Direttore: Ornella Favero

Redazione: Padova, Via Citolo da Perugia 35

Telefax 049.654233. Mail: redazione@ristretti.it 

Sito internet: www.ristretti.org  

 

Notiziario quotidiano dal carcere

--> Rassegne Tematiche <--

Edizione di lunedì 17 marzo 2025

di Gianluca Ottavio

giornalelavoce.it, 17 marzo 2025 L’emergenza nelle carceri italiane ha raggiunto livelli mai visti prima, con 18 suicidi in soli due mesi e mezzo, un numero che segna un record negativo e supera persino il drammatico bilancio dello scorso anno, quando si registrarono 90 casi in dodici mesi. L’ultimo detenuto a togliersi la vita è un 69enne senegalese nel carcere di Verona, portando a quattro i suicidi avvenuti in appena tre giorni. A questi si aggiungono le morti ancora da chiarire di un 35enne marocchino a Bologna e di un 50enne di origine africana a Poggioreale-Napoli. Su 66 decessi registrati nei penitenziari italiani, ben 47 sono classificati come avvenuti per “altre cause”, numeri che dipingono un quadro di assoluta criticità.

 

di Francesco Bechis

Il Messaggero, 17 marzo 2025 Dopo la separazione delle carriere (in discussione al Senato), il Guardasigilli lavora alla prossima riforma: rivedere le modalità con cui scatta la carcerazione preventiva. Un detenuto su quattro, in Italia, si trova in carcere senza una condanna definitiva. O senza alcuna condanna. Un lungo limbo dietro le sbarre. C’è un elefante nella stanza quando si parla di emergenza sovraffollamento e si chiama custodia cautelare. Il governo studia un piano per rivedere il sistema e spostare questa marea umana di detenuti in attesa di giudizio in strutture ad hoc. Caserme dismesse o da riqualificare, per cominciare. O comunque strutture a “detenzione attenuata”.

 

di Alessandro D’Amato

open.online, 17 marzo 2025 Il ministro della Giustizia lavora sull’attenuazione del carcere preventivo per chi è in attesa di giudizio definitivo. Ma prima la riforma della giustizia. Strutture a detenzione attenuata per la custodia cautelare. Per fermare il carcere preventivo che oggi tiene in galera un detenuto su quattro. Che è dietro le sbarre mentre si trova in attesa di giudizio. O senza condanna definitiva. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio pensa quindi di usare le ex caserme dei militari per costruire zone di detenzione specifiche per chi non è stato condannato. “Stiamo lavorando per modificare quelli che sono i criteri della custodia cautelare, che si sono rivelati fallimentari”, ha fatto sapere venerdì incontrando le Camere Penali a Venezia.

 

di Michela Allegri

Il Messaggero, 17 marzo 2025 Il problema delle carceri in Italia, e del “male di vivere all’interno delle carceri”, è sempre più concreto. Una possibile soluzione alla questione del sovraffollamento, secondo Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Associazione nazionale forense, potrebbe essere quella di potenziare l’esecuzione penale esterna e gli uffici di riferimento, sfruttando i fondi ancora non utilizzati del Pnrr.

 

di Natalia Sinico

vita.it, 17 marzo 2025 Abbiamo chiesto ai giovani della Scuola Holden di scrivere un racconto immaginando luoghi senza Terzo settore. Natalia Sinico, venticinquenne di San Donà di Piave (Ve), ci ha restituito uno spaccato sulle carceri, un luogo in cui niente nasce, ma tutti muoiono. Cosa accadrebbe se, da un giorno all’altro, il non profit scomparisse? È questa la provocazione al centro del numero di marzo di Vita: “Provate a fare senza”. E abbiamo chiesto a tre giovani della Scuola Holden proprio di scrivere un racconto immaginando luoghi senza Terzo settore. Ne sono usciti tre contributi sorprendenti, pieni di inventiva e di senso. Come quello di Natalia Sinico, 25 anni, che ha provato ad immaginare il mondo delle carceri italiane senza più nessuna umanità per i detenuti.

 

di Manuela D’Alessandro

giustiziami.it, 17 marzo 2025 Quasi tutti i giorni al terzo piano del palazzo di giustizia, scelto come punto di osservazione perché c’è la sala stampa, si vedono incedere a passo lento nel corridoio persone trascinate in manette con un sottile cavo di acciaio dagli agenti penitenziari. Sono in apparenza tranquille, non esprimono quasi mai manifestazioni di rabbia e che, insomma, non parrebbero rientrare nei casi descritti nella legge 492 del 1992 introdotta nel 1992 approvata in piena tangentopoli per il ribrezzo provocato dalle immagini del politico Ezio Carra portato in giro per il tribunale con gli schiavettoni ai polsi. La norma introdusse il principio generale che “salvo in particolari circostanze come la pericolosità del soggetto e il pericolo di fuga, non è ammesso l’uso delle manette nella traduzione del recluso.

 

di Carlo Tortarolo

Il Giornale, 17 marzo 2025 Ma cos’è questa ondata di proteste da parte della magistratura? Davvero, con la riforma in arrivo, si porrà fine alle polemiche che per anni hanno contrapposto i giudici alla politica? Se il tuo lavoro di magistrato ti consente uno stipendio sontuoso, l’immunità da critiche e una totale irresponsabilità dal punto di vista civile, forse dovresti considerare di non usare la tua posizione per attaccare i rappresentanti del governo che ti concede tali privilegi. Dopotutto, la tua libertà di parola non dovrebbe essere illimitata, soprattutto quando le tue decisioni influenzano la vita di milioni di cittadini. Questi, infatti, subiscono le tue sentenze, ma tu non risponderai mai in modo serio per le conseguenze delle tue azioni.

 

di Gennaro Grimolizzi

Il Dubbio, 17 marzo 2025 “La solidarietà non è soltanto un valore, ma anche una regola giuridica alla quale si devono uniformare i comportamenti. Non è del tutto univoco nella interpretazione dei giuristi se la solidarietà sia vincolante anche a livello europeo. Il fatto che questo principio sia inserito però nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è la riprova che stiamo parlando di un principio non soltanto valido da un punto di vista sociale o etico, ma anche da un punto di vista giuridico”. Con queste parole il professor Guido Alpa evidenziò, in occasione dell’uscita del suo saggio intitolato “Solidarietà. Un principio normativo” (Il Mulino), una traccia fondamentale di studio per i professionisti del diritto e per il legislatore. Lo sguardo attento del giurista deve tenere conto dei cambiamenti della società e dei momenti ...

 

di Fabio Fiorentin

Il Sole 24 Ore, 17 marzo 2025 Vanno alla Corte costituzionale i nuovi limiti alla domanda di liberazione anticipata fissati dal decreto legge “Carceri” (92/2024). A sollevare la questione di legittimità è stato l’Ufficio di sorveglianza di Napoli (magistrato Cairo), con ordinanza pronunciata il 7 marzo scorso. In particolare, il magistrato dubita della costituzionalità delle novità procedimentali che restringono i tempi per presentare la domanda di liberazione anticipata da parte del detenuto. La disciplina della liberazione anticipata che, in base all’articolo 54 della legge sull’Ordinamento penitenziario (354/1975), consente ai condannati distintisi per partecipazione all’opera rieducativa una riduzione della pena pari a 45 giorni per ogni semestre effettivamente espiato, è stata infatti modificata dal decreto legge 92/2024 nell’intento ...

