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Interrogazioni ed interpellanze al Ministro della Giustizia
Buemi - Seduta del 17 marzo 2005
Per sapere - premesso che: con la legge 24 dicembre 2003, n. 350, è stata autorizzata l’assunzione in via definitiva degli agenti ausiliari del Corpo di Polizia Penitenziaria reclutati ai sensi dell’articolo 6 della legge n. 356 e dell’articolo 50, comma 12, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, in misura di circa milleduecento unità; dalla graduatoria conseguente, di cui al decreto ministeriale 26 maggio 2004, recante norme per l’individuazione dei requisiti e delle modalità di assunzione, previste dall’articolo 3 della citata legge 24 dicembre 2003, n. 350, sono rimaste escluse circa 100 unità; così come, se non interverrà una nuova normativa in materia, non potranno essere incorporati gli ausiliari dei successivi quattro contingenti dell’anno 2004, per un totale di circa 500 unità, che dovranno essere congedati nell’anno 2005; tale ipotesi, non solo, come è immaginabile, sta creando una situazione di tensione e preoccupazione tra lavoratori che svolgono un’attività al servizio dello Stato, ma determinerà un ulteriore decremento di organico per il Corpo di Polizia Penitenziaria, con tutte le conseguenze del caso nella già difficile gestione delle carceri italiane; tutto ciò nonostante le richieste fatte dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che, tenuto conto della particolare e grave situazione in cui versano gli istituti penitenziari, con una nota, protocollo n. 113370, del 23 marzo 2004, ha chiesto al Dipartimento della Funzione Pubblica, l’autorizzazione all’assunzione di 2372 unità di personale nel corpo di Polizia penitenziaria (riferita anche al ruolo di sovrintendenti ed ispettori), con riferimento alla complessiva carenza di organico, presente alla data del 31 dicembre 2003 -: se non ritenga grave tale situazione e, di conseguenza, come s’intenda intervenire affinché, anche a costo zero, sfruttando le vacanze dei ruoli superiori, sia scongiurata l’interruzione del servizio ed il conseguente licenziamento degli Agenti Ausiliari del Corpo di Polizia Penitenziaria; quali iniziative di carattere normativo s’intendano assumere per derogare al blocco delle assunzioni, al fine di consentire il recupero di ulteriori 600 unità del personale di Polizia Penitenziaria; se non si ritenga necessario prevedere, nel prossimo futuro, nuove risorse economiche per colmare definitivamente le mancanze nella pianta organica della polizia penitenziaria e, affinché, anche in termini economici, sia riconosciuto il ruolo e la delicatezza del ruolo svolto dalla stessa.
Siniscalchi - Seduta del 17 marzo 2005
Per sapere - premesso che: il funzionamento sistemico degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari si caratterizza per le problematiche peculiari che connotano, inevitabilmente, il carattere sanitario dei trattamenti inserito in una cornice carceraria; l’equilibrio tra la disciplina afferente l’organizzazione penitenziaria ed il metodo curativo-riabilitativo delle patologie psichiatriche trova spesso il suo nervo scoperto nelle enormi difficoltà insite nella "fase di passaggio" che molti disabili attraversano terminato il periodo detentivo; terminato il periodo di detenzione presso l’O.P.G., il Tribunale di Sorveglianza può disporre il trasferimento del disabile presso una "residenza protetta" in grado di accoglierlo e prestagli l’assistenza necessaria; frequentemente i ricoverati presso gli Istituti O.P.G. subiscono provvedimenti di proroga della misura di sicurezza a causa della carenza di strutture territoriali specializzate per l’assistenza di pazienti affetti da determinate patologie psichiche; tali provvedimenti di proroga della misura, determinati da carenze strutturali, evidenziano uno stato di estrema problematicità e disagio nell’ambito di un settore che dovrebbe garantire il massimo della protezione e della tutela a soggetti tanto bisognosi; lo scorso 9 gennaio il quotidiano - valga il richiamo al singolo caso a titolo esemplificativo della problematica evidenziata - La Repubblica ha messo in luce la drammatica vicenda di un disabile che, condannato nel 1995, "è rinchiuso negli ospedali psichiatrici per tentato furto (di un pacchetto di sigarette)" dopo una serie di trasferimenti nell’ambito di O.P.G. dislocati sul territorio nazionale; nel caso singolo evidenziato e messo in luce dalla richiamata cronaca giornalistica, il disabile, che da tempo avrebbe potuto ottenere la "libertà", si vedrebbe penalizzato, in concreto, dalla impossibilità di trasferimento presso una "residenza protetta" all’esterno a causa della indisponibilità di strutture disposte ad accoglierlo; alle evidenziate carenze devono aggiungersi altresì quelle relative alla non completa realizzazione, su tutto il territorio, di un numero sufficiente di strutture residenziali e di centri diurni di riabilitazione idonei; nonostante associazioni meritorie come l’AFASP (Associazione familiari e amici dei sofferenti psichici) più volte si sono fatte carico di segnalare alle competenti autorità situazioni di disagio e difficoltà legate al percorso soggettivo e riabilitativo degli internati, la carenza di idonee strutture residenziali ha di fatto frustrato l’esigenza primaria di fornire risposte concrete al disagio -: quali provvedimenti i Ministri interrogati nell’ambito delle rispettive competenze intendano intraprendere allo scopo di realizzare una soddisfacente risposta al disagio per le carenza strutturali che si frappongono in un percorso riabilitativo adeguato sotto l’aspetto medico-psichiatrico.
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