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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di domenica 16 marzo 2025

di Ilaria Beretta

Avvenire, 16 marzo 2025 “Sarò io ad andare? Sarai tu? Negli occhi dei ragazzi c’è quasi la rassegnazione di chi è abituato a non essere interpellato mai”. Il messaggio arriva dall’Istituto penitenziario per minorenni di Bologna per mano di don Domenico Cambareri, che ne è cappellano. Al Pratello - questo il nome con cui la struttura è conosciuta e che da regolamento potrebbe ospitare quaranta persone - attualmente risiedono 47 giovani in esecuzione penale ma presto 24 di loro, scelti nella fascia d’età tra i 18 e i 25 anni, usciranno dal “privilegiato” circuito della giustizia minorile.

 

di Vincenzo Giglio

terzultimafermata.blog, 16 marzo 2025 Il Guardasigilli Nordio è intervenuto nel corso della presentazione del premio De Sanctis 2025, ospitata nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi e nell’occasione ha voluto soffermarsi sull’iniziativa “Libri Liberi” con queste parole: “Il nostro obiettivo è quello di portare la cultura nelle carceri, attraverso la lettura dei grandi classici […] Sarebbe un privilegio poter partecipare attivamente a queste letture”. Ha anche espresso il desiderio di leggere in un istituto minorile, indicando particolarmente il Beccaria di Milano, e focalizzando questo suo desiderio sul “Crainquebille” di Anatole France, “la storia di un venditore ambulante che, per aver offeso un vigile, entra in un interminabile “vortice giustizialista, o giudiziario”.

 

di Flavia Perina

La Stampa, 16 marzo 2025 Magari è vero, magari sono tutti determinati ad “andare avanti con la massima celerità” come il centrodestra giura da due giorni, ma è difficile archiviare sotto la voce “gaffe” l’intemerata del sottosegretario Andrea Delmastro contro il doppio Csm. Ed è legittimo chiedersi se Fratelli d’Italia non abbia deciso di attivare anche sulla giustizia, come sul federalismo, come sul premierato, la strategia a lungo termine del “vedremo”, con due evidenti vantaggi: far decantare lo scontro con i magistrati e disinnescare una difficile prova referendaria a ridosso delle prossime elezioni. La destra italiana, peraltro, per la rivoluzione della giustizia non si è mai sbracciata.

 

di Luigi Nicolosi

Corriere del Mezzogiorno, 16 marzo 2025 Richiesti i contenuti dei verbali di rinvio delle udienze redatti a causa della protesta. Per il ministero della Giustizia si è trattato di una mera richiesta di chiarimenti. Di tutt’altro avviso è l’Associazione nazionale magistrati, secondo la quale dietro quell’istanza, inoltrata prima alla presidenza della Corte di appello di Napoli e poi girata a quella del tribunale di Napoli Nord, si celerebbe in realtà un tentativo di ingerenza sull’operato di giudici e pubblici ministeri. Tra toghe e governo è ormai scontro a oltranza e a neppure un mese di distanza dallo sciopero contro la riforma della Giustizia firmata dal guardasigilli Carlo Nordio a tenere banco è un nuovo, controverso episodio.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 16 marzo 2025 Il viceministro interviene sulla protesta dell’Anm, ribadendo “il rispetto dei principi costituzionali di imparzialità e leale collaborazione” con le istituzioni. Non è possibile stabilire se e quanto lo sciopero dei magistrati dello scorso 27 febbraio contro la separazione delle carriere abbia o meno impattato sugli investimenti del Pnrr. Ma il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, intervenuto alla Camera per chiarire il dubbio sollevato in tal senso dal capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia Tommaso Calderone, ne ha approfittato per chiarire ulteriormente il suo punto di vista sull’astensione e per rispondere alla magistratura, più che al collega. Sottolineando come la scelta di scendere in piazza sia stata inopportuna, a suo dire, contraria al principio di separazione dei poteri.

 

di Francesco La Licata

La Stampa, 16 marzo 2025 L’associazione compie 30 anni: “Boss e imprese senza scrupoli ora collaborano. La legalità non resti solo una parola, troppe vittime aspettano ancora giustizia”. Ricorda “quell’ondata di ribellione morale e fermento civile” partita dalla Sicilia ferita e sconvolta dalle stragi del 1992, da cui tutto - si può dire - sia nato. E nel trentesimo anniversario della rete “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nata a Roma il 25 marzo del 2025, don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell’associazione, traccia le sfide per il futuro.

 

di Valeria Pacelli

Il Fatto Quotidiano, 16 marzo 2025 I magistrati potrebbero voler esaminare carteggi e interlocuzioni che ci sono state nell’organizzazione del viaggio a bordo di un volo di Stato per riportare il libico a casa. Non solo il ministero della Giustizia e la direzione centrale immigrazione del Viminale. Nelle scorse settimane il Tribunale dei ministri di Roma, che sta indagando sulla vicenda del rimpatrio del generale libico Osama Njeem Almasri, ha chiesto di acquisire documentazione anche alle Agenzie di sicurezza, ossia agli uffici dei Servizi segreti italiani. L’indagine è quella a carico della premier Giorgia Meloni, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e di quello della Giustizia Carlo Nordio e del sottosegretario con delega ai Servizi, Alfredo Mantovano.

 

lecronachelucane.it, 16 marzo 2025 Si è tolto la vita ieri sera nel carcere di Melfi un giovane detenuto. Si tratta di un cittadino di origine tunisina di 25 anni, arrestato poco tempo fa per scontare una sentenza definitiva. Nonostante i soccorsi immediati, non c’è stato nulla da fare. A darne notizia il segretario generale della Uil-Pa - Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, il quale precisa: “Salgono così a 17 i detenuti che si sono tolti la vita nei primi 73 giorni dell’anno, cui bisogna aggiungere un operatore. La tragica media è di un suicidio ogni 4 giorni.

 

di Nicoletta Tempera

Il Resto del Carlino, 16 marzo 2025 Un altro detenuto morto in carcere. Un magrebino di 35 anni è stato trovato senza vita ieri mattina nel letto della sua cella. Era entrato nel carcere della Dozza di Bologna da appena una settimana. È stato il garante regionale per le persone private della libertà, Roberto Cavalieri a rendere pubblica la notizia. Da quel si sa il detenuto aveva iniziato da poco una terapia con il metadone, quando gli agenti della polizia penitenziaria sono entrati in cella non hanno trovati segni o tracce che porterebbero a pensare a un suicidio. Per questo motivo la Procura, avvisata dalla direzione del carcere dell’accaduto, ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo. Servirà a stabilire con certezza la causa della morte.

 

di Francesco Oliva

corrieresalentino.it, 16 marzo 2025 I familiari: “Vogliamo capire come è potuto accadere”. Giovane detenuto, di appena 30 anni, muore per un infarto. La vittima è Cosimo Giorgino, originario di Casarano. Purtroppo due giorni fa ha accusato un malore nel carcere di borgo “San Nicola”. La disperata corsa in ospedale, il ricovero, il tentativo, rivelatosi infruttuoso dei medici, di salvargli la vita. E ora i familiari voglio avere delle risposte e capire se Cosimo poteva essere salvato e se in carcere sia stato seguito con le doverose attenzioni. Dietro le sbarre seguiva una terapia di farmaci. Ed era anche tanto ingrassato. Giorni prima aveva confidato, nel corso di un colloquio, che gli stessi medici gli avevano parlato di un quadro clinico poco rassicurante e che si sarebbe dovuto sottoporre ad una serie di accertamenti.

immediato.net, 16 marzo 2025 Il carcere di Foggia è ormai al limite del collasso, con 642 detenuti stipati in una struttura progettata per ospitarne 300. Un sovraffollamento del 210%, che rende le condizioni di detenzione disumane e insostenibili, come denunciato dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). Oltre alla carenza di spazi, la struttura è in emergenza anche per la mancanza di letti e materassi, mentre continuano ad arrivare nuovi detenuti senza alcun intervento per alleggerire la pressione su un carcere già saturo. “Se continua così - denuncia Federico Pilagatti, segretario nazionale del Sappe - si dovranno ospitare i detenuti per terra”.

 

di Mariassunta Veneziano

lacnews24.it, 16 marzo 2025 Il dramma del carcere nel diario di un ex detenuto calabrese. Mario ha vissuto l’esperienza del penitenziario. Dove la vita diventa spesso impossibile, tanto che qualcuno decide di rinunciarvi. Oppure vi si aggrappa, come lui, affidando a carta e penna le proprie emozioni. Di quel momento Mario ricorda prima di tutto i rumori. Di passi, il tocco pesante sul pavimento che diventa rimbombo sulle pareti, sul soffitto, per poi andare a piazzarsi al centro del petto, da dove forse non uscirà più se non per tornare a galla durante la notte, in quelle notti lunghe in cui sforzarsi di tenere gli occhi chiusi sembra l’unico modo per non far entrare quello che c’è fuori. Ma i pensieri non hanno bisogno di occhi. Al buio, escono dalle tane come pipistrelli impazziti. E i rumori sono di nuovo tutti lì.

 

di Giuseppe Legato

La Stampa, 16 marzo 2025 Una relazione del Ministero svela le incredibili mancanze della notte tra il 1° e il 2 agosto: inerzia, indecisione, caschi e sfollagente chiusi in cassaforte. Pronte contestazioni disciplinari. La rivolta tra l’1 e il 2 agosto 2024 al carcere Ferrante Aporti di Torino, passata alla storia come una delle notti più travagliate in un penitenziario italiano negli ultimi 10 anni, non ha solo generato interminabili ore di guerriglia e una serie di misure cautelari per una decina di detenuti minorenni. Ha partorito anche quattro procedimenti disciplinari - la cