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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 4 marzo 2025

di Marco Birolini

Avvenire, 4 marzo 2025 I Garanti regionali per i detenuti protestano per il sovraffollamento dei penitenziari. Sale l’allarme suicidi: da inizio anno già in 13 si sono tolti la vita, per un totale di 361 negli ultimi 5 anni. I Garanti regionali per i diritti dei detenuti alzano la voce: il sovraffollamento ha da tempo superato i livelli di guardia, è ora di trovare soluzioni. I detenuti sono 62.132, a fronte di 46.910 posti disponibili, con un tasso di occupazione pari al 132,4 per cento. I dati, diffusi nell’ambito della mobilitazione nazionale indetta dalla conferenza nazionale dei Garanti, fotografano uno scenario di emergenza cronica. Le regioni dove si registra il maggiore sovraffollamento sono la Lombardia, la Puglia, il Veneto e il Molise. Il carcere più sovraffollato, con un tasso del 214%, è San Vittore a Milano ...

 

di Angela Stella

L’Unità, 4 marzo 2025 “È prevista dalla Costituzione ed è d’accordo anche il personale penitenziario”, dice il Garante del Lazio Anastasia. Il coordinatore Ciambriello: “Nessuna apertura dalle forze di maggioranza”. L’11 marzo l’incontro con Nordio. Ieri mobilitazione dei garanti territoriali dei detenuti in tutta Italia per fare rumore sul “silenzio assordante della politica e della società civile sul carcere”.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 4 marzo 2025 Dietro l’emergenza del sovraffollamento carcerario si cela anche una riluttanza culturale dei giudici ad applicare quanto previsto dal codice penale, concedendo le misure alternative e rendendo effettivo il principio del carcere come extrema ratio. Sovraffollamento carcerario che non accenna a diminuire, già quattordici suicidi tra i detenuti da inizio anno. La situazione degli istituti penitenziari italiani resta critica dopo un 2024 da dimenticare, con il record storico di suicidi (90 detenuti) e più in generale di decessi in carcere (246). È per queste ragioni che ieri la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà ha celebrato una giornata di protesta in tutta Italia, intitolata “Un silenzio assordante sul carcere”.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 4 marzo 2025 Erano il nostro fiore all’occhiello, ora sono fuori controllo: a Bologna reclusi trasferiti negli istituti per adulti per mancanza di spazio. E a Treviso scoppia il caso dei ragazzini che dormono sui materassi per terra. Fino a pochi anni fa, l’Italia era considerata un esempio virtuoso in Europa per il suo approccio alla giustizia minorile, basato sulla riabilitazione e sul reinserimento sociale. Oggi, però, quel sistema è in frantumi. Le carceri minorili, un tempo fiore all’occhiello del Paese, sono travolte da una crisi senza precedenti: sovraffollamento, condizioni disumane e una deriva punitiva che rischia di compromettere decenni di progressi. A lanciare l’allarme sono associazioni, politici e osservatori indipendenti, che denunciano il collasso di un modello fondato sull’articolo 27 della Costituzione, il quale sancisce che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.

 

di Vincenzo Musacchio

huffingtonpost.it, 4 marzo 2025 È necessario poter selezionare i delitti di maggiore allarme sociale limitando la carcerazione solo a simili fattispecie criminose che comprovino anche una pericolosità del reo tale da prevedere la restrizione intramuraria. Il carcere potrebbe essere l’extrema ratio delle conseguenze penali a cui il reo può essere sottoposto. Per far questo, però, occorrerà una seria ed efficace opera di depenalizzazione. È necessario poter selezionare i delitti di maggiore allarme sociale limitando la carcerazione solo a simili fattispecie criminose che comprovino anche una pericolosità del reo tale da prevedere la restrizione intramuraria. Il nostro legislatore dovrebbe avere una buona volta il coraggio necessario per attuare una simile riforma.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 4 marzo 2025 La posizione ufficiale delle toghe è di chiusura. Ma qualcuno apre al sorteggio temperato. Il 5 marzo alle 15.30 la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il sottosegretario Alfredo Mantovano incontreranno la giunta esecutiva dell’Associazione nazionale magistrati per discutere di separazione delle carriere. Nella mattinata invece vedranno il presidente e il segretario dell’Unione Camere penali, Francesco Petrelli e Rinaldo Romanelli. Nelle ultime ore, la presidente del Consiglio continua a confermare la sua apertura al dialogo, ma non c’è conferma né smentita circa l’ipotesi che il governo sarebbe disposto a concedere il sorteggio temperato per la designazione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura.

