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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 20 marzo 2025
di Patrizio Gonnella*
Il Manifesto, 20 marzo 2025 Un morto dopo l’altro dentro quel buco nero che ci ostiniamo a chiamare carcere. Un conteggio macabro che non ha finora spostato di una virgola l’indifferenza di chi ci governa. Si ammazzano gli italiani, gli stranieri, i giovani, gli adulti. Si è ammazzata anche una donna. Ci si ammazza al nord e al sud, all’inizio e alla fine della pena. Ai ventuno morti suicidi se ne aggiungono tanti altri che muoiono per cause da accertare o che non saranno mai accertate. Molte morti sono archiviate per causa naturale, nonostante l’età media dei detenuti trovati senza vita nelle prigioni d’Italia è di circa quarantatré anni, dunque più o meno quando una persona libera si trova nel cuore della sua esistenza. Morti che non provocano reazione emotiva nei tanti uomini di potere che si professano cattolici.
di David Allegranti
La Nazione, 20 marzo 2025 Nelle fatiscenti e sovraffollate carceri italiane ci si continua a suicidare. A poche ore di distanza, due detenuti si sono tolti la vita nel carcere di Montorio, a Verona. Non ha più senso parlare di “emergenza”: i suicidi, in queste condizioni, sono purtroppo destinati a proseguire. Le cause di un suicidio possono essere molteplici e ogni suicidio fa storia a sé, è vero, ma se in una cittadina di 62.165 abitanti, tanti quanti sono i detenuti attualmente presenti (al 28 febbraio 2025) negli istituti penitenziari, ci fossero 90 suicidi l’anno (record stabilito nel 2024; ora siamo già a 20), probabilmente ci chiederemmo con insistenza, ogni giorno, cosa sta succedendo e perché. Magari un giorno uno studio scientifico ci spiegherà che il sovraffollamento non c’entra niente con la volontà di togliersi la vita, ma per ora possiamo chiederci se invece non sia proprio fra le cause che rendono la vita in prigione così insostenibile.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 20 marzo 2025 Con una sentenza destinata a fare giurisprudenza, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’autocertificazione prodotta da un detenuto è sufficiente a dimostrare un rapporto di convivenza more uxorio, garantendo così il diritto ai colloqui con il partner. La decisione, emessa dalla Quinta Sezione Penale, annulla una precedente ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (Gip) di Castrovillari che aveva negato a Carmine Alfano, in custodia cautelare, la possibilità di incontrare la compagna Maria Ruotolo. La motivazione? La semplice autocertificazione e un certificato di residenza sono prove adeguate, salvo il rischio di sanzioni penali in caso di dichiarazioni false.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 20 marzo 2025 Da tre mesi il dipartimento del ministero della Giustizia per l’amministrazione penitenziaria è senza un capo. Dietro la stasi si cela uno sgarbo istituzionale del ministero nei confronti del capo dello stato, non informato preventivamente della nomina proposta da Delmastro. Oggi alla Camera si terrà una seduta straordinaria sull’emergenza carceri (venti i suicidi fra i detenuti da inizio anno). L’aspetto più incredibile è che da tre mesi il Dap, cioè il dipartimento del ministero della Giustizia per l’amministrazione penitenziaria, è senza un capo, dopo le dimissioni di Giovanni Russo il 20 dicembre. Il ministero ha subito avviato la procedura per promuovere la vice, Lina Di Domenico, senza però interloquire prima con il presidente della Repubblica, che, in quanto capo delle Forze armate, è tenuto a firmare il decreto di nomina.
di Massimo Donini
L’Unità, 20 marzo 2025 Il reato già c’è in forma di un diritto uguale e non discriminatorio. Quello che vorrebbe introdurre il governo è un delitto populista e simbolico senza base criminologica adeguata, che differenzia ingiustamente tra i generi e aggrava senza necessità pene già elevatissime. Occorre spiegare perché il reato di femminicidio c’è già, nei contenuti adeguati ai dati criminologici nazionali, ed è scritto in forma di un diritto uguale e non discriminatorio, a differenza dell’ipotesi formulata nel recente ddl governativo, che appare espressione di un populismo penale di pura propaganda, che dissimula un antiumanesimo legislativo. È famosa la frase di Ortega y Gasset, per il quale nell’Università si riflette su idee che decenni più tardi sono oggetto di discussioni nelle pubbliche piazze.
di Lorenzo Zilletti
Il Dubbio, 20 marzo 2025 Dieci giorni. Per dieci giorni abbiamo sperato, inutilmente. Ad illuderci, il ricordo ancora vivo del recentissimo sciopero della magistratura a difesa della Costituzione. Invece, niente baluginar di coccarde tricolori; nessuno sventolìo di cartelli inneggianti alla “più bella del mondo”; nessuna foto di gruppo - dress code togato - sulle scalinate dei palagiustizia, postabile sui social più en vogue; nessun flash mob. Eppure, se c’è un’iniziativa legislativa del governo che liquida inappellabilmente il principio di uguaglianza (art. 3 Cost.) e quello di determinatezza della legge penale (art. 25 Cost.), è proprio il ddl partorito il 7 marzo scorso sul cosiddetto femminicidio. Svolta storica ed epocale, l’ha trionfalisticamente battezzata il team ministeriale delegato alla propaganda urbi et orbi.
di Marianna de’ Micheli
Il Riformista, 20 marzo 2025 Il disegno di legge sul femminicidio, approvato di recente dal Governo, presenta luci e ombre. Valeria Valente, esponente del Partito democratico ed ex presidente della Commissione Femminicidio del Senato, è fiduciosa: “Aiuterà ad avere consapevolezza, impedirà a tanti di negarne esistenza e specificità, agevolerà i giudici”. Ma al tempo stesso invita a discutere sull’ergastolo e lancia l’allarme: “Sta crescendo la violenza maschile in tutte le sue forme di fronte alla maggiore libertà conquistata dalle donne”.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 20 marzo 2025 Possibili deroghe solo se emergono elementi specifici e concreti. Sulle intercettazioni limite di durata a 45 giorni. Nella notte il voto della Camera sull’approvazione definitiva del disegno di legge che, per la prima volta, introduce un limite cronologico alle operazioni di ascolto. Al tetto di 45 giorni è possibile derogare quando l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore è giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, elementi che devono essere oggetto di espressa motivazione. Un intervento che è solo l’ultimo in ordine di tempo di una sequenza che ha visto via via introdurre misure asseritamente a tutela della privacy, freni contro gli ascolti “a strascico”, obblighi di rendicontazione economica per i pm, rafforzamento delle motivazioni sull’uso dei trojan.
di Giovanna De Minico*
Il Sole 24 Ore, 20 marzo 2025 Sembrerebbe che il Governo abbia solo espresso la sua opinione sulla sentenza della Corte di Cassazione in tema di migranti illegittimamente trattenuti. Quindi, il Governo sarebbe come un privato cittadino che parla al bar sorseggiando un caffè con un suo amico; salvo il fatto che il dissenso rispetto l’operato della Corte non è manifestato all’amico del bar, ma opportunamente diffuso a tutti i cittadini. La differenza riguarda dunque il solo ambito soggettivo dei destinatari dell’opinione governativa; o un occhio più attento coglie una più significativa distanza? Un passo indietro ci può aiutare a districare la matassa. Nel 2015 il Consultative council of european judges aveva appunto consigliato quattro cose ai governi nazionali:
di Marilia Parente
cronachesalerno.it, 20 marzo 2025 Un detenuto del carcere di Fuorni, Renato Castagno, è deceduto dopo aver accusato un forte dolore al petto e essere stato trasportato in ospedale. A riferirlo è la sua legale Avvocato Bianca De Concilio, che ha espresso profondo rammarico per non essere riuscita a fare di più per lui. Castagno, 37 anni, era entrato in carcere per scontare una pena definitiva, ma aveva già sofferto di diversi ictus e di pressione alta. La sua avvocata aveva presentato un’istanza al Magistrato di Sorveglianza per verificare la compatibilità delle sue condizioni con la detenzione, ma il decesso ha reso vano ogni tentativo. “La giustizia, anche in questo caso, si è fatta beffare dalla morte”, ha commentato la legale, sottolineando il dolore della famiglia, in particolare della figlia piccola, che nel giorno della Festa del Papà ha perso per sempre il padre.
di Silvia Pollice
Il Messaggero, 20 marzo 2025 L’episodio è accaduto un mese dopo la rivolta nel carcere San Donato, scoppiata in seguito al gesto volontario del 24enne egiziano. A meno di ventiquattro ore dall’inizio dello sciopero degli avvocati penalisti proclamato dalla Camera penale di Pescara dal 18 al 20 marzo, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema del sovraffollamento del carcere San Donato di Pescara e sulle condizioni precarie di detenuti e personale penitenziario, un altro detenuto ha tentato di togliersi la vita soffocandosi con un panino servito alla mensa. L’uomo, un 28enne italiano, è stato soccorso tempestivamente dagli agenti della casa circondariale e trasportato all’ospedale cittadino, dove è stato sottoposto alle dovute cure mediche, ma le sue condizioni sono piuttosto gravi.
sassaritoday.it, 20 marzo 2025 Irene Testa, Garante delle persone private della libertà in Sardegna, è stata bersagliata da insulti sui social dopo la sua denuncia sulle condizioni disastrose del carcere di Bancali. Dopo la sua denuncia sulla situazione disastrosa del carcere di Bancali, Irene Testa, Garante delle persone private della libertà in Sardegna, è stata oggetto di un’ondata di insulti sui social. La sua accusa riguardava il sovraffollamento estremo, le condizioni igieniche precarie e l’abbandono delle persone detenute in uno degli istituti penitenziari più problematici dell’isola. In particolare, Testa aveva descritto le celle sovraffollate, i soffitti umidi e la presenza di detenuti psichiatrici che vivevano in condizioni insostenibili, culminando nel caso di un giovane detenuto di 20 anni, in sciopero della fame da più di un mese, che aveva perso oltre 15 kg.
piacenzasera.it, 20 marzo 2025 Alla Novate il numero dei detenuti - il 69% dei quali stranieri - è aumentato di oltre cento unità in meno di un anno. È uno dei dati sul carcere di Piacenza che emerge dal tradizionale report dell’associazione Antigone, che nel 2023 ha visitato tutti gli istituti di pena della regione, proseguendo con la sua attività di monitoraggio sulle condizioni di detenzione. Al momento della visita - avvenuta il 27 settembre 2024 - le persone detenute erano 490, di cui 16 donne (in regime di Alta sicurezza 3) e 340 stranieri (il 69% del totale), per una capienza di 416 unità. “La popolazione detenuta - viene sottolineato è aumentata di più di 100 unità in meno di un anno: gli ingressi provengono per un terzo dalla libertà e per due terzi da altri istituti, anche fuori regione: molti arriverebbero con provvedimenti disciplinari a carico.
di Valentina Reggiani
Il Resto del Carlino, 20 marzo 2025 Un indice di sovraffollamento preoccupante e in continua crescita, addirittura del 153 per cento per quanto riguarda il nostro carcere e un numero di morti, soprattutto di suicidi, ancora più allarmante. È il drammatico quadro che emerge nel report dell’associazione Antigone sulle carceri dell’Emilia-Romagna, basato sulle visite della stessa associazione nei 10 istituti della regione e nel carcere minorile di Bologna nel corso del 2024. Lo stesso parla poi di “strutture a volte fatiscenti, carenza di attività e di personale, maggiori chiusure delle sezioni e più isolamento”, oltre al “drammatico dato sulle morti e i suicidi in carcere”, che ha visto nove suicidi in regione nel 2024 e otto decessi dall’inizio del 2025. Antigone segnala appunto “l’indice preoccupante del sovraffollamento”, rilevando che “tra gli istituti con il tasso più alto ci sono quelli di Bologna (171%), Ferrara (162%) e Modena (153%).
di Pier Giorgio Ruggeri
Il Giorno, 20 marzo 2025 A processo 15 detenuti: volevano essere sottoposti al tampone per essere tranquillizzati sulle loro condizioni, visto che avevano saputo (notizia rivelatasi poi falsa) che due guardie carcerarie e un detenuto sarebbero stati positivi al coronavirus e loro temevano che il contagio si propagasse rapidamente. La sentenza attesa il 30 aprile. “Assolveteli tutti”. È la richiesta della mezza dozzina di avvocati che tra il 12 marzo e ieri nel tribunale di Cremona hanno concluso l’iter di un processo che vede alla sbarra quindici detenuti nel penitenziario di Ca’ del Ferro i quali, l’8 marzo 2020 diedero vita a una rivolta perché volevano essere sottoposti al tampone per essere tranquillizzati sulle loro condizioni, visto che avevano saputo (notizia rivelatasi poi falsa) che due guardie carcerarie e un detenuto sarebbero stati positivi al Covid e loro temevano che il contagio si propagasse rapidamente tra di loro.