 

di Anna Larussa

altalex.com, 17 marzo 2025 È sufficiente l’autocertificazione a provare il rapporto di convivenza, salva la responsabilità penale nel caso di mendacio. Questo è quanto stabilito dalla Cassazione penale con la sentenza n. 7825/2025. Un detenuto in stato di custodia cautelare in carcere vedeva negato dal Giudice per le indagini preliminari il proprio diritto a svolgere i colloqui in carcere con la compagna, come tale risultante da apposita autocertificazione di data antecedente l’arresto, da un certificato anagrafico attestante la medesima residenza e l’inserimento nello stesso nucleo familiare, dall’occupazione della stessa abitazione all’atto dell’arresto; circostanza, quest’ultima, che, tuttavia, non veniva considerata dal giudicante univocamente indicativa della sussistenza di un rapporto more uxorio.

 

di Elisa Barresi

ilreggino.it, 17 marzo 2025 Audita in commissione regionale antindrangheta, ha aperto un confronto che porterà a ripensare la detenzione con uno sguardo particolare rivolto ai minori: “Con loro ascolto e dialogo sono fondamentali”. Continuano le attività di ricognizione e di avvio del mandato dell’Autorità garante regionale, l’avvocato Giovanna Russo, nel settore penitenziario. La Calabria conta ben 12 istituti penitenziari per adulti, un istituto penale minorile, l’Ipm di Catanzaro, due Rems una a Girifalco e una a Santa Sofia de Piro. Una regione complessa che vive da sempre contraddittorietà che di certo non hanno risparmiato nel tempo il mondo del carcere.

 

di Luca Stoppele

veronasera.it, 17 marzo 2025 È il 18esimo carcerato che si toglie la vita in Italia quest’anno. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria: “Situazione complessiva risente del grave sovraffollamento generale e della straordinaria penuria di agenti”. Un uomo di 69 anni di nazionalità senegalese si è tolto la vita nel carcere di Montorio. Il detenuto avrebbe finito di scontare la sua pena nel 2030, ma si è suicidato impiccandosi con un laccio. Dall’inizio dell’anno, sono stati 19 i suicidi nelle carceri italiane: 18 da parte di detenuti, più quello di un operatore. “Il carcere, lungi dall’essere strumento di recupero e risocializzazione è ormai luogo di morte e di sofferenze atroci, per detenuti e lavoratori, in primis quelli del corpo di polizia penitenziaria che vedono svilito e mortificato il proprio diuturno sacrificio” ...

 

di Vito Totire*

labottegadelbarbieri.org, 17 marzo 2025 Si allunga ancora la terribile sequenza di detenuti definiti col termine di “trovato morto” nelle carceri italiane. “Trovato morto” è una definizione insolita e sorprendente che fa pensare piuttosto che alla ultima drammatica vicenda, a un oggetto o anche magari a una persona trovato/a imprevedibilmente dopo essere stata dispersa. E in effetti questa ultima persona deceduta a Bologna è stata persa di vista o non sufficientemente monitorata. Per carità l’errore, anche in medicina, è possibile ma la frequenza degli eventi pone interrogativi non più rimandabili. Il carcere lascia trapelare le notizie che ritiene opportuno.

 

di Petronilla Carillo

Il Mattino, 17 marzo 2025 Il detenuto di Salerno era stato individuato come partecipante ad una rissa poi è stato scagionato. Detenuto, malato, incompatibile con il carcere, trasferito per uno scambio di persona per “punizione” fuori Campania, destinatario di una misura restrittiva poi revocata. Continua il calvario per Vincenzo P. un giovane ex tossicodipendente di Salerno, pusher, in carcere proprio per reati legati alla droga, ma malato, affetto da una patologia agli occhi che, a causa della sua detenzione, era peggiorata quasi a portarlo alla cecità. Quando la sua intricata vicenda sanitaria sembrava in fase di soluzione, arriva l’imputazione per rissa e il trasferimento dal carcere di Ariano Irpino - dove stava seguendo un percorso terapeutico - a Terni dove sono nuovamente bloccate le cure. Ma andiamo per ordine.