 

di Giulia Merlo

Il Domani, 4 marzo 2025 Il governo ha già detto che non tornerà indietro sulla separazione delle carriere. Le toghe non accetteranno compromessi. E sono pronte a lavorare per il No. I più drastici, tra le toghe progressiste, sono trancianti: “É tutto un bluff”. I più dialoganti, tra i moderati, si limitano a un prudente: “Ascoltare è correttezza istituzionale”. La sensazione, alla vigilia dell’incontro di mercoledì 5 marzo sulla riforma della separazione delle carriere tra l’Associazione nazionale magistrati e la premier Giorgia Meloni con il guardasigilli Carlo Nordio, è che l’esito sarà un nulla di fatto. O meglio, che si tratti di un passaggio necessario in cui entrambe le parti certificheranno la distanza delle rispettive posizioni.

 

di Fabio Pinelli*

Il Foglio, 4 marzo 2025 Dagli anni Novanta, il pubblico ministero ha conosciuto una profonda trasformazione. L’equivoco dell’essere parte imparziale nel processo e la riforma della separazione delle carriere. L’analisi del vicepresidente del Csm. Viviamo un’epoca di grandi trasformazioni della società, dal punto di vista sociale, culturale, demografico, economico e, non da ultimo, degli stessi meccanismi di formazione del consenso e del modo di fare politica. Anche il diritto - che nella società si radica - è stato interessato da profondi mutamenti che, dagli anni Novanta del secolo scorso fino a oggi, hanno toccato in modo radicale il processo penale e il ruolo degli attori di questo processo.

 

di Marco Grasso

Il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2025 Coprono il 90% dei dibattimenti penali e il 50% come giudici nei tribunali. “Intervenga Mattarella”. Di fatto sono un terzo della magistratura: 4500, che si aggiungono ai poco meno di 10 mila magistrati togati. Pochi lo sanno, ma buona parte del lavoro dei palazzi di giustizia è svolto dai magistrati onorari. Per avere un’idea, portano avanti fino al 90% dei dibattimenti penali per conto delle Procure, e circa il 50% come giudici. In ambito civile si occupano delle cause sotto ai 50 mila euro, circa la metà del contenzioso. Per anni sono stati i precari della giustizia, pagati a cottimo, senza contribuzione o malattia, non reclutati attraverso concorsi. Erano stati pensati come un rimedio temporaneo, che nella più classica delle situazioni all’italiana è diventato nel tempo definitivo, senza però una vera e ...

 

di Giacomo Salvini

Il Fatto Quotidiano, 4 marzo 2025 Altro che separazione delle carriere: manca il 30% del personale amministrativo. L’arretrato nel civile è cresciuto del 3,5%. Scoperture negli organici dei magistrati. Carenze croniche del personale amministrativo, in parte rimpiazzato in varie città d’Italia da volontari. Procure e tribunali che soffocano sotto migliaia di fascicoli. Gli sforzi nell’abbattimento dell’arretrato, penale e civile, hanno prodotto anche risultati significativi. Ma, avvertono le toghe, senza cambiamenti strutturali rischiano di non influire davvero sulla durata dei processi. L’arretrato civile, ad esempio, nel 2024 è tornato (sebbene di poco, del 3,5%) a crescere, un segnale poco confortante. E alcuni obiettivi del Pnrr si allontanano, mettendo a nudo progetti flop, come le assunzioni precarie destinate all’ufficio del processo ...

 

di Valeria Di Terlizzi

milanotoday.it, 4 marzo 2025 Intervista a Franco Gabrielli, ex capo della Polizia: “L’integrazione è possibile, non serve inasprire le pene”. E sulla pericolosità di Milano: “Se guardiamo l’indice di delittuosità del 2010, l’ultimo anno della giunta di destra, sono riportati 153mila reati. Nel 2024 sono 140mila”. E sui reati “pesa l’aumento del turismo”. “O si accetta l’idea che questa città è cambiata e che quindi applicare alcuni schemi di vent’anni fa è complicato, oppure si viene travolti dalla non comprensione di quello che ci circonda”. Franco Gabrielli, ex capo della Polizia di Stato e delegato alla Sicurezza del Comune di Milano, racconta a Milano Racconta, il podcast di Milano Today un tema tanto attuale quanto controverso: la sicurezza a Milano. Su cui non ha dubbi: “È inutile differenziare tra dati reali e percezione.

