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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di sabato 1 marzo 2025

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 1 marzo 2025 “La politica tace. La società civile e la magistratura non possono tollerare che i detenuti vivano in condizioni indegne e inumane”. Con queste parole nette, Samuele Ciambriello, portavoce della Conferenza nazionale dei garanti delle persone private della libertà e garante campano, lancia l’allarme su un sistema penitenziario italiano al collasso. Un grido che diventa appello pubblico, in vista della giornata di protesta nazionale indetta per lunedì 3 marzo, quando i garanti territoriali, magistrati, avvocati e realtà associative scenderanno in piazza per rompere il “silenzio assordante” su carceri sovraffollati e diritti calpestati.

 

di Angelo Scuderi*

L’Unità, 1 marzo 2025 Abbandonato, stravolto ogni concetto di riabilitazione, la pena diventa ipertrofica e crudele. Bisogna uscire dalla omertosa cappa di silenzio che avvolge il “male del carcere”. Ci sono frasi e concetti che ti rimangono nella mente più di molti altri soprattutto se pronunciate da “maestri” del nostro diritto che, senza sconti verso i potenti, definiscono l’operato degli stessi come irriducibile “ostentazione della disumanità”. Parto, quindi, dalle parole del prof. Luigi Ferrajoli, per analizzare come lo svilimento del concetto di umanità sia, ormai da tempo, la pietra miliare sulla quale si fonda il nostro ordinamento giuridico penale con particolare riferimento alla fase esecutiva dello stesso. La pena che diventa, quindi, ipertrofica e crudele a causa dello stravolgimento del concetto stesso di correzione e riabilitazione che viene abbandonato, volontariamente, per mostrare i muscoli di un “mostro” che regge su piedi di argilla.

 

di Giovanni Bianconi

Corriere della Sera, 1 marzo 2025 Mercoledì l’incontro a Palazzo Chigi. La strategia per dividere le toghe. “Abbiamo realizzato un esercizio di democrazia di cui essere orgogliosi”, si compiace l’Associazione nazionale magistrati. L’adesione allo sciopero contro la riforma costituzionale che separa le carriere dei pubblici ministeri da quelle dei giudici s’è attestata intorno all’ottanta per cento, eguagliando le più ottimistiche aspettative. Ma il difficile viene adesso. A cominciare dall’incontro di mercoledì prossimo con la premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio. “Apprezziamo questa disponibilità”, ribadisce il neo-presidente Cesare Parodi, esponente di Magistratura indipendente, il gruppo più moderato dell’Anm; del resto era stato lui, tre settimane fa. a chiedere il “faccia a faccia” con la presidente del Consiglio ...

 

di Frank Cimini

L’Unità, 1 marzo 2025 Leggi emergenziali, uso speciale dei tribunali ordinari, carcere duro, repressione. Per quale Carta scioperano? Quella del 1948 non c’è più da tempo immemore. Lo sciopero dei magistrati è una anomalia tutta italiana, ma purtroppo ce ne dobbiamo fare una ragione anche al fine di evitare di sentire la solita cantilena dell’attacco all’indipendenza e all’autonomia di una categoria incontrollata e incontrollabile che non paga mai per i suoi errori e nemmeno per i suoi orrori. Ma veniamo al motivo dell’astensione dal lavoro. “In difesa della Costituzione” dicono dopo averla sbandierata e squadernata alle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario, per poi uscire dalle aule nel momento in cui parlava un rappresentante del ministero. Comportamenti e atteggiamenti da asilo Mariuccia da parte di funzionari dello Stato super pagati.