di Emilie Lara Mougenot
telenord.it, 20 marzo 2025 La struttura, realizzata in un immobile sequestrato alla criminalità, offrirà alloggio e percorsi di formazione per ex detenuti in difficoltà. Genova, inaugurata “Casa Maddalena” per il reinserimento dei detenuti senza una rete familiare. Una casa per chi esce dal carcere senza un posto dove andare, realizzata in un immobile confiscato alla criminalità, confiscato a Zappone nel 2017. È stata inaugurata oggi a Genova “Casa Maddalena”, una struttura destinata a detenuti privi di riferimenti familiari o abitativi, con l’obiettivo di agevolarne il reinserimento sociale e lavorativo. Il progetto, promosso dalla Veneranda Compagnia della Misericordia, nasce dalla collaborazione tra istituzioni, terzo settore e volontariato, dimostrando come i beni sottratti alle mafie possano essere restituiti alla collettività con finalità sociali.
di Flavio Zeni
lavitacattolica.it, 20 marzo 2025 “Frontiere e sconfinamenti. Il lavoro in carcere” è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà giovedì 20 marzo, alle ore 18, nella Sala convegni della Fondazione Friuli in via Gemona, 1 a Udine per iniziativa del Centro culturale Enzo Piccinini. Introdurrà l’incontro l’avvocato Andrea Sandra, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale per il Comune di Udine, mentre Nicola Boscoletto, socio fondatore e presidente della Cooperativa sociale Giotto di Padova, illustrerà le attività svolte da oltre 40 anni per creare opportunità lavorative di cui hanno beneficiato migliaia di carcerati. All’incontro pubblico interverranno anche alcune persone detenute con esperienza di lavoro in carcere. Nell’occasione sarà presentato il libro “La Cooperativa sociale Giotto. Una normalità eccezionale” ...
di Vera Mantengoli
Corriere del Veneto, 20 marzo 2025 Protocollo tra carcere e associazioni. Riprendersi la vita attraverso piccoli impegni che possono diventare grandi occasioni. È questa la filosofia alla base del protocollo siglato giorni fa tra il carcere maschile di Santa Maria Maggiore e Il Granello di Senape, della durata iniziale di un anno, finalizzato all’inserimento dei detenuti in progetti di pubblica utilità. L’associazione, da sempre in prima fila all’interno degli istituti penitenziari con più progetti, ha chiesto infatti che i detenuti possano prestare un aiuto volontario in occasione di sagre come l’allestimento di San Pietro di Castello o San Francesco della Vigna, manifestazioni come la Venice Marathon o eventi come il Festival Poesia che si terrà il 21 alla Fondazione Querini Stampalia.
di Leandro Del Gaudio
Il Mattino, 20 marzo 2025 Presentati i portali di Corte di Appello e Procura generale. Siti web per informare cittadini e utenti della giustizia, un protocollo con la Regione per favorire la formazione e l’impiego degli ex detenuti in progetti di pubblica utilità, infine l’abbattimento degli arretrati. Sono queste le coordinate su cui viaggia la giustizia napoletana, alla luce del lavoro messo in campo dai vertici degli uffici napoletani. Una svolta culturale prima ancora che organizzativa, che punta a rendere più facile l’approccio ai siti web della Presidenza della Corte di Appello di Napoli e della Procura generale del distretto. Nuova grafica, nuovi contenuti, un rapporto “friendly” con utenti e cittadini, secondo quanto emerge dalla conferenza stampa tenuta ieri nell’Arengario del Palazzo di giustizia.
ilpescara.it, 20 marzo 2025 L’associazione Voci di Dentro, con il patrocinio della Provincia, organizza delle iniziative che pongono al centro i carcerati, “Persone con gli stessi diritti di altri cittadini”. Gli incontri si svolgono al Caffè Letterario, dal 24 marzo al 29 maggio. Il recupero e il reinserimento dei detenuti passa anche attraverso le storie di chi prova a tendere una mano, superando rancori e pregiudizi nei confronti di chi ha avuto problemi con la legge, nel corso della propria vita. Ed è su questi presupposti che l’associazione Voci di Dentro, presieduta da Francesco Lo Piccolo, ha organizzato, in collaborazione con la Provincia di Pescara e il carcere di San Donato, il ciclo di incontri “Sulla scena del crimine”, in programma da lunedì 24 marzo a giovedì 29 maggio, negli spazi del Caffè Letterario, in via delle Caserme.