 

La Stampa, 4 marzo 2025 Confermata la decisione del Tribunale di sorveglianza di Torino: un detenuto aveva chiesto di acquistare un apparecchio con relative cuffie per ascoltare dei cd anche per studio e lavoro. Il boss al 41 bis può acquistare un lettore cd e ascoltare la musica che preferisce. La Corte di Cassazione ha dato ragione a un uomo detenuto in regime di “carcere duro”, confermando una decisione del tribunale di sorveglianza di Torino e dichiarando “inammissibile” il ricorso presentato dal ministero della Giustizia.

 

ansa.it, 4 marzo 2025 Il problema del sovraffollamento nelle carceri è pressoché ingovernabile, da anni si cercano vie d’uscita ma senza risultati. In Emilia-Romagna negli ultimi tre anni la popolazione carceraria è aumentata di 500 unità, come se fosse nato un nuovo carcere di cui non ci siamo accorti, un carcere virtuale, superando così le 3.800 presenze permanenti. Una situazione insostenibile, la gestione dei detenuti è sempre più complicata, così come l’attuazione dei percorsi a loro dedicati”. Lo ha detto il garante per i detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, sottolineando anche come “secondo i miei calcoli, un detenuto su tre ha passato l’inverno senza riscaldamento e senza acqua calda”.

 

di Igor Cipollina

Gazzetta di Mantova, 4 marzo 2025 Elena Scaini stava scontando una pena di 18 anni per l’omicidio del marito. La direttrice della Casa circondariale: “Presto avrebbe cominciato a lavorare fuori”. La garante dei diritti dei detenuti: “Un gesto che ci interroga”. La notizia filtra attraverso le inferriate e i muri del carcere, pesante come un macigno: Elena Scaini, detenuta per l’omicidio del marito Stefano Giaron, si è uccisa nella notte tra domenica 2 e lunedì 3 marzo. È questa circostanza - l’eco pubblica della tragedia e il cono d’ombra della prigione, nelle pieghe della città - a legittimare la pubblicazione del nome, che in altre situazioni si sarebbe omesso.

 

di Biagio Salvati

Il Mattino, 4 marzo 2025 Un evento accidentale, provocato da un’interazione fatale tra i medicinali. Un dettaglio apparentemente secondario, ma che si è rivelato cruciale: cinque pillole ritrovate nella cella dell’algerino Hakimi Lamine, mai ingerite, rimaste lì mentre un mix letale di psicofarmaci e oppiacei ne spegneva la vita. È quanto emerge dalla scena del crimine - con relativo sopralluogo eseguito nella cella del detenuto straniero - contenuta nella relazione medica acquisita ieri dalla Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere al maxi-processo che vede imputati 105 agenti, accusati dei pestaggi sui reclusi avvenuti il 6 aprile del 2020.

 

liberta.it, 4 marzo 2025 “La criticità più marcata del carcere delle Novate di Piacenza riguarda la presenza eccessiva di detenuti con problemi di tossicodipendenza (circa l’80 per cento della popolazione carceraria ha problemi di dipendenza); a seguire queste persone c’è un solo sanitario che entra nella struttura un solo giorno alla settimana. Servono poi lavori di ristrutturazione, in particolare, nel vecchio padiglione”. È la garante dei detenuti del carcere di Piacenza, Maria Rosa Ponginebbi, a dichiararlo durante l’incontro a Bologna di tutti i garanti della regione per fare il punto sulla situazione carceraria.

 

di Marzia Siano

Il Roma, 4 marzo 2025 Ciambriello: “Sono 7.524 i carcerati presenti a fronte di 5.584 posti disponibili”. La maratona per accendere i riflettori sull’emergenza carceri ha fatto tappa anche a Napoli, nel pomeriggio, a piazzale Cenni, tra il Palazzo di Giustizia e il carcere di Poggioreale, con l’iniziativa “Carcere: liberare la speranza!”. In Campania - secondo dati aggiornati al 21 febbraio - sono 7.524 i detenuti presenti a fronte di 5.584 posti disponibili, con un indice di sovraffollamento del 134%. “Abbiamo bisogno di una misura deflattiva subito per coloro che devono scontare un anno di carcere e che non hanno reati ostativi. In Italia sono ottomila, in Campania 907”, ha affermato Samuele Ciambriello, garante campano e portavoce della Conferenza dei garanti territoriali parlando nel piazzale che offre la vista ad alcuni ...

 

di Diego De Lucia

anteprima24.it, 4 marzo 2025 Mobilitazione dei garanti dei diritti dei detenuti della Provincia e del Comune di Benevento contro il sovraffollamento nelle carceri, una delle cause che portano anche ai suicidi delle persone private della libertà. Ma le garanti Patrizia Sannino e Maria Giovanna Pagliarulo hanno posto oggi nella sala consiliare della Provincia nuovamente la questione della necessità urgente di adottare misure concrete per garantire dignità alla persona ristretta e rispettare le norme costituzionali finalizzate al recupero sociale di chi ha commesso reati. In particolare, in coerenza con gli appelli lanciati ormai da tempo dai garanti di tutta Italia e dallo stesso garante regionale Samuele Ciambriello, le garanti Sannino e Pagliarulo hanno riproposto il tema sulle misure alternative alla detenzione.

 

corriereirpinia.it, 4 marzo 2025 È un appello alla politica quello che lancia il Garante regionale dei detenuti Carlo Mele, nel corso di un incontro, nella sede della Camera Penale Irpina “Nelle carceri italiane, dal Nord al Sud, paghiamo il prezzo di condizioni di sovraffollamento e incuria. L’articolo 27 della Costituzione viene quotidianamente violato. Se parliamo di carcere trattamentale, dobbiamo garantire che le persone, dietro le sbarre, portino avanti un percorso riabilitativo per poi essere reinseriti nella società., Di qui la scelta di un luogo simbolico come la Camera Penale Irpina per lanciare il nostro appello. Insieme al Presidente della Camera Penale Irpinia e al presidente dell’Ordine abbiamo chiesto che questo appello sia letto nelle aule, così da rendere i giudici consapevoli delle conseguenze delle loro scelte.

 

di Chiara Marchetti

Corriere di Bologna, 4 marzo 2025 “È una decisione scellerata”. È così che il Garante dai detenuti dell’Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri, commenta il trasferimento di oltre cinquanta giovani dagli istituti minorili del Nord Italia al carcere della Dozza. “Sono tutti neomaggiorenni stranieri non accompagnati con problemi di tipo disciplinare - spiega Cavalieri in un incontro in Regione insieme ai garanti delle carceri emiliano-romagnole e al presidente dell’Assemblea legislativa, Maurizio Fabbri - e c’è il rischio che inserirli tutti in un unico contesto, tra l’altro un carcere per adulti, possa aumentare le criticità”. L’amministrazione penitenziaria ha assicurato che il trasferimento durerà solo tre mesi in attesa che gli istituti minorili di Rovigo, Lecce e L’Aquila - che in totale avranno una capienza di 90 posti - vengano riaperti dopo i lavori di ristrutturazione.

zic.it, 4 marzo 2025 Il trasferimento dei settanta ragazzi “problematici” dagli Istituti minorili di tutta Italia ha sollevato tantissime proteste. Il Governo, però, va avanti a marce forzate, incurante di tutti problemi che aggraveranno la situazione della Casa circondariale bolognese. Prendono parola le/i detenute/i: “Vessazione frutto di una politica miope e giustizialista”. Tutta l’attenzione mediatica che si è vista in queste settimane attorno alla situazione del carcere della Dozza è sicuramente qualcosa di inusuale. Fino a poco tempo fa, quando sui giornali passava qualche notizia sul mondo che si vive dietro le sbarre in via del Gomito, questo avveniva attraverso il filtro dei comunicati dei vari sindacati della Polizia penitenziaria ed era una descrizione delle “violenze dei detenuti”, delle “condizioni di lavoro invivibile per gli agenti” ...

 

di Luca Balestri

Il Tirreno, 4 marzo 2025 L’appello al ministero: “La ditta se n’è andata e si è aperto un contenzioso”. L’avvocata Guia Tani: “Alle Sughere manca il basilare rispetto dei diritti umani”. Chiediamo un cronoprogramma per sapere quali saranno i tempi di consegna dei nuovi padiglioni del carcere di Livorno. Le persone detenute hanno diritto a una situazione di dignità e decoro che è per noi un elemento irrinunciabile”. Richiama al loro dovere gli organi che amministrano il carcere delle Sughere il garante dei detenuti del comune di Livorno, Marco Solimano. Solimano si appella al provveditorato regionale del ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria.

 

ansa.it, 4 marzo 2025 Iniziativa unisce formazione, inclusione sociale e lavoro. Farina integrale di grani antichi, uova, burro, poco zucchero e tanta voglia di riscatto: sono gli ingredienti del progetto di pasticceria artigianale nato all’interno della Casa Circondariale di Vibo Valentia e che unisce formazione, inclusione sociale e lavoro. L’iniziativa è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Mulinum, azienda agricola catanzarese specializzata nella produzione di farine da grani antichi, e la Caritas diocesana di Mileto, con il supporto della direzione del carcere. Venti detenuti del circuito di Media Sicurezza hanno così avuto la possibilità di apprendere l’arte della pasticceria e produrre biscotti di alta qualità.

 

di Giorgio Paolucci

Avvenire, 4 marzo 2025 L’aumento dei reati contro la persona rispetto a quelli contro il patrimonio delinea un passaggio generazionale. Il percorso educativo di Alessandro e Yasser, alla scoperta del proprio valore. È una meraviglia il panorama che si spalanca davanti agli occhi percorrendo la strada che sale verso il carcere minorile di Nisida. Il mare di Napoli, l’azzurro del cielo, il volo teso dei gabbiani, la vegetazione fiorente e selvaggia. Un inno alla bellezza, quasi un assaggio di paradiso, anche se i ragazzi che vivono qui hanno conosciuto l’inferno, camminando su una cattiva strada che li ha portati alla detenzione. Alessandro (nome di fantasia), napoletano verace, è arrivato tre anni fa, a dicembre dovrebbe rientrare a casa. In carcere ha ritrovato la stima di sé, ha preso il diploma di pizzaiolo, l’attestato di primo ...

 

di Federica Pacella

Il Giorno, 4 marzo 2025 Arti performative come risorsa per la salute, anche in contesti difficilissimi come il carcere. L’esperienza bresciana del progetto Fragili legami, che il Dams dell’Università Cattolica di Brescia realizza da dieci anni nelle case di reclusione di Verziano e Canton Mombello, dimostra che si può fare. “In quelle due ore - è la testimonianza di un recluso - non ci sentiamo detenuti ma ci ritagliamo uno spazio in cui siamo noi stessi, dove possiamo dimostrare che, se ci viene data l’opportunità, possiamo dare qualcosa anche noi”. Particolarità del progetto è il coinvolgimento non solo dei detenuti, ma anche delle famiglie, con l’obiettivo di mantenere le relazioni affettive, fondamentali al reinserimento dopo la pena.

 

di Maria Grazia Leporati

Il Giorno, 4 marzo 2025 Oltre le mura: riflessioni sulla triste realtà dei penitenziari italiani, dalla disinformazione e dai pregiudizi alla consapevolezza. “Con gli occhi sbarrati” è il progetto al quale la scuola secondaria di primo grado “Virgilio” ha aderito con le classi terza C e terza A. Si tratta di sensibilizzare e informare riguardo alla situazione delle carceri, che nel nostro Paese è molto grave e nonostante questo se ne sa poco e spesso se ne parla in modo inappropriato. Questo progetto si è sviluppato grazie all’aiuto di esperti, tra cui il regista del film: “11 Giorni Tra Le Mura Del Carcere “, Nicola Sartori, suor Franca e suor Anna, portatrici delle loro diverse esperienze di volontariato.