 

di Elisa Sola

La Stampa, 17 marzo 2025 Giovanni Battista Alberotanza, il comandante dell’istituto minorile Ferrante Aporti. Era accusato di favoreggiamento verso gli agenti della Polizia penitenziaria accusati di tortura al Lorusso e Cutugno. “Il carcere è ed è sempre stato la mia vita. Quando mi hanno accusato ingiustamente e sbattuto fuori da quelle mura sono stato malissimo. Mi hanno trattato come un mostro. Per l’ansia e lo stress ho perso tutti i capelli. Con 25 anni di carriera alle spalle, essere accusato di favoreggiamento nei confronti di poliziotti che avrebbero commesso torture, è stato devastane. Ho resistito e continuato a lavorare. Mi hanno trasferito al Ferrante Aporti. Qui ho ritrovato la motivazione per lavorare: educare questi ragazzi”. Giovanni Battista Alberotanza è il comandante dell’istituto penale per i minorenni di Torino.

 

lavitacattolica.it, 17 marzo 2025 Recentemente la realtà carceraria della casa circondariale di Tolmezzo ha ricevuto la visita dell’arcivescovo mons. Riccardo Lamba, che ha tenuto nella cappella dell’istituto la prima delle sue catechesi giubilari ai ristretti (lo stesso ha fatto nel carcere di Udine). Le persone detenute sono state contente e grate di essere state visitate dal Pastore della Chiesa udinese. La sua visita, come ogni visita che non sia semplicemente formale o professionale, ma di vicinanza umana e personale, nella casa circondariale è sempre molto apprezzata da chi si sente dimenticato e abbandonato alla sua solitudine. Lo testimonia questa riflessione che abbiamo raccolto da un detenuto e riportiamo in forma integrale, quale significativo segno giubilare di speranza.

 

di Tiziana Tripepi

innlifes.com, 17 marzo 2025 Prendete una casa di reclusione in un luogo isolato, un direttore Asl illuminato e una startup che opera nel campo della realtà virtuale. Metteteli insieme e otterrete un progetto che ha dell’incredibile: a Mamone, 60 km da Nuoro, nel nordest della Sardegna, da circa un anno i detenuti della casa circondariale si sottopongono visite psichiatriche e psicologiche a distanza, grazie a visori realtà virtuale che ricreano in tutto e per tutto le azioni all’interno dello studio medico.

 

immediato.net, 17 marzo 2025 La nota da Roma: “Il Provveditorato provvederà comunque a monitorare costantemente la situazione intervenendo per qualsivoglia necessità in tal senso”. In relazione all’articolo apparso sulla stampa ieri nel quale si dà notizia della carenza di materassi e letti presso la Casa Circondariale di Foggia, divulgata dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il Ministero della Giustizia per il tramite del provveditore regionale per la Puglia e la Basilicata, Carlo Berdini, segnala che la notizia è “destituita di ogni fondamento”.

 

di Raffaella Tallarico

gnewsonline.it, 17 marzo 2025 Gli attori di Rebibbia sul luogo del delitto, dove non erano ancora mai stati. La tradizione vuole che Giulio Cesare sia stato accoltellato nella Curia di Pompeo, dove oggi sorge l’area sacra di largo Argentina. Ed è qui che, sabato pomeriggio, è andato in scena “Cesare ‘addamurì”. Quindici pagine di copione. Sono alcuni estratti del film “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale 2012. I compianti registi resero famosa la compagnia teatrale di Rebibbia, sotto la regia di Fabio Cavalli, impegnata nella messinscena del “Giulio Cesare” di Shakespeare dentro il penitenziario.

 

di Antonio Mattone

Il Mattino, 17 marzo 2025 Morire a vent’anni a Napoli. Ancora un omicidio di un giovanissimo insanguina le strade della nostra città. L’agguato di sabato sera si è consumato in una strada centrale e trafficata, davanti ad automobilisti attoniti. Un’esecuzione di un ragazzo poco più che ventenne, freddato come un boss da sicari senza scrupoli. Questa volta quello che balza subito all’occhio è il cognome della vittima. Emanuele Durante era un parente di Annalisa, la ragazzina uccisa a 14 anni nel 2004 a Forcella. Quella morte scosse profondamente la città, e diventò la molla del riscatto del quartiere, con tutta una serie di iniziative e di manifestazioni che nel suo nome cominciarono a fiorire creando luoghi di aggregazione, fino alla realizzazione di una biblioteca in uno spazio comunale, dove tuttora vengono svolte attività culturali ...

 

di Timothy Ormezzano

Corriere di Torino, 17 marzo 2025 A 92 anni, i ricordi di una vita: “Amo gli ultimi da sempre, ho visto cose disumane”. Il grande psichiatra Annibale Crosignani da quasi 92 anni (“sono nato il 10 maggio 1933, nel giorno in cui Hitler bruciò i libri all’opernplatz di Berlino”) ha scelto di schierarsi dalla parte degli ultimi. Fu la mente illuminata protagonista della rivoluzione culturale che portò alla chiusura del manicomio femminile torinese di via Giulio (dove oggi c’è l’anagrafe Centrale) e di quello di Collegno, quasi un decennio prima della legge 180. “Sono un ribelle, vado sempre contro. Mi piacciono i perdenti. Alle medie tenevo per Ettore e non per Achille. Mi veniva da dentro, era più forte di me”, dice mostrando le foto delle sue tante vite. Per dire, Crosignani fondò e visse in una comune a Romagnano Sesia.

 

di Lorenzo Castellani

Il Domani, 17 marzo 2025 C’è troppa agitazione, poco coordinamento, eccessiva smania di fare piani che restano su carta. Ci si dovrebbe concentrare sulle strategie. È saggio schierare oggi dei contingenti in Ucraina o esiste un modo diverso di combinare deterrenza e distensione? L’isteria sembra essere il sentimento prevalente nelle classi politiche europee. Questa reazione è in parte comprensibile: Trump ha da un lato gettato nel caos le relazioni commerciali con minacce di dazi ed escalation protezionistica, dall’altro la Casa Bianca sembra giunta ad un redde rationem da tempo atteso sulla difesa dell’Europa. Tutto questo si svolge all’interno di un ciclo politico dove la vecchia classe politica europeista è incalzata, o è già stata sostituita, da nuovi protagonisti di estrazione nazional-populista.

 

di Riccardo Noury

Il Fatto Quotidiano, 17 marzo 2025 All’inizio dell’anno molti detenuti del Centro n. 6 per la riforma e la riabilitazione (nonostante il nome rassicurate e altisonante è un vero e proprio carcere, inaugurato nel 2023) della Città del decimo Ramadan hanno intrapreso uno sciopero della fame per chiedere la fine della privazione arbitraria della libertà e soprattutto delle crudeli condizioni di prigionia. Alla fine della protesta, almeno tre detenuti sono stati privati di tutti i loro effetti personali e sottoposti al cosiddetto taghriba (esilio interno), ossia trasferiti in prigioni le cui condizioni sono ancora peggiori e che distano centinaia di chilometri dai luoghi di origine, per rendere ancora più difficoltose e costose le visite dei parenti.

 

DOCUMENTI

Garante nazionale. Studio aggiornato al 17 marzo 2025 degli eventi suicidari e decessi negli istituti penitenziari

Articolo. "Un ministro della giustizia ingannevolmente visionario", di Cesare Burdese

Articolo. "Carcere e ideologia neocapitalistica: note a partire da un’esperienza didattica ed umana", di Marco Toti

Articolo. "Confessioni di un civilista (separazione delle carriere e dintorni)", di David Cerri

Articolo. "La valutazione medico-legale dello stato di infermità del detenuto", di Carmelo Galipò