere anche in altri istituti di pena -: se l’iniziativa abbia avuto esito positivo; se l’iniziativa abbia avuto adeguato eco sulla stampa al fine di contribuire alla crescita culturale di una pubblica opinione che deve essere abituata al concetto che il detenuto non è necessariamente un "pericolo" e che, al contrario, deve essere aiutato a reinserirsi nella società; quali siano stati i giudizi espressi dagli operatori per una iniziativa che è apparsa originale ed interessante; se si ritenga di dover proseguire, a Verbania, con iniziative di questo genere per favorire il recupero dei detenuti.
DELMASTRO DELLE VEDOVE - Seduta n. 505 del 13.9.2004 - Interrogazione a risposta orale
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: il Capo del Dipartimento della Polizia Penitenziaria dottor Giovanni Tinebra ha recentemente confermato che entro un quinquennio, o poco più, saranno costruite ed attivate ben 23 nuove strutture penitenziarie; la dichiarazione del dottor Tinebra ha suscitato l’immediata e comprensibile reazione delle sigle sindacali degli appartenenti al corpo della Polizia Penitenziaria, che, tenuto conto delle aspettative sin qui frustrate di implementazione degli organici, hanno rilevato come non abbia molto senso gestire le attuali strutture con un intollerabile deficit di personale e prevedere, per contro, l’apertura di 23 nuovi luoghi di espiazione della pena; in effetti, a giudizio dell’interrogante, non è lecito continuare a chiedere sempre nuovi sacrifici agli uomini della polizia penitenziaria ipotizzando un grande sviluppo dell’edilizia carceraria senza che, di pari passo, si programmino nuove imponenti assunzioni di personale -: se, mentre trova esecuzione il piano di edilizia carceraria, si stia anche provvedendo a valutare il numero degli agenti che debbono essere reclutati per far fronte alle odierne esigenze e del numero degli agenti che dovranno essere reclutati per la gestione dei nuovi istituti di pena.
ZANELLA e CENTO - Seduta n. 505 del 13.9.2004 - Interrogazione a risposta scritta
Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che: nel carcere di Vicenza San Pio X alcuni detenuti hanno iniziato uno sciopero della fame dopo che uno di loro, Antonio Filieri, è stato ricoverato al pronto soccorso per le conseguenze di un pestaggio, avvenuto il 12 agosto 2004; il detenuto ha sostenuto di essere stato oggetto di un trattamento non regolamentare da parte degli agenti e che sarebbe stato necessario accompagnarlo all’ospedale perché nell’infermeria del carcere non sarebbe stato possibile compiere le analisi necessarie ad escludere eventuali conseguenze; l’agitazione fa seguito ad altre iniziative dei detenuti per le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere; al San Pio X in passato si sono registrati suicidi e i poliziotti penitenziari sono dell’avviso di lavorare in condizioni non a norma di legge e hanno chiesto attraverso il sindacato l’intervento dello Spisal (Servizio di prevenzione dell’Ulss); i sindacati hanno denunciato sul quotidiano Il Giornale di Vicenza la situazione di grave sovraffollamento che si vive netta struttura: "Il carcere di San Pio X è stato progettato alla fine degli anni ottanta per contenere un centinaio di detenuti; a tutt’oggi sono oltre 250 se non di più. Le celle che dovevano servire per un solo carcerato vengono occupate mediamente da tre persone. Dormono uno sopra l’altro con letti a castello e si dividono anche la poca aria che arriva dalla finestrella della cella"; Sergio Merendino della funzione pubblica della Cgil netto scorso mese di maggio, inviò una relazione allo Spisal (Servizio di prevenzione dell’Ulss) denunciando le scarse condizioni igieniche e non solo del carcere di Via della Scola e la mancanza di agenti di polizia penitenziaria in servizio che sono sotto organico di oltre il cinquanta per cento -: se siano state avviate inchieste al fine di accertare eventuali responsabilità rispetto all’episodio del detenuto Antonio Filieri; se non sia il caso di predisporre accertamenti o ispezioni da parte del medico.
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