 

di Ilaria Dioguardi

vita.it, 4 marzo 2025 Al Museo degli Innocenti di Firenze la mostra “Dalla mia prospettiva” raccoglie gli scatti realizzati da 22 ragazze e ragazzi di cinque carceri per minori attraverso un progetto dell’Autorità Garante per l’Infanzia. Il fotoreporter Valerio Bispuri: “Il focus era portare a galla le emozioni dei ragazzi. Auspico che si possa ripetere in altri istituti”. Cinque istituti penali per minorenni, ventidue ragazze e ragazzi ristretti, sessantasei scatti. Sono i numeri della mostra Dalla mia prospettiva, visitabile gratuitamente al Museo degli Innocenti di Firenze fino al 22 marzo. Le foto esposte sono il frutto di laboratori fotografici realizzati dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e dal fotoreporter Valerio Bispuri, in collaborazione con l’Istituto degli Innocenti. Sono stati coinvolti gli Ipm “Silvio Paternostro” di Catanzaro ...

 

di Ivano Maiorella*

Corriere della Sera, 4 marzo 2025 A un anno dalla sua scomparsa resta l’insegnamento del grande rispetto che aveva per gli altri: persone che aveva messo al centro della sua idea di Terzo settore. Essere terzi non significa sentirsi terzi. L’identità del “Terzo” è molto forte perché c’è un “eroismo sostanziale nel rendersi disponibili a condividere ogni giorno l’inferno degli altri”. Nel suo formidabile saggio, scritto su impulso di Elisabetta Soglio ed altri amici, Claudia Fiaschi parte proprio dalla nobiltà del numero tre. Dimenticando di elencare marzo, il terzo mese dell’anno, quello che dà inizio alla primavera e che, ironia della sorte, ce l’ha portata via lo scorso anno. Ricordo Claudia per il grande rispetto che aveva per le persone, che metteva al centro della sua idea alta di Terzo settore.

 

di Dacia Maraini

Corriere della Sera, 4 marzo 2025 La ragazza iraniana che si toglie il velo rischiando la prigione pensate che sia attratta dai valori occidentali? Ma no! La sua è voglia di libertà e indipendenza e questo è un valore universale. Un valore che esiste in tutti i popoli e in tutte le persone, ma nei Paesi totalitari e repressivi viene soffocato. Possibile che la politica stia diventando come una partita di calcio? Appena la squadra perde, si comincia a inveire contro allenatore e giocatori, si inventano teorie di tutti i generi per spiegare il crollo della squadra. C’è chi chiede il cambio dell’allenatore che viene sbertucciato e inveito dai tifosi. Ma veramente si pensa che la politica sia una partita di calcio? E si ritiene che i vincitori siano i più bravi, i più coraggiosi, i più intelligenti?

 

di Silvio Messinetti

Il Manifesto, 4 marzo 2025 L’eurodeputato Mimmo Lucano: “Depositeremo a Strasburgo una legge per l’inserimento abitativo diffuso”. Quindici anni fa, all’indomani della rivolta di Rosarno, nacque la tendo-baraccopoli per migranti di San Ferdinando. Da allora la musica è sempre la stessa. È come stare davanti a una lavatrice e vedere il cestello che gira. Prima si forma una favela, poi arriva lo sgombero, allora si crea una tendopoli. Le tendopoli si trasformano in baraccopoli poi ancora ruspe e sgomberi. A 15 anni dalla rivolta la situazione resta incendiaria. E la bomba San Ferdinando è pronta a riesplodere. L’ultimo apprendista stregone era stato Matteo Salvini. A bordo della sua ruspa attraversò la distesa della zona industriale e rase al suolo la tendopoli. Ma in pochi credevano che non fosse il solito spot elettorale.

 

DOCUMENTI

Ministero della Giustizia. Statistiche detenuti presenti e condannati in misura alternativa, al 28 febbraio 2025

Associazione "A Roma, Insieme – Leda Colombini ODV". Comunicato a seguito della notizia relativa alla chiusura dell'ICAM di Lauro (AV)

Articolo. "Ne bis in idem: questioni attuali alla luce dell’interpretazione della Corte di Giustizia e della Corte EDU", di Bruno Nascimbene

Articolo. "Giudicare: un compito necessario e impossibile a un tempo". Recensione a Glauco Giostra, "Prima lezione sulla giustizia penale", di Edmondo Bruti Liberati