 

di Vladimiro Zagrebelsky

La Stampa, 1 marzo 2025 Lo sciopero dei magistrati è un fatto eccezionale. Tanto più quando, come in questo caso, ha una motivazione puramente di principio, senza alcuna ragione di interesse personale da parte dei magistrati. Non è uno sciopero tipicamente sindacale. Si tratta della sospensione dell’esercizio di una funzione sovrana dello Stato. A coloro che hanno effettivamente lasciato il lavoro vanno aggiunti quelli che, proprio per la consapevolezza della natura dell’attività giudiziaria, hanno dichiarato di aderire allo sciopero (cosa che comporta la ritenuta salariale) pur di fatto continuando a lavorare. Nel sistema costituzionale la presidenza del Consiglio superiore della magistratura assegnata al Presidente della Repubblica non è solo in funzione della tutela della indipendenza della magistratura, ma anche di raccordo di ...

 

di Francesco Mandoi

L’Espresso, 1 marzo 2025 La maggioranza di centrodestra insiste sulla separazione delle carriere. I giudici, ed è rarissimo, decidono di scioperare. Alcune riflessioni sul terreno di scontro tra politica e magistratura. Le motivazioni addotte dal Governo a giustificazione di una modifica della Costituzione di così vasta portata sono state più volte ribadite dal ministro della Giustizia. Per Carlo Nordio, la riforma consentirà al giudice di godere di maggiore libertà rispetto ad oggi, quando “il pubblico ministero nei consigli giudiziari e anche al Csm dà i voti al giudice davanti al quale va a perorare una causa”, cosa “irrazionale in qualsiasi Paese del mondo”. Inoltre, la separazione delle carriere limiterebbe lo strapotere dei pubblici ministeri, definiti “super poliziotti” che “hanno un potere immenso senza controllo”, dichiarazioni sempre di Nordio.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 1 marzo 2025 Sul tavolo di Palazzo Chigi c’è un’offerta più o meno esplicita, al sindacato delle toghe: derubricare il sorteggio attualmente previsto nel ddl sulla separazione delle carriere da “puro” a “temperato”, e lasciare così un minimo futuro spazio di manovra ai gruppi associativi. Che ora rischiano di spaccarsi sulla scelta: accettare, o fare “all in” e giocarsi tutto al referendum sulla riforma. Parlare di trattativa, per ora, è eccessivo. C’è casomai un guardingo gioco di scacchi. Il governo lascia intravedere ai magistrati, cioè all’Anm, disponibilità al dialogo. Non chiarisce in modo esplicito se ci sono aperture sui pochi punti negoziabili, come l’attenuazione del sorteggio da “puro” a “temperato”.

 

di Paolo Frosina

Il Fatto Quotidiano, 1 marzo 2025 Usigrai e Cdr: “Notizie parziali, non è servizio pubblico”. Il tg ammiraglio della Rai dedica alla mobilitazione dell’Anm solo una breve intervista doppia in cui per metà del tempo parla il procuratore di Padova Antonello Racanelli, favorevole alla separazione delle carriere. Nessuna immagine delle manifestazioni, nessun dato sulla partecipazione. Solo una breve intervista doppia che suggerisce l’idea di una magistratura spaccata a metà: chi ha protestato e chi si è opposto alle proteste. Così il Tg1 delle 20, il notiziario tv più seguito d’Italia, ha raccontato lo sciopero di giudici e pm contro la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere, varata dal governo e attualmente in discussione in Parlamento. La mobilitazione lanciata dall’Associazione nazionale magistrati ha avuto un oggettivo successo ...

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 1 marzo 2025 Dal 2018 al 2024 lo stato italiano ha sborsato 220 milioni di euro per indennizzare i cittadini vittime di ingiusta detenzione, cioè che sono stati arrestati (in carcere o ai domiciliari) o destinatari di misure cautelari coercitive salvo poi essere prosciolti o assolti. Una cifra monstre, che merge dall’ultima relazione del ministero della Giustizia sulla custodia cautelare e sulle ingiuste detenzioni in Italia. A colpire è anche la distribuzione geografica degli indennizzi. A saltare all’occhio è un dato: di questi 220 milioni, ben 78 (cioè il 35 per cento), sono stati versati in Calabria, a seguito di disposizione delle competenti Corti d’appello di Catanzaro e di Reggio Calabria. In altre parole, una regione che ospita soltanto 1,8 milioni di abitanti ha assorbito negli ultimi sette anni il 35 per cento dell’intera spesa destinata a risarcire le vittime di ingiusta detenzione.

