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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 18 marzo 2025

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 18 marzo 2025 Il sovraffollamento e la carenza di personale aggravano una crisi che sembra senza soluzione. Le opposizioni (tranne i 5Stelle) chiedono misure deflattive, De Fazio (Uilpa): “Il Governo fermi la carneficina”. La Casa Circondariale di Verona Montorio è stata recentemente teatro di due tragici eventi che hanno scosso anche i partiti di opposizione, dal Pd a Italia Viva. Un detenuto senegalese di 69 anni, prossimo al termine della sua pena nel 2030, si è tolto la vita domenica scorsa impiccandosi con un laccio rudimentale, e stamattina un altro detenuto si è tolto la vita, facendo salire a 19 il numero di suicidi in carcere dall’inizio dell’anno.

 

di Federico Guiglia

Brescia Oggi, 18 marzo 2025 Già più di due secoli fa Voltaire, filosofo illuminista, diceva che la civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri. Il concetto è diventato una frase fatta che i politici ripetono a turno, eppure invano. Perché un altro visionario di un tempo a noi più vicino, Marco Pannella, che fu il leader storico dei radicali, trascorreva il giorno di ferragosto di ogni anno visitando le brutte prigioni del Belpaese. E denunciando l’intollerabile sovraffollamento dei detenuti. Che era ed è il naturale risultato del disimpegno istituzionale, cioè della generale incapacità dei governanti di attuare una politica carceraria. Fosse anche quella, oggi ancor più necessaria di ieri, di costruire nuovi e civili istituti, vista l’obsolescenza e l’incuria in cui versa gran parte delle strutture che dovrebbero dar seguito al meno citato degli articoli della Costituzione.

 

di Valeria Di Corrado

Il Messaggero, 18 marzo 2025 “Esiste un prima e un dopo il carcere. Non c’è un aspetto della tua vita che non viene toccato”. Simone Uggetti nel 2016, quando era sindaco di Lodi, venne arrestato per una presunta turbativa d’asta relativa a una gara di gestione di piscine scoperte, accuse poi rivelatesi infondate. Trascorse 11 giorni a San Vittore e 25 ai domiciliari. Dopo un iter processuale durato 7 anni è stato assolto definitivamente. Il suo caso non è isolato. L’anno scorso 552 persone sono state ingiustamente detenute. “E questi numeri sono parziali, perché riguardano coloro che hanno chiesto allo Stato una riparazione. Poi c’è chi come me, non lo ha fatto e non rientra in quelle statistiche.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 18 marzo 2025 Secondo la Giunta nazionale del “sindacato” delle toghe, si tratta di “una indebita ingerenza nei confronti dei colleghi che hanno esercitato un diritto costituzionale”. Al momento non c’è alcuna ispezione da parte del ministero della Giustizia nei confronti di un giudice della terza sezione civile del Tribunale di Napoli Nord che, nel posticipare a marzo un’udienza che si sarebbe dovuta tenere il 27 febbraio, giorno dello sciopero Anm contro la riforma della separazione delle carriere, avrebbe allegato al verbale di rinvio anche il comunicato del “sindacato” delle toghe in cui si riportava la posizione dell’Associazione sulla contrarietà alla modifica costituzionale, posizione espressa a seguito dell’esito del primo grado del giudizio penale nei confronti del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 18 marzo 2025 Davanti agli organi di secondo grado arriveranno come minimo 2.500 cause in più. Così la riduzione degli arretrati diventa impossibile. “Sin da ora si può affermare che il nuovo carico di lavoro previsto per le Corti di Appello inciderà inevitabilmente sul raggiungimento degli obiettivi Pnrr, andando in controtendenza con i dati finora monitorati che hanno rilevato il costante raggiungimento dei predetti obiettivi da parte degli uffici di secondo grado”. Come ampiamente previsto, la decisione del governo di spostare la competenza sulla convalida dei trattenimenti dei richiedenti asilo dalle sezioni specializzate in immigrazione dei tribunali civili agli organi giurisdizionali di secondo grado renderà impossibile la riduzione dei procedimenti arretrati imposta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

di Tiziana Maiolo

Il Dubbio, 18 marzo 2025 A noi studenti del primo anno di giurisprudenza dell’Università Statale di Milano, il professor Giandomenico Pisapia, docente di procedura penale, un giorno disse: se nevica abbondantemente, in Inghilterra si prende lo spazzaneve, in Italia si fa una legge speciale. Chissà se il ministro Carlo Nordio, qualora fosse stato seduto con noi nell’aula 301 in via Festa del Perdono quel giorno, avrebbe alzato la mano per esprimere il proprio dissenso. Magari per dire che quando c’è un’emergenza, non può che essere una legge speciale ad affrontarla nel modo più efficace. L’Italia, come ben aveva colto già allora il grande avvocato e docente, ama attingere a piene mani a norme speciali, doppi e tripli binari, corsie preferenziali nelle procedure, accertamenti sommari fondati sulla presunzione di colpevolezza, uso smodato delle intercettazioni e della custodia cautelare in carcere, fino alla detenzione speciale del 41-bis.

 

di Felice Manti

Il Giornale, 18 marzo 2025 La presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo: “Ci sono carte finite nel dimenticatoio che provano strade inesplorate. Dobbiamo percorrerle, è un grande depistaggio”. L’allarme sulle carceri colabrodo e il 41bis scuote la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo, reduce dalla visita al carcere dell’Aquila. “Abbiamo potuto verificare tutte le criticità emerse nella gestione dei detenuti al 41 bis, dove nonostante un’importante inversione di tendenza esiste una carenza di personale, criticità strutturali degli edifici e criticità indotte dalla disomogeneità nelle interpretazioni giurisprudenziali, gestione dei colloqui e vulnerabilità della corrispondenza che mettono a dura prova questo regime che, ricordo, è nato per evitare qualsiasi tipo di comunicazione esterna e interna del detenuto.

 

di Giorgio Paolucci

Avvenire, 18 marzo 2025 Il cammino di Domenico Pace, all’ergastolo per l’assassinio del magistrato. “Sento la sua presenza, mi incoraggia a diventare migliore. Il mio cuore fatica a credere che sarò perdonato, chissà”. L’appuntamento è fissato nella cappella della casa di reclusione di Sulmona, dove vivono 450 persone detenute in regime di alta sicurezza. È qui che incontro Domenico Pace, uno dei componenti del commando mafioso che il 21 settembre 1990 ha ucciso il giudice Rosario Livatino, 38 anni, magistrato del Tribunale di Agrigento, proclamato beato da Papa Francesco nel 2021. Ammazzato “in odium fidei”: l’avversione mafiosa riguardava l’esercizio della giustizia da parte di Livatino collegato alla pratica della fede cristiana.

 

ansa.it, 18 marzo 2025 “È ingiustificato un trattamento deteriore, perché la sicurezza è garantita dalla separazione dei gruppi di socialità”. Con la sentenza numero 30, depositata oggi, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 41-bis, comma 2-quater, lettera f), primo periodo, della legge di ordinamento penitenziario, limitatamente all’inciso “ad una durata non superiore a due ore al giorno fermo restando il limite minimo di cui al primo comma dell’articolo 10”. La Corte ha così definito il merito delle questioni sollevate dal Tribunale di sorveglianza di Sassari, che - ha precisato la sentenza - “non pone in alcun modo in discussione l’impianto complessivo del regime speciale di cui all’art. 41-bis ordin. penit., ma interessa esclusivamente un segmento particolare della relativa disciplina, qual è quello concernente la permanenza del detenuto all’aperto”.

 

di Angiola Petronio

Corriere di Verona, 18 marzo 2025 Suicida in cella, scoppia la polemica politica. “È morto proprio di carcere”. Le parole sono quelle del Garante dei detenuti, don Carlo Vinco. E quell’uomo “morto di carcere” Si chiamava Alex e aveva 69 anni. È deceduto domenica, Alex. O, meglio, è evaso nell’unico modo in cui ha potuto farlo. Impiccandosi nella sua cella, in quella casa circondariale di Montorio dove lo scorso anno i suicidi sono stati quattro. Metronomo, Alex, di quella vita asfittica in un penitenziario dove il sovraffollamento oramai non è più un’emergenza, ma una cancrena. Un carcere, Montorio, dove - come denuncia la consigliera regionale del Pd Anna Maria Bigon - a fronte di quasi 600 detenuti c’è “la presenza di un solo psicologo per 25 ore alla settimana”.