di Anna Martino
La Repubblica, 20 marzo 2025 Otto speaker tra giornalisti, docenti universitari ed esperti si confronteranno sul tempo, tra loro anche due detenuti. Il “Tedx”, la conferenza nata oltre trent’anni in California per condividere e valorizzare spunti e idee innovative in ogni parte del mondo, per la prima volta in Italia si svolgerà in un carcere. Sarà la casa circondariale “A. Santoro” di Potenza ad ospitarla domani per un’iniziativa nata da un gruppo di giovani under 30 e dal supporto della Fondazione Eni Enrico Mattei, Fondazione Carical, Fondazione Potenza Futura, con la piena collaborazione della direzione del carcere e il patrocinio del Parlamento europeo.
di Antonio Picano
news-24.it, 20 marzo 2025 Si piange quando si entra, si vien presi da un senso di smarrimento, tendente al timore, in prossimità dell’uscita. Una situazione che ben conosce Emma Zordan, l’ammirevole suora di Sabaudia, che da anni agisce da volontaria, accanto ai detenuti, presso il carcere di Rebibbia dove ha impiantato, tra l’altro, un laboratorio di scrittura per renderne meno dura la permanenza e cercare di indirizzarli sulla strada giusta. Ed è proprio questo stato d’animo, che si impossessa dei suoi assistiti in procinto di reinserirsi in una società da cui presumono di essere emarginati, il leit motiv del nuovo libro, uscito in occasione del Giubileo del mondo del volontariato, a cura della religiosa appartenente all’Ordine delle Adoratrici del Sangue di Cristo, lo stesso delle consorelle che sin dalla fondazione hanno sostenuto ...
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 20 marzo 2025 Le opposizioni insorgono dopo le parole della premier sul testo di Spinelli: “Vergogna, è oltraggio alla democrazia”. Seduta sospesa due volte. Il dem Fornaro si accascia sul seggio suo con gli occhi lucidi, mentre i suoi compagni di partito fanno a gara per consolarlo. È la scena madre di una mattinata tumultuosa, a Montecitorio, che in realtà era partita in un modo tranquillo come martedì al Senato, e che improvvisamente si è infiammata, tanto da costringere il presidente Fontana a sospenderla per due volte. Il coup de théâtre ce l’aveva in serbo la presidente del Consiglio, che in sede di replica, dopo aver sostanzialmente ripetuto quanto già detto a Palazzo Madama, ha aggiunto in coda un ingrediente la cui esplosività forse era stata sottovalutata dalla stessa Giorgia Meloni.
di Vittorio Pelligra
Avvenire, 20 marzo 2025 L’operazione messa in atto dalla Presidente del Consiglio sembra ispirata da un misto di arroganza, malafede e smaccata ignoranza. Citare, come ha fatto Giorgia Meloni, il Manifesto di Ventotene in quella maniera è come citare il Vangelo dove leggiamo, tra le altre cose, “Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada” (Mt 10,34) e concludere che Gesù è un estremista guerrafondaio. È chiaramente una provocazione, una mossa strumentale che può avere presa su molti, purtroppo, in particolare su chi non conosce la storia del nostro Paese e la vita di coloro che hanno redatto quel manifesto. Erano dei giganti che Mussolini codardamente aveva condannato al confino per paura delle loro idee.
di Alessandro De Angelis
La Stampa, 20 marzo 2025 La classe dirigente italiana si accapiglia sulla Seconda Guerra Mondiale, mentre si rischia la Terza. Mentre la politica, quella che rischia di metterci nell’angolo come Paese, la fanno altri. Altrove. Non è la prima volta che accade questo: nel discorso in vista del Consiglio europeo Giorgia Meloni assume un tono prudente, istituzionale, senza picchi. Poi, nelle repliche, si libera dai freni inibitori. Ci si potrebbe affidare alla spiegazione psicologica di un inconscio a fatica represso. Oppure - più probabile - alla tesi del format perfettamente voluto: tanto più è costretta al vincolo esterno (sulle armi, in fondo, ha detto sì e sull’Ucraina non ha ceduto), tanto più deve regalare poi, a mo’ di compensazione, un po’ di sangue alla curva. Sia come sia, questa volta ad equilibrismo estremo e quasi noioso al primo giro ...
di Diego Motta
Avvenire, 20 marzo 2025 Dall’aggressione russa in Ucraina alla dottrina Trump, passando per quel che accade a Gaza, il diritto internazionale è sotto attacco. I giuristi: bisogna resistere ai disegni dei padroni del mondo. Nel tempo della guerra e della forza, gli uomini al comando dispongono e decidono, mentre gli altri si adeguano, sperando di limitare i danni. Sembra essere questo lo scenario con cui fare i conti, in una tremenda accelerazione mondiale partita con l’aggressione della Russia all’Ucraina nel febbraio 2022 e proseguita il 7 ottobre 2023 con il pogrom di Hamas e la successiva, smisurata vendetta di Israele su Gaza. Anche nella definizione di possibili tregue e cessate il fuoco, la legge del più forte vince a mani basse. Sessanta giorni di “dottrina Trump” in materia sono lì a dimostrarlo ...
di Elizabeth Bruenig*
Internazionale, 20 marzo 2025 Negli Stati Uniti esiste una contraddizione profonda sulla pena di morte, radicata nell’ottavo emendamento: il governo può legalmente uccidere una persona (la tortura di tutte le torture) ma non può sottoporla a sofferenze superflue. Il paradosso è evidente: il detenuto viene protetto da una violenza minore mentre subisce una violenza suprema. Da questa confusione nasce la necessità di esecuzioni relativamente indolori. Le stesse persone che rinchiudono i detenuti nel braccio della morte in celle claustrofobiche sono tenute a garantirne il benessere mentre si avvicinano alla loro morte. Con questa missione in mente, i governi statali stanno rovistando nel passato alla ricerca di un metodo che possa soddisfare i vincoli sulle sofferenze eccessive senza però compromettere l’obiettivo finale, cioè l’eliminazione fisica del detenuto.
di Francesca Mannocchi
La Stampa, 20 marzo 2025 I volti sono segnati dall’esperienza della prigione, al campo il morale è basso: se Mosca vince dovremo scappare. Il ministro della Difesa: “A differenza della Russia noi li prepariamo invece di mandarli al macello al fronte”. Il ricordo più nitido che Mykyta ha della guerra è l’attacco subito da uno dei suoi più cari amici, Vania Petrenko. Avevano vissuto fianco a fianco per mesi, poi la brigata d’assalto a cui era stato destinato e di cui era comandante è stata attaccata dall’artiglieria russa a Toresk. Mykyta in quel momento era di stanza a Klishchiivka e quando ha ricevuto la notizia della morte del suo amico, non ha potuto lasciare le sue posizioni per dargli l’ultimo saluto.
di Kateryna Kovalenko
linkiesta.it, 20 marzo 2025 I detenuti ucraini subiscono torture, isolamento e privazioni che violano ogni norma umanitaria. Tornare a casa è una vittoria, ma non cancella mesi o anni di abusi. Durante la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin di martedì, il dittatore russo avrebbe informato il presidente americano dello scambio di trecentocinquanta prigionieri di guerra, centosettantacinque per parte. Non solo, la Russia ha promesso anche di rimpatriare in Ucraina ventitré militari gravemente feriti. Almeno sullo scambio di prigionieri, Putin ha mantenuto la parola, visto che non ha fatto lo stesso sugli attacchi alle infrastrutture. La scorsa notte Mosca ha attaccato con droni l’ospedale a Sumy e l’infrastruttura elettrica a Slovyansk.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 23 marzo 2025
Presentazione del libro: "Ora d'aria. Racconti dal carcere di Bollate" (Milano, 24 marzo 2025)
Seminario Università di Foggia: "Carcere e città. Tra sicurezza e diritti" (Foggia, 27 marzo 2025)
Presentazione del libro: "Il carcere in Italia oggi", di Livio Ferrari (Torino, 27 marzo 2025)
Convegno. "Dall’impossibile al possibile: la scuola in carcere" (Verona, 28 marzo 2025)
Presentazione libro: "Narrazioni e distopie penitenziarie", di Pietro Buffa (Padova, 28 marzo 2025)
Convegno: "Le vittime tra cura e giustizia, in Italia e in Europa" (Verona, 28 e 29 marzo 2025)
Convegno: "I diritti penitenziari e il ruolo dell'Università di Palermo" (Palermo, 1 aprile 2025)
XVII Conferenza Nazionale della CRIVOP Italia ODV (Erice-TP, dal 4 al 6 aprile 2025)
PODCAST
"Dialoghi abolizionisti". Ogni settimana un nuovo intervento di riflessione sulla prospettiva del superamento del carcere. (qui l'indice degli episodi)
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