 

di Tiziana Roselli

Il Dubbio, 1 marzo 2025 Il 18, 19 e 20 marzo protestano per il sovraffollamento, poco personale, condizioni inumane. La Camera Penale di Pescara ha proclamato l’astensione collettiva dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nei giorni 18, 19 e 20 marzo 2025. La decisione, sancita dalla delibera del 24 febbraio scorso, rappresenta una netta presa di posizione degli avvocati penalisti sulla drammatica situazione della Casa Circondariale di Pescara. Il sovraffollamento, le carenze strutturali e il recente suicidio di un detenuto hanno reso insostenibili le condizioni della struttura, portando alla protesta organizzata.

di Valentina Reggiani

Il Resto del Carlino, 1 marzo 2025 La senatrice, ospite di un evento di Avs, riaccende i riflettori sul Sant’Anna: “Qui si parla di vite umane. Altri 15 detenuti sono considerati a rischio: un numero altissimo. Servono investimenti a livello nazionale”. “Il problema del sovraffollamento è emerso chiaramente ed è il motivo principale dei suicidi all’interno delle carceri, che a Modena sono stati ben quattro in pochissimo tempo. Il sovraffollamento aumenta il disagio dei detenuti, così come quello degli agenti. Il fornellino a gas? Si potrebbe evitare, trovando soluzioni alternative se venissero stanziate risorse”. Sopralluogo a sorpresa, ieri mattina, all’interno del carcere Sant’Anna da parte della senatrice Ilaria Cucchi che, dopo una visita di circa tre ore, ha incontrato i giornalisti presso la libreria ‘Salvo libri’ di via Canalino.

 

di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 1 marzo 2025 “Si è persa l’umanità che guida la parte più disperata del mondo”. La sindaca di Scandicci Claudia Sereni esce dal suo sopralluogo a Sollicciano affranta per le condizioni trovate: “Ho visto una struttura in grave sofferenza, è un momento drammatico perché siamo di fronte ad una direzione inesistente, ho incontrato il direttore provvisorio dimissionario, la struttura attende un nuovo direttore temporaneo ma non si tra quanto”. La sindaca ha parlato poi delle condizioni strutturali del carcere: “Ci sono problemi all’impianto idrico, infiltrazioni, cimici, la popolazione carceraria vive nel sudicio e nella disperazione in attesa dei fondi per la ristrutturazione, siamo preoccupati e chiediamo con forza quelli che sono i diritti dei lavoratori e dei detenuti a partire dal progetto di una direzione stabile, anche perché ...

 

di Niccolò Gramigni

La Nazione, 1 marzo 2025 Don Vincenzo Russo dà ragione al Garante toscano dei detenuti Giuseppe Fanfani “Il Consiglio comunale vuole affrontare il problema? Lo faccia con i fatti e il prima possibile”. Il Garante toscano dei detenuti Giuseppe Fanfani ha ragione. La politica è inerte. Se questa inerzia prosegue, se nessuno si prende l’onere di sporcarsi le mani in un’azione che non produce consenso e voti in prima battuta ma può portare alla risoluzione del problema, allora continuerà il succedersi dei proclami e lo scaricamento delle responsabilità, mentre dentro le celle di una dimenticata periferia di Sollicciano si continuerà a morire”. Sul carcere di Sollicciano continuano gli attacchi alla politica, oltre i partiti e gli schieramenti: l’ultimo arriva da Don Vincenzo Russo, già cappellano di Sollicciano.