di Luca Stoppele

veronasera.it, 18 marzo 2025 A Verona, un detenuto si è tolto la vita a Montorio, 48 ore dopo il precedente suicidio. “Continua la scia di morte nelle carceri e, particolarmente, presso la casa circondariale di Verona, dove due detenuti si sono tolti la vita in meno di 48 ore. Dopo il suicidio di domenica pomeriggio, un altro ristretto, italiano, si è tolto la vita stamani (martedì 18 marzo, ndr) nel carcere di Verona Montorio. A livello nazionale, sale così a 19 la tragica conta dei morti di carcere e per carcere nel 2025, cui bisogna aggiungere un operatore”. Lo ha annunciato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria.

 

di Veronica Valente

lecceprima.it, 18 marzo 2025 A seguito della denuncia sporta questa mattina dalla coniuge dell’uomo, è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo, a carico di ignoti. Fissata per giovedì l’udienza per conferire l’incarico al medico legale di svolgere l’autopsia. È stata aperta un’inchiesta per chiarire le cause del decesso di Cosimo Giorgino, 30enne di Casarano, avvenuto due giorni fa nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove era giunto in condizioni critiche dal carcere di “Borgo San Nicola”. A seguito della denuncia sporta questa mattina dall’avvocato Luca Puce per conto della coniuge dell’uomo, che era detenuto per reati contro il patrimonio, la sostituta procuratrice Rosaria Petrolo ha aperto un fascicolo in cui si ipotizza il reato di omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, e ha fissato per giovedì prossimo l’udienza per conferire l’incarico al medico legale Ermenegildo Colosimo di svolgere l’autopsia.

 

di Nicoletta Tempera

Il Resto del Carlino, 18 marzo 2025 Una fiaccolata. Da piazza San Rocco a piazza San Francesco per protestare contro il trasferimento di cinquanta giovani adulti dei minorili alla Dozza. L’appuntamento, organizzato da Volt, Pd e altre realtà aderenti e la cittadinanza attiva, è in programma venerdì alle 21. Diverse le realtà che aderiranno, tra sindacati, associazioni e partiti. “La questione carceraria - dicono gli organizzatori - non si affronta riempiendo le strutture per adulti di giovani o limitandosi a costruire nuove carceri. Chiediamo al governo di ripensare il decreto Caivano, causa del sovraffollamento degli Ipm”. Accogliendo l’appello di don Domenico Cambareri, venerdì dalle 19 alle 20,45 al circolo Pd Pratello sarà possibile contribuire alla raccolta di beni di prima necessità: lenzuola singole, cuscini, dentifricio, spazzolini, bagnoschiuma, shampoo, asciugamani, boxer, magliette taglia M, calzini, ciabatte oltre il 41.

 

di Giuseppe Crimaldi

Il Mattino, 18 marzo 2025 “Mi è sempre piaciuto molto cucinare: ora studio, mancano 7 esami alla laurea”. “Il carcere è un’esperienza terribile. Un inferno in terra specie per chi, come me, non l’aveva mai conosciuto prima. Ma è anche l’unica strada che ti fa aprire gli occhi e capire quanto sbagliato e pericoloso sia avventurarsi in situazioni sottovalutate: perché ci sono errori che possono costare molto caro”. Lo chiameremo Simone, con nome di fantasia per tutelare l’identità di un uomo che dopo 13 anni vissuti dietro le sbarre di un reparto di media sicurezza è tornato a casa. “Ora posso guardare il cielo, riabbracciare mia moglie e i miei figli, respirare l’aria da liberi è tutta un’altra cosa, un’emozione indescrivibile”.

 

di Giuseppe Russo

Avvenire, 18 marzo 2025 L’arcivescovo Renna in visita all’Istituto penitenziario di Piazza Lanza. L’incontro con gli ospiti cella per cella. Cresce il progetto “Senza catene”. Nell’Anno Santo dedicato alla speranza non poteva di certo mancare un appuntamento rivolto a coloro che coltivano forse più di tutti questo sentimento, dettato da una voglia di rivalsa e riscatto sociale. Sarà il prossimo 14 dicembre - a ridosso della chiusura - il Giubileo dei detenuti a Roma, ma nell’arcidiocesi di Catania l’appuntamento è già avvenuto domenica scorsa, 9 marzo.

 

di Carla Reschia

linkiesta.it, 18 marzo 2025 La speranza di un futuro lavorativo spinge i giovani ospiti dell’istituto penale minorile di Bologna a partecipare alle attività di formazione in campo ristorativo che si tengono all’interno dell’istituto e che prevedono anche eventi aperti ai clienti esterni. L’osteria formativa della Brigata del Pratello è qualcosa di più rispetto alle classiche e amatissime osterie bolognesi, cantate ai tempi anche da Guccini, perché nasce da un’esperienza avviata nel carcere minorile cittadino grazie a Fomal, ente di formazione nell’ambito della ristorazione accreditato dalla Regione Emilia-Romagna, e all’Istituto Penale Minorenni “Siciliani” (Ipm), che si trova appunto in via del Pratello 34, a Bologna.

 

ansa.it, 18 marzo 2025 “Benvenuti in galera” su RaiPlay documenta la straordinaria esperienza di riscatto sociale. Racconta la bella storia del primo ristorante al mondo aperto all’interno di un carcere il documentario ‘Benvenuti in galera’, scritto e diretto da Michele Rho, che sarà disponibile in esclusiva su RaiPlay dal prossimo 22 marzo. Al centro del film la storia del ristorante ‘In galera’ di Bollate e della sua brigata, composta da otto detenuti, che preparano pranzi e cene con la supervisione di Silvia Polleri, alias “Nonna Galeotta”, professionista nel settore della ristorazione e madre del regista. È stata lei a volere fortemente questo progetto di reinserimento sociale, che getta un ponte tra il carcere e il mondo esterno.

 

garantedetenutilazio.it, 18 marzo 2025 Liberamente ispirata a “Il bar sotto il mare” di Stefano Benni, l’opera è stata realizzata con il contributo della Regione Lazio. Giunto alla quinta fase, dopo aver coinvolto le sezioni lavoranti e femminile, a cavallo tra il 2024 e il 2025 il progetto La Scena Invisibile dell’Associazione Sangue Giusto /Compagnia AdDentro è tornato nella Casa di reclusione degli Istituti G. Passerini di Civitavecchia con la realizzazione di un podcast narrativo basato sulla scrittura originale e l’interpretazione dei partecipanti detenuti.

 

di Marianna Vazzana

Il Giorno, 18 marzo 2025 Il progetto del creativo Carlo Galli promosso da Grande Brera Milano si ispira all’effetto optical anni 60. Un gruppo di reclusi lo affiancherà nel lavoro all’interno del penitenziario. Inaugurazione il 20 maggio. “Crediamo che la bellezza sia un valore etico prima ancora che estetico. Spinge all’esempio positivo. C’è qualcosa di profondo, nella contemplazione della bellezza” che può migliorare la vita. Soprattutto se ne entra a fare parte sotto forma di arte.

 

di Marisa Nicchi

L’Unità, 18 marzo 2025 Oggi a Roma l’incontro alla Casa internazionale delle donne per ricordare la grande intellettuale femminista recentemente scomparsa. Luminoso è l’aggettivo più giusto per descrivere l’incontro con Grazia Zuffa. Avviene nella seconda metà degli anni 70, lei femminista, dirigente dell’UDI, io segretaria regionale della Fgci. Eravamo nel pieno dei movimenti di donne e di giovani che infiammavano le scuole, le università, la società, esprimendo una inedita politicità che atteneva al corpo, alla soggettività femminile, alla sessualità, all’aborto, alla violenza maschile sulle donne, ai sentimenti, ai sogni. Una materia fino allora oscura per la politica su cui trovai in lei un’interlocutrice preziosa per valutarne i significati profondi.

 

di Ferdinando Boero

Il Fatto Quotidiano, 18 marzo 2025 Tutte le mattine, a Prima Pagina, Rai Radio 3, un giornalista legge i giornali dalle 7.15 alle 8 e, fino alle 8.40, gli ascoltatori intervengono. In questi giorni un signore ha detto che i politici non guidano più i loro elettori, dettando una linea; oggi, si è lamentato, i politici assecondano gli elettori, rappresentandone pregi e difetti. Il giornalista si è dichiarato d’accordo e ha parlato di De Gasperi e Togliatti. Penso al militante del Pci, interpretato da Maurizio Ferrini, col suo: “Non capisco ma mi adeguo”. Gli elettori, allora, si fidavano dei loro leader e cercavano di adeguarsi al loro pensiero: non capivano il politichese, ma si fidavano.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 18 marzo 2025 Il sistema di accoglienza italiano per migranti e richiedenti asilo è sempre più vicino al collasso, stretto tra caos amministrativo, iperproduzione normativa e una gestione opaca che viola i diritti fondamentali. È la fotografia scattata dal report “Accoglienza al collasso. Centri d’Italia 2024”, realizzato da ActionAid e Openpolis, che denuncia un modello basato sull’emergenza perpetua, lontano da logiche di integrazione e programmazione. Nel 2023, oltre 157mila persone hanno raggiunto l’Italia via mare o terra, un dato gestibile se paragonato ai picchi del 2016- 2017. Eppure, il sistema appare saturo: il 68,3% degli ospiti è concentrato nei Centri di Accoglienza Straordinaria, strutture temporanee con servizi ridotti all’osso.

 

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 18 marzo 2025 Ma l’immediato futuro dei Centri albanesi resta appeso comunque alla Corte Ue. Rimpatri “digitalizzati” e organizzati direttamente da Frontex, hub per le deportazioni costruiti in Stati terzi e una lista comune sui paesi di origine sicuri da presentare già “nelle prossime settimane”. Sono i punti principali della lettera in materia di immigrazione che la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha inviato ai leader Ue in vista del Consiglio di giovedì prossimo. La terza questione riguarda il futuro del progetto Albania, dopo le difficoltà incontrate finora e mentre si attende la sentenza della Corte di giustizia Ue sui paesi sicuri (dovrebbe arrivare entro giugno). L’elenco comunitario, accanto a quelli nazionali, è previsto dal nuovo regolamento procedure contenuto nel Patto immigrazione e asilo.

 

di Agostino Giovagnoli

Avvenire, 18 marzo 2025 Europa o nazionalismi? L’asse Trump Putin - quanto duraturo si vedrà - ha cambiato radicalmente lo scenario internazionale e oggi l’Unione Europea è davanti all’alternativa tra rafforzarsi o dissolversi (rilanciare l’Europa è stato il senso della manifestazione di sabato scorso a Roma). Tale alternativa, però, può non apparire urgente. Si discute molto, ad esempio, della scelta pro o contro il progetto Von der Leyen, presentato come la madre di tutte le decisioni, ma in realtà RearmEurope è double face: prevede agevolazioni per il riarmo degli Stati nazionali europei e un fondo specifico per la difesa comunitaria. Non è la stessa cosa, sono anzi progetti opposti se li vede alla luce dell’alternativa tra Europa e nazionalismi.

 

di Alfio Mastropaolo

Il Manifesto, 18 marzo 2025 Leader in gravi ambasce ripiegano su se stessi. In piena involuzione culturale, hanno riscoperto lo spirito del branco, col suo contorno di razzismo più o meno esplicito. Il 5 marzo scorso Emmanuel Macron ha indirizzato un solenne discorso alla nazione. La Francia, ha detto, deve difendersi, il pericolo russo è grave, è l’ora di riarmare la Francia e tutta l’Europa. Il più impopolare presidente della quinta Repubblica, devastato da un doppio fallimento elettorale, incapace di contrastare l’avanzata dell’ultradestra, dante causa di quel che in Italia si chiamava un governicchio, tenta il rilancio indossando i panni del chef de guerre continentale, forte di qualche dozzina di bombe atomiche. Il riarmo sarebbe pure un buon affare, dato il florido stato dell’industria francese degli armamenti.

 

di Francesca Schianchi

La Stampa, 18 marzo 2025 L’ex presidente della Consulta, Gustavo Zagrebelsky: “L’Europa è una scatola vuota, Trump prodotto di incultura. Nel Pd non sanno che fare, io la penso come Schlein”. Tre giorni fa, piazza del Popolo a Roma si è riempita di persone scese a manifestare sotto la bandiera blu a stelle oro dell’Europa. Ora, passata l’onda di entusiasmo, la politica deve tornare a confrontarsi su riarmo e sostegno all’Ucraina. Per iniziare una conversazione su tutto questo, il presidente emerito della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelsky, intervenuto da remoto sul palco di sabato, pone una domanda: “Prima di tutto bisogna chiedersi: qual è la spinta morale, politica, emotiva, che ha portato in piazza tutta questa gente?”.

 

di Alberto Negri

Il Manifesto, 18 marzo 2025 Mentre Trump riscrive alleanze e confini, l’illusione è di uscire dalla crisi e dalle divisioni dell’Unione europea con il “keynesismo militare”: invece ci indebiteremo per riempire gli arsenali di armi americane che sono oggi il 70% dell’import bellico europeo. “Vorrei poter scrivere soltanto un verso: che la paura è finita”, diceva in questi giorni la poeta di un centro giovanile. E invece sembra che, ogni giorno, ci vogliano sempre più impauriti e sempre più poveri. Mentre siamo appesi alla telefonata Trump-Putin sull’Ucraina, allo stallo dei negoziati sulla tregua a Gaza e alla guerra del Mar Rosso contro gli Houthi yemeniti, i guerrafondai europei esaminavano ieri la proposta della estone Kallas, rappresentante della politica estera, di altri 40 miliardi di aiuti militari e civili a Kiev da aggiungere agli 800 del piano di riarmo della Von der Leyen.

 

di Don Mattia Ferrari

La Stampa, 18 marzo 2025 Le milizie locali danno la caccia a migranti e cristiani. Tra le vittime ci sono anche bambini. La scarcerazione del generale ha sdoganato l’impunità della mafia e le sue violenze disumane. Il grido che sale dalla Libia giunge nuovamente con forza alle nostre orecchie in questi giorni in cui assistiamo a un intensificarsi delle violenze condotte ai danni dei migranti. Dalla settimana scorsa a Tripoli sono in corso arresti di massa e le persone stanno venendo deportate in prigioni non identificate. Bersaglio di queste catture sono non solo le persone migranti, ma sembra in modo specifico anche i cristiani. E molti bambini. Tra le immagini diffuse, si vede un bambino che tiene in mano un’icona del Sacro Cuore di Gesù.

 

di Emilio Minervini

Il Dubbio, 18 marzo 2025 Il cinema è “l’arma più potente dello Stato” e Trump lo sa bene. Il cinema non inteso in senso letterale, bensì come immagine sul video prestata alla propaganda. Due aerei sono ripresi parcheggiati sulla pista, circondati dalle forze speciali salvadoregne in tenuta anti sommossa. I portelloni si aprono, persone in abiti civili, incatenate, vengono trascinate giù per le scalette e messi su autobus diretti alla più grande prigione di tutta l’America Latina: il Cecot (Centro de confinamiento del terrorismo), con una capienza di 40mila detenuti. Qui vengono vestite con uniformi bianche, da capro espiatorio, messe in ginocchio e rasate prima di essere radunate nei corridoi dei bracci e condotte nelle maxi celle.

 

di Gianluca Ottavio

giornalelavoce.it, 17 marzo 2025 L’emergenza nelle carceri italiane ha raggiunto livelli mai visti prima, con 18 suicidi in soli due mesi e mezzo, un numero che segna un record negativo e supera persino il drammatico bilancio dello scorso anno, quando si registrarono 90 casi in dodici mesi. L’ultimo detenuto a togliersi la vita è un 69enne senegalese nel carcere di Verona, portando a quattro i suicidi avvenuti in appena tre giorni. A questi si aggiungono le morti ancora da chiarire di un 35enne marocchino a Bologna e di un 50enne di origine africana a Poggioreale-Napoli. Su 66 decessi registrati nei penitenziari italiani, ben 47 sono classificati come avvenuti per “altre cause”, numeri che dipingono un quadro di assoluta criticità.

 

DOCUMENTI

Articolo. "Affettività e carcere: vero diritto o utopica speranza?", di Francesco Martin

Articolo. "Di uomini, cimici e pulci: le disastrose condizioni detentive nel carcere di Firenze Sollicciano non fanno breccia in Cassazione", di Vincenzo Giglio

Garante nazionale. Studio aggiornato al 17 marzo 2025 degli eventi suicidari e decessi negli istituti penitenziari

Articolo. "Un ministro della giustizia ingannevolmente visionario", di Cesare Burdese

Articolo. "Carcere e ideologia neocapitalistica: note a partire da un’esperienza didattica ed umana", di Marco Toti