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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di lunedì 3 marzo 2025

di Francesca Spasiano

Dubbio, 3 marzo 2025 Delle quasi 3mila detenute, solo un quarto si trova nei tre Istituti femminili attivi. Le altre sono sparpagliate nei penitenziari maschili, invisibili e spesso lontane dai propri affetti. Una “minoranza penitenziaria”. È ciò che sono le donne nei nostri istituti di pena, una manciata di dati irrilevanti tra i numeri spaventosi delle carceri. Secondo l’ultimo aggiornamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, al 31 gennaio 2025 le donne recluse erano 2.718 su 61.916 detenuti, di cui 11 madri e 12 bambini. Una percentuale minima, ferma negli anni sotto il 5 per cento.

 

di Elisabetta Brusa*

Il Dubbio, 3 marzo 2025 La privazione dell’affettività e della sessualità in carcere è una punizione invisibile. E per le donne il legame con i figli e con i congiunti e il rapporto affettivo che le stesse vogliono mantenere è ancora più complesso che per i detenuti uomini. In un contesto in cui i fondi destinati al sistema penitenziario italiano sono scarsi, le risorse per le esigenze delle detenute, compreso il diritto alla sessualità, sono estremamente limitate. La pronuncia della Corte Costituzione n. 10/2024 ha dichiarato illegittimo l’art. 18 O.P. nella parte in cui non prevede per la persona detenuta colloqui privati con il proprio partner aprendo la strada ad alcune isolate iniziative positive. La strada da percorrere è ancora lunga e la negazione di questi diritti, che è poi negazione del diritto alla salute, è ancora la prassi nelle carceri italiane.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Dietro le fredde statistiche delle carceri mondiali si nasconde un enigma che sfida sociologi, criminologi e legislatori: perché le donne rappresentano solo il 6,9% della popolazione carceraria globale? Un dato sorprendentemente basso, che resiste a ogni spiegazione univoca, attraversando indenne confini culturali, religiosi e politici. Dall’Albania conservatrice alla Scandinavia progressista, dall’America iper-carceraria al Giappone punitivo, le cifre raccontano una storia di marginalità femminile che non si piega alle aspettative.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Dalla mancanza di cure mediche alla solitudine forzata: la storia di Luna Svela e le condizioni disumane delle detenute e la lotta per la dignità. Luna ha trascorso cinque anni in carcere. E il suo racconto non è solo una cronaca di eventi, ma una riflessione profonda sulla solitudine, la sofferenza e la speranza che si può trovare anche nei luoghi più bui. Come il carcere, dove spesso si è sentita invisibile e privata dei propri diritti, ma dove ha imparato tanto sul valore dell’umanità e della solidarietà.

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Quante sono, e come stanno le donne in carcere? Secondo gli ultimi dati del Dap aggiornati al 31 gennaio 2025, le donne recluse sono 2.718 su 61.916 detenuti, di cui 11 madri e 12 bambini. Una “minoranza penitenziaria”, isolata e sparpagliata sul territorio nazionale. In Italia, infatti, al momento ci sono soltanto tre penitenziari femminili: Trani, Roma e Venezia Giudecca, che ospitano circa un quarto delle detenute. Tutte le altre si trovano nelle sezioni degli istituti maschili. Con quali conseguenze? Ne abbiamo parlato con la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi.

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Quante sono, e come stanno le donne in carcere? Secondo gli ultimi dati del Dap aggiornati al 31 gennaio 2025, le donne recluse sono 2.718 su 61.916 detenuti, di cui 11 madri e 12 bambini. Una “minoranza penitenziaria”, isolata e sparpagliata sul territorio nazionale. In Italia al momento ci sono soltanto tre penitenziari femminili: Trani, Roma e Venezia Giudecca. E la maggior parte delle detenute si trova nelle sezioni degli istituti maschili. Con quali conseguenze? Ne abbiamo parlato con Mariastella Gelmini, senatrice di Noi Moderati-Centro popolare.

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Quante sono, e come stanno le donne in carcere? Secondo gli ultimi dati del Dap aggiornati al 31 gennaio 2025, le donne recluse sono 2.718 su 61.916 detenuti, di cui 11 madri e 12 bambini. Una “minoranza penitenziaria”, isolata e sparpagliata sul territorio nazionale. In Italia, infatti, al momento ci sono soltanto tre penitenziari femminili: Trani, Roma e Venezia Giudecca, che ospitano circa un quarto delle detenute. Tutte le altre si trovano nelle sezioni degli istituti maschili. Con quali conseguenze? Ne abbiamo parlato con la senatrice di Fratelli d’Italia Susanna Donatella Campione.

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Quante sono, e come stanno le donne in carcere? Secondo gli ultimi dati del Dap aggiornati al 31 gennaio 2025, le donne recluse sono 2.718 su 61.916 detenuti, di cui 11 madri e 12 bambini. Una “minoranza penitenziaria”, isolata e sparpagliata sul territorio nazionale. In Italia, infatti, al momento ci sono soltanto tre penitenziari femminili: Trani, Roma e Venezia Giudecca, che ospitano circa un quarto delle detenute. Tutte le altre si trovano nelle sezioni degli istituti maschili. Con quali conseguenze? Ne abbiamo parlato con la deputata del Pd Debora Serracchiani.

 

di Rosaria Amato

La Repubblica, 3 marzo 2025 L’inserimento professionale abbatte dal 62 al 2 per cento la recidiva dei detenuti, contribuendo a combattere il sovraffollamento. Gli esempi virtuosi ci sono, ma tutti al Nord. Quasi una media impresa, con oltre 200 dipendenti, la Cooperativa Bee4 si occupa di servizi che vanno dal call center alla rigenerazione e revisione dei distributori automatici delle macchine da caffè. Ha una caratteristica che però la differenzia da altre imprese simili: l’80 per cento dei suoi dipendenti sono detenuti del carcere di Bollate e di Vigevano. Il suo stesso fondatore, Pino Cantatore, è stato condannato all’ergastolo nel 1993.

 

di Valentina Maglione e Serena Uccello

Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2025 La platea è aumentata del 57,9% in cinque anni. A questi numeri si sommano i 62mila detenuti e le 100mila persone che aspettano la decisione dei magistrati sull’ammissione all’esecuzione esterna. Cresce l’esecuzione penale esterna: al 15 febbraio scorso erano 95.315 le persone che scontavano misure alternative odi comunità, 1157,9% in più rispetto al 2019. A questi numeri si devono sommare i 62mila detenuti e 100mila condannati che aspettano la decisione sull’ammissione ai percorsi. Tutti dati che segnalano un incremento dell’area penale, sia dentro sia fuori dal carcere. Continua a crescere l’area penale, sia dentro sia fuori dal carcere.

di Fabio Fiorentin

Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2025 I tempi troppo lunghi mettono a rischio l’effettiva esecuzione delle condanne e la risocializzazione. La fase dell’esecuzione penale rappresenta un vero “collo di bottiglia” che sconta tempi eccessivamente lunghi nella messa in esecuzione dei titoli di condanna. Tanto da causare il fenomeno dei “liberi sospesi” cioè delle persone condannate a pene fino a quattro anni per reati non gravi e che beneficiano della sospensione dell’ordine di carcerazione in attesa che il giudice di sorveglianza si pronunci sulla possibilità di eseguire la pena in forma di misura alternativa alla detenzione. Una situazione che non solo mina il principio di effettività delle pene ma riduce anche la possibilità che da esse si producano gli effetti di risocializzazione auspicati dall’articolo 27 della Costituzione.

 

di Giovanni Maria Flick

Il Dubbio, 3 marzo 2025 L’intervento svolto dal presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick al seminario “L’Alta Corte disciplinare. Pro e contro di una proposta che fa discutere”. Il pianeta giustizia mi sembra - nel contesto della polemica - una “rosa dei venti”. I suoi quattro punti cardinali sono rappresentati dalla riserva di legge; dal “giusto processo” con tutte le sue implicazioni e interferenze sostanziali e processuali; dal principio cardine della responsabilità personale in forza di una legge anteriore al fatto compiuto da una persona; dalla pena che non deve essere contraria al senso di umanità e deve tendere alla rieducazione del condannato. Quella della Rosa dei Venti è una realtà tempestosa verso nuove prospettive auspicate da tutti, ma fra loro assai diverse.

 

di Gian Carlo Caselli e Vittorio Barosio

La Stampa, 3 marzo 2025 C’è un problema di “radicalismo verbale” quando si fa un uso massiccio di slogan propagandistici, ripetendoli ossessivamente in modo che le “bufale” finiscono per sembrare vere. I percorsi di legalità subiscono queste “verità rovesciate”, usate strumentalmente contro i magistrati che danno fastidio perché indipendenti rispetto ai potentati culturali, economici o politici. Gli attacchi contro questi magistrati scomodi, per delegittimarli, formano ormai un vasto catalogo. Eccone alcuni esempi nel tempo: giustizialisti, forcaioli, toghe rosse, cancro da estirpare, golpisti, eversori, pazzi, maledetti nel Vangelo. La crisi di credibilità che oggi affligge la magistratura deriva anche da questo stillicidio organizzato di menzogne e insulti.

 

di Cataldo Intrieri

linkiesta.it, 3 marzo 2025 Dal massiccio ricorso ai sequestri e alle confische come misure di prevenzione, fino al nuovo pacchetto sicurezza in discussione al Senato: queste procedure parallele hanno in comune l’indebolimento della funzione di controllo di legalità da parte della magistratura, chiamata semplicemente a ratificare decisioni prese da altri enti. Lo sciopero dei magistrati della scorsa settimana ha inaugurato ufficialmente la lunga stagione politico-giudiziaria che porterà, nel 2026, al referendum sulla riforma Nordio. Per l’occasione, magistratura e avvocatura hanno dato sfogo alle loro ostilità, contraddistinte da reciproci scambi di bordate tra l’Associazione nazionale magistrati (Anm) e l’Unione delle camere penali.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 3 marzo 2025 Nel prossimo parlamentino la moderata “Miagistratura indipendente” può rompere con le progressiste “Area” e “Magistratura democratica”. Il redde rationem ci sarà solo l’8 marzo, ossia quando il “parlamentino” dell’Anm si riunirà, trascorsi tre giorni dall’incontro che il sindacato delle toghe avrà avuto con la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, e il sottosegretario Alfredo Mantovano in merito alla riforma costituzionale della separazione delle carriere. Questo perché la Giunta esecutiva che si recherà il 5 marzo a Palazzo Chigi non ha alcun mandato a trattare con il governo.

 

di Francesco Machina Grifeo

Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2025 Lo ha chiarito la Cassazione, sentenza n. 7647/2025, aggiungendo che la possibilità di eccepire la compressione del diritto di difesa esiste a fronte di un interesse processuale meritevole di tutela. In tema di indagini preliminari, la Cassazione (sentenza 7647/2025) ha affermato che la possibilità di secretare singoli atti attribuita al pubblico ministero (dall’art. 329, co. 1, Cpp) a tutela della segretezza dell’attività investigativa in corso di svolgimento, esclude che la formazione di atti probatori in parte secretati ne comporti l’inutilizzabilità in sede di giudizio abbreviato, ferma restando la facoltà dell’imputato di eccepire la compressione del diritto di difesa derivante dalla mancata piena conoscenza degli atti secretati, ove deduca un interesse processuale meritevole di tutela.

 

di Paola Rossi

Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2025 Oltre alla responsabilità per il reato doloso di spaccio il giudice dovrà provare se la condotta ipotizzata di un agente modello adeguata alla normale diligenza coincida o meno con il comportamento tenuto dall’agente reale. Lo spacciatore risponde non solo dell’illecita attività di vendita della droga, ma anche delle conseguenze letali che derivino all’acquirente dall’assunzione della sostanza stupefacente se colpevolmente ha ignorato l’evento che - al momento della commissione del reato doloso “presupposto” - fosse in concreto prevedibile. Le conseguenze della morte o delle lesioni personali a seguito della commissione di un reato doloso - sono contestabili a titolo di colpa in quanto prevedibili, ma non volute dall’agente, che ha violato perciò le regole di cautela nella sua condotta volontaria, affinché non si determinassero le ulteriori conseguenze.

 

di Sandro Guerra

Il Sole 24 Ore, 3 marzo 2025 Per la Cassazione il giudice deve modulare attentamente il vincolo preventivo. Proprietà e libera iniziativa non possono essere compressi oltre il necessario. Nel sequestro preventivo il principio di proporzionalità - sancito anche in riferimento alle misure cautelari reali dall’articolo 275 del Codice di procedura penale - impone al giudice di modulare il vincolo in modo che esso non determini un’esasperata compressione del diritto di proprietà e di libera iniziative economica dell’ente attinto dalla misura reale, eccedendo quanto strettamente necessario rispetto al fine perseguito, ossia impedire l’aggravamento del reato, la protrazione delle sue conseguenze o l’agevolazione di altri reati. E questa valutazione non deve riguardare solo il momento in cui il sequestro viene imposto ma anche il periodo in cui sarà efficace.

 

di Bruno Mellano*

La Stampa, 3 marzo 2025 Il sovraffollamento in continua crescita, il numero dei suicidi, le tensioni dilanianti e la sostanziale mancanza di speranza nel sistema penitenziario fanno dell’Italia un caso in Europa. Oggi alle 18 nella sala conferenze dell’Hostello Sacco di via Cavour 35 a Fossano è in programma l’incontro “Un silenzio assordante della politica e della società civile sul carcere”. Saranno presenti il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Piemonte Bruno Mellano, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali, la Camera Penale del Piemonte Occidentale e della Valle d’Aosta e l’Associazione “Nessuno tocchi Caino - Spes contra Spem”.

 

di Maria Teresa Improta

quicosenza.it, 3 marzo 2025 Malasanità, disagio e morti dietro le sbarre. Le carceri italiane non avevano mai registrato dati così alti. In un anno 246 decessi, 90 dei quali per suicidio (5 in Calabria). A Catanzaro la casa circondariale di Siano è prima in Italia per numero di tentativi di togliersi la vita tra i detenuti, secondo l’Osservatorio penitenziario del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà. Il 2025 non si è aperto con segnali migliori negli istituti di pena calabresi. Nella casa circondariale di Paola, tra il 7 e 8 gennaio, due persone si sono tolte la vita. Un detenuto tunisino 40enne nella notte e al mattino un impiegato amministrativo 48enne residente a Lauria, ma alloggiato nel penitenziario. Per entrambi il decesso sarebbe riconducibile a impiccagione. Il primo nella cella d’isolamento, il secondo nella palestra comune.

di Christian Donelli

parmatoday.it, 3 marzo 2025 Intervista al Garante dei detenuti della Regione Emilia-Romagna, Roberto Cavalieri: “In via Burla più di 750 detenuti, solo un indulto riuscirebbe a portare la calma”. Il carcere di Parma, le condizioni dei detenuti e quelle degli agenti della polizia penitenziaria. In via Burla si è superato il numero di 750 reclusi e il sistema non ce la fa più. Ogni giorno rischia il collasso. Nel corso del 2024 ci sono stati 3 suicidi, sui 9 totali registrati nei penitenziari della Regione Emilia-Romagna. Gli atti di autolesionismo sono in costante aumento, così come i tentativi di suicidio. Il parmigiano Roberto Cavalieri, dal 2022, è il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale.

 

di Rosalba Carbutti

Il Resto del Carlino, 3 marzo 2025 Lepore raccoglie l’invito di Ostellari. Il sindaco risponde al sottosegretario alla Giustizia: “Servono risorse per progetti educativi e di recupero”. Pd e Coalizione civica: “Sul trasferimento dei giovani faccia dietrofront”. Panini (Volt): “Non arretriamo”. Prove di dialogo sul caso dei cinquanta minori che verranno presto trasferiti alla Dozza. Matteo Lepore raccoglie l’invito del sottosegretario leghista alla Giustizia, Andrea Ostellari, che aveva fatto appello alle istituzioni locali per “lavorare insieme anche per aprire comunità socio educative in Emilia-Romagna, come in Veneto e in Lombardia”.

 

di Stefano Mattia Pribetti

triesteprima.it, 3 marzo 2025 A confermarlo è la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Trieste Rosa Maria Putrino. La crisi si inserisce in una situazione con “migliaia di istanze da istruire e definire”. All’appello si uniscono anche i garanti per i detenuti. Nel 2024 si è registrata “una grave scopertura di personale magistraturale pari al 50 per cento del Tribunale di Sorveglianza di Trieste”, senza contare la “carenza di organico anche a livello amministrativo”. La crisi si inserisce in una situazione che vede “migliaia di istanze da istruire e definire”, per una mole di lavoro “raddoppiata negli ultimi dieci anni” a fronte di una pianta organica rimasta invariata.

 

ilpescara.it, 3 marzo 2025 Il presidente del movimento “Pettinari per l’Abruzzo” e consigliere comunale Domenico Pettinari, ha inviato formale richiesta per la convocazione di un consiglio comunale straordinario riguardante la situazione e le problematiche del carcere di Pescara. “Il 17 febbraio si è registrato l’ennesimo episodio di suicidio di un detenuto presso la struttura carceraria casa circondariale di Pescara “San Donato”. A seguito dell’episodio di suicidio, si è consumata una rivolta da parte dei detenuti del carcere, per denunciare la situazione di sovraffollamento e inadeguatezza dell’aspetto logistico in cui versa la struttura. Considerato che anche l’ordine degli avvocati di Pescara, a seguito degli eventi avvenuti presso la struttura carceraria di Pescara ha dichiarato lo stato di agitazione, per denunciare le condizioni ...

 

di Gilda Sciortino

vita.it, 3 marzo 2025 Da Palermo, dov’è nato nel 2016, il laboratorio di “Cotti in fragranza”, progetto nato nell’Istituto di pena minorile “Malaspina” di Palermo, ha aperto anche a Casal di Principe. Un bene confiscato alla camorra gestito dalla Fondazione Don Calabria il luogo in cui, attraverso la produzione di golose bontà da forno, nasceranno percorsi di inserimento socio-lavorativo di giovani a rischio marginalità sociale. Era il 2016 quando, nel carcere minorile Malaspina di Palermo, allora diretto da Michelangelo Capitano, un direttore con lo sguardo al futuro, per il quale la detenzione doveva passare attraverso la valorizzazione dei talenti per un pieno e consapevole reinserimento nel tessuto socio-lavorativo basato su percorsi alternativi, nasceva “Cotti in fragranza”, impresa sociale civile che permetteva ai giovani detenuti di ...

 

cagliaritoday.it, 3 marzo 2025 Da domani cinque detenute della sezione femminile della Casa circondariale prenderanno parte al corso di formazione curato dalla nota chef oristanese Laura Sechi, titolare del ristorante Vitanova. Un progetto educativo e culturale, ma anche una concretissima opportunità. Riempire le giornate di chi vive dietro le sbarre con progetti e laboratori che saranno utili ai detenuti quando avranno terminato di scontare la pena è un dovere civile. Il 2025 è da incubo nelle carceri della Sardegna, a Uta in particolare. Ma ci sono anche lampi di speranza. Da domani, martedì 4 marzo, cinque detenute della sezione femminile della casa circondariale di Cagliari-Uta prenderanno parte al corso di formazione “Le mani in pasta”, curato dalla nota chef oristanese Laura Sechi, titolare del ristorante Vitanova ...

 

cosenzachannel.it, 3 marzo 2025 L’ex detenuto, oggi attore e scrittore, ha portato in scena “Il giovane criminale” al Cinema San Nicola, denunciando le falle del sistema penitenziario italiano. Con la spavalderia di uno scugnizzo dei vicoli e insieme con la consapevolezza di uomo che ha saputo migliorarsi e riscattarsi da un destino che sembrava segnato, venerdì sera sul palco del Cinema San Nicola a Cosenza, Salvatore Striano ha affrontato il pubblico con l’ambizione dichiarata di “svelare il mistero delle carceri italiane”. E lo ha fatto senza remore, puntando il dito contro un sistema che non rieduca chi ha sbagliato ma, piuttosto, lo induce a perseverare.

 

ilgiornalepopolare.it, 3 marzo 2025 Giochi Uniti porta il progetto nel carcere del Casertano, per ridurre lo stress e favorire la socialità, la cooperazione e comunicazione. Il gioco da tavolo come strumento per favorire il reinserimento sociale dei detenuti. Un progetto, quello dei laboratori ludici, rivolto ai reclusi del carcere di Santa Maria Capua Vetere. È l’obiettivo di “Giocare dentro”, progetto che vede protagonista la casa editrice Giochi Uniti, che varca le soglie del carcere per portare il gioco da tavolo tra i detenuti. Quattro gli appuntamenti che vedranno autori e giocatori esperti utilizzare il gioco come veicolo per promuovere la crescita personale e il benessere degli ospiti della casa circondariale.

 

di Giulio D’Antona

La Stampa, 3 marzo 2025 Lo scrittore inglese porta in Italia il suo nuovo romanzo sull’adolescenza: “L’angoscia sociale e la crisi psicologica dei ragazzi dipendono da noi adulti”. Il futuro è un tema ricorrente. Forse perché, nello scenario pseudo-apocalittico che si sta delineando comincia ad assomigliare a un concetto difficile da afferrare; sfuggente, vano, effimero. “Inutile parlare di futuro, non sappiamo nemmeno se ne avremo uno”, ha detto Kurt Vonnegut in tempi in cui c’era da stare più allegri. “Sarà un massacro”, ha affondato Leonard Cohen più o meno nello stesso periodo.

 

di Maria Sorbi

Il Giornale, 3 marzo 2025 L’ultimo rapporto di Criminalpol rileva che l’incidenza dei delitti commessi da under 18 si attesta all’11% degli omicidi del 2024, a fronte del 4% del 2023. Ma c’è un dato, più sommerso, che dovrebbe preoccupare ancora di più: l’aumento della violenza immotivata, gratuita, senza movente. E l’abitudine “maranza” dei minorenni a girare con il coltello in tasca, da sfoderare al primo battibecco per strada. Francia e Germania hanno già cominciato campagne di prevenzione anti-coltelli. E forse anche in Italia è arrivato il momento di affrontare il problema. Maneggiano il coltellino con la stessa nonchalance con cui usano il telefonino. E lo tengono nella tasca del giubbotto, pronto uso. I ragazzini della giungla urbana vivono così, con la lama a portata di mano.

 

di Dario Ianes

Il Domani, 3 marzo 2025 I continui assalti alla scuola che rispetta le diversità producono l’effetto che gli psicologi definiscono “abituazione allo stimolo”. Così le posizioni repressive e regressive si sentono legittimate. Ogni giorno ci troviamo a registrare azioni e prese di posizione che riguardano il mondo della scuola e la sua inclusività. È importante non sottovalutare queste uscite e interpretarle all’interno di un disegno coerente, che va ben al di là della scuola. Ecco dieci tattiche tossiche contro il rispetto delle differenze, compresa la disabilità, in ambito scolastico che vediamo in azione ormai quotidianamente:

 

di Sofia Spagnoli

open.online, 3 marzo 2025 Ma c’è comunque una proposta di legge per far decidere i genitori. Il progetto iniziale è stato dirottato su una presunta educazione alla fertilità rivolta agli insegnanti. Una proposta di legge di FdI impone che siano i genitori a scegliere per gli studenti. Una proposta di legge che prevede l’introduzione del consenso dei genitori per la partecipazione dei figli ad attività “su materie di natura sessuale”. È questo il succo della proposta di legge (pdl) depositata il 25 febbraio dal deputato di Fratelli d’Italia, Alessandro Amorese. Sul sito della Camera il testo dell’emendamento non è ancora disponibile ma ha già sollevato alcune polemiche.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Ne bis in idem: questioni attuali alla luce dell’interpretazione della Corte di Giustizia e della Corte EDU", di Bruno Nascimbene

Articolo. "Giudicare: un compito necessario e impossibile a un tempo". Recensione a Glauco Giostra, "Prima lezione sulla giustizia penale", di Edmondo Bruti Liberati