 

di Valentina Reggiani

Il Resto del Carlino, 1 marzo 2025 Ha riconosciuto il presunto aggressore o meglio chi per primo lo avrebbe atterrato e colpito quando già si trovava a terra. Dopo di che ha descritto quanto avvenuto nel dettaglio. È stato interrogato nei giorni scorsi in procura a Modena il detenuto che ha denunciato dopo anni di essere stato vittima di un pestaggio in occasione della maxi rivolta del marzo del 2020, in cui morirono nove carcerati. “Il mio assistito - spiega l’avvocato, professor Alessandro Gamberini - ha effettuato il riconoscimento fotografico del presunto autore del pestaggio senza indugiare: ha subito indicato la persona che ha ritenuto di aver riconosciuto. Nella circostanza, ha indicato un agente di polizia penitenziaria in particolare, che però non era in servizio a Modena ma arrivava da fuori”.

 

lacnews24.it, 1 marzo 2025 Grazie alla collaborazione con l’istituto penitenziario e la Caritas di Mileto, l’azienda agricola avvia un percorso di formazione di pasticceria nella casa circondariale, dove presto aprirà un piccolo biscottificio. Farina integrale di grani antichi, uova, burro, poco zucchero e tanta passione e voglia di riscatto: sono gli ingredienti semplici quanto genuini che hanno reso possibile l’avvio del percorso di formazione di pasticceria artigianale all’interno della Casa Circondariale di Vibo Valentia. Grazie alla collaborazione con l’azienda agricola catanzarese Mulinum e la Caritas diocesana di Mileto, nell’ambito del progetto Seconda Chance ideato dalla giornalista Flavia Filippi che congiunge imprenditori e detenuti offrendo occasioni di inclusione lavorativa e sociale, la direzione dell’istituto penitenziario vibonese ...

 

forlitoday.it, 1 marzo 2025 Le attrezzature (frullatore, aspiraliquidi e setacci) permetteranno di potenziare la produzione rispondendo alle numerose richieste del territorio. La cartiera Manolibera, che si trova all’interno del carcere di Forlì, gestita dall’impresa sociale Altremani, si potenzia con nuove attrezzature grazie al contributo ricevuto dalla Bcc Ravennate Forlivese e Imolese. Il laboratorio Manolibera produce carta da riciclo artigianale, elegante ed unica, grazie all’impegno di quattro detenuti che investono il proprio tempo nel ridare vita a carta destinata a diventare rifiuto, accrescendo nel contempo le proprie competenze professionali e l’opportunità di un reingresso nella legalità ed un più efficace reinserimento nella comunità sociale.

 

di Maria Caterina Bombarda*

re-blog.it, 1 marzo 2025 “Gettare il cuore oltre l’ostacolo” è un motto che conosciamo tutti ma che, applicato al carcere, significa accettare le sfide che il contesto offre - ora più che mai suscitate dal caos innescato dalla decisione del Governo sul trasferimento di detenuti minorenni (giovani adulti) alla Casa circondariale Rocco D’Amato di Bologna - mettendosi a costruire qualcosa di buono. Quel “qualcosa” è iniziato il 24 febbraio nella biblioteca del Penale del carcere bolognese: un percorso di tre incontri che hanno per tema: “Come parlare di carcere” e si articolano utilizzando sia la narrazione di storie di vita delle persone detenute, sia il coinvolgimento e le testimonianze di altri soggetti (vittime, famigliari di persone recluse).

 

primabrescia.it La “terza branda” rappresenta la continuazione dell’impegno profuso dai detenuti verso la sensibilizzazione della collettività nei confronti delle difficoltà generate dal sovraffollamento. Giovedì scorso nella Casa Circondariale Nerio Fischione si è tenuta la rappresentazione teatrale “La terza branda”, frutto del lavoro di riflessione del gruppo “diritti umani”, guidato per l’occasione da Giuseppina Turra. La “terza branda” rappresenta la continuazione dell’impegno profuso dai detenuti di Nerio Fischione verso la sensibilizzazione della collettività nei confronti delle difficoltà generate dal sovraffollamento, ormai risalente a un paio d’anni, nei quali essi hanno dato vita a numerose iniziative.

 

garantedetenutilazio.it, 1 marzo 2025 È con grande entusiasmo che viene annunciata la pubblicazione del secondo numero di “Voci di ballatoio”, un’iniziativa editoriale realizzata da una redazione interamente composta da detenuti della sezione D della Casa circondariale di Velletri. Questo progetto, frutto dell’impegno dell’associazione La Farfalla e coordinato da Paola Anelli e Nicolò Sorriga, è attivo dal marzo 2024 e ha ricevuto il supporto dell’area giuridico-pedagogica e della direzione dell’istituto penitenziario. In questo nuovo numero, viene dato ampio spazio alla presentazione del giornale alle istituzioni, con il racconto di una giornata speciale che ha avuto luogo il 5 dicembre scorso. Gli articoli offrono approfondimenti e riflessioni sull’esperienza della redazione in carcere, ponendo uno sguardo attento verso le giovani generazioni.

 

di Alice Mometti

ilbustese.it, 1 marzo 2025 Il cappellano del carcere minorile Beccaria ha incontrato i ragazzi per parlare di criminalità giovanile, bullismo e disagio sociale, portando la sua esperienza con i giovani detenuti e con la comunità Kayrós. Tra rapine, furti e spaccio, i numeri della devianza minorile sono in crescita, ma la musica e l’educazione possono essere strumenti di rinascita. “La felicità non si misura in soldi, ma in piccole azioni concrete” ha ricordato l’assessore Claudia Mazzetti, invitando gli studenti a credere nel riscatto personale.

 

di Federico Rota

Corriere della Sera, 1 marzo 2025 Presentato in carcere il libro di Ruggiero. L’attore: qui per rafforzare la vostra voce. Nessuna lezione dall’alto di un palco, ma solo un augurio. Che, nella sua semplicità, spalanca le porte su una dimensione umana che, spesso, scivola in secondo piano quando dall’esterno si riflette sulla realtà che vive chi è in un penitenziario. E che vivrà quando avrà scontato la sua pena: “Ho avuto la fortuna di coltivare le mie passioni, la musica e lo studio. Vi auguro di trovare in voi stessi le risorse per poter coltivare ciò che vi piace fare. E, in questo modo, trovare una strada, il vostro posto nella società”.

 

di Livio Pepino

Il Manifesto, 1 marzo 2025 La contrapposizione si protrae per un paio d’ore, con grida, proteste e (saltuario) lancio di oggetti. Il tutto senza incidenti sino a quando gli esponenti neofascisti, non essendo riusciti nel loro intento, lasciano il campo. A quel punto si verificano tre cariche della polizia, nella prima delle quali vengono colpite con manganellate anche due docenti di Giurisprudenza che, dopo essersi qualificate, si erano interposte tra gli agenti e gli studenti per evitare incidenti e che riportano lesioni al capo e alle braccia. A seguito della querela proposta dalle due docenti, Alice Cauduro e Alessandra Algostino, si apre un procedimento a carico di ignoti che si conclude ora con un decreto di archiviazione. Il fatto, seppur minore rispetto ad altri proposti quotidianamente dalle cronache, merita una segnalazione: perché emblematico della prassi “muscolare” che caratterizza la gestione dell’ordine pubblico nelle nostre piazze e perché indicativo della cultura autoritaria, giustificazionista e precostituzionale che anima settori consistenti della magistratura.

 

di Francesco Verderami

Corriere della Sera, 1 marzo 2025 Il modello tedesco “per non perdere la filiera”. La crisi geopolitica e quella dell’automotive potrebbero trasformare l’auto in un cingolato. Gli eventi hanno spinto il governo a studiare un piano per agevolare la conversione di una parte almeno delle aziende italiane dal settore automobilistico alla componentistica bellica. È un progetto maturato da Meloni e che coinvolge i ministri dell’Economia, delle Imprese e della Difesa. È la presa d’atto di un cambiamento epocale sotto il profilo economico e internazionale. È un dossier aperto da tempo e che subisce adesso un’accelerazione. Ce n’era già traccia nei colloqui riservati tenuti a Palazzo Chigi sul “caso Stellantis”.

 

di Matteo Losana

Il Manifesto, 1 marzo 2025 Dopo l’ultima udienza in cui la Commissione europea ha ribaltato il suo parere e si è schierata con il Governo Meloni, alla Corte di giustizia Ue tira una brutta aria. Ma i richiedenti protezione internazionale sono soggetti titolari di diritti fondamentali e non possono restare senza tutela. Il caso dei “controlimiti”. Di questi tempi, meglio ricordare cose che dovrebbero essere scontate: i richiedenti protezione internazionale sono, innanzitutto, soggetti titolari di diritti fondamentali. Sia perché la Costituzione e il diritto internazionale offrono loro specifica tutela, sia perché anch’essi sono titolari dei diritti inviolabili della persona umana (come vorrebbe, predicando ormai nel deserto, l’articolo 2 della Costituzione). Il loro destino è legato a doppio filo con il Paese di origine: se provenienti da un Paese definito sicuro, scatta infatti la procedura accelerata di frontiera e la connessa misura del trattenimento.

 

di Giulio Cavalli

lettera43.it, 1 marzo 2025 Non è un’anomalia. È una tradizione. Il nostro Paese è tra i più condannati del Continente, con un’imbarazzante percentuale di violazioni del 92 per cento rispetto alle sentenze. Carceri sovraffollate, giustizia lenta, trattamenti inumani e degradanti, respingimenti illegali: così ogni anno si aggiornano le statistiche, non le soluzioni. Quando si parla di Corte europea dei diritti dell’uomo spesso lo si fa per raccontare gli altri, meglio ancora se sporchi, brutti e cattivi. La Cedu utilizzata come manganello contro i Paesi che secondo alcuni non meriterebbero di stare nell’Unione europea. La Cedu per gli altri. Ma l’Italia? Le aule della Corte hanno spesso ospitato il nostro Paese. Non per una presenza formale, ma per una costanza che somiglia a un’abitudine consolidata.

 

di Domenico Quirico

La Stampa, 1 marzo 2025 Non c’è niente di più pericoloso di un istrione capriccioso al potere. Zelensky voleva evitare Monaco 1938. Gli hanno chiesto un autodafé. Da un po’ di tempo ci pregavano di portare pazienza: presto la pace del mondo sarebbe stata salvata, ci penserà lui. Trump, è uno che fa un gioco scoperto ma ha più di un asso nella manica. Ha una notevole disposizione nell’arte dell’illusionista, questo rivenditore di risultati tutto e subito. La scaltrezza notava qualcuno, gli guizza nell’angolo dell’occhio quando lancia battute e iperboli come decreti della ragione. Insinua in ogni discorso: lasciate fare a me, tutto si accomoderà, sistemo tutto io nelle anime e nella geopolitica.

 

di Thomas L. Friedman*

Il Dubbio, 1 marzo 2025 Il dramma in corso tra il presidente Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky solleva una delle domande più inquietanti che abbia mai dovuto porre sul mio Paese: siamo guidati da un credulone di Vladimir Putin, da qualcuno pronto a ingoiare per intero la distorta visione del presidente russo su chi ha iniziato la guerra in Ucraina e su come deve finire? O siamo guidati da un padrino della mafia, che cerca di spartirsi il territorio con la Russia come fanno i capi delle famiglie criminali? ‘Prenderò la Groenlandia e tu potrai prendere la Crimea. Prenderò Panama e tu potrai avere il petrolio nell’Artico. E ci divideremo le terre rare dell’Ucraina. È solo giusto’.

 

DOCUMENTI

In Riformista-PQM: "La punizione dell'innocente. La logica perversa delle misure di prevenzione patrimoniali sta contagiando anche la giustizia europea"

"Voci di ballatoio". Il giornale della Casa Circondariale di Velletri". Numero 2, febbraio 2025

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Detenuti, Lavoro & Diritti". La Corte di Cassazione riconosce a un detenuto l'indennità mensile per la disoccupazione (NAspi) perché in carcere il contratto di lavoro era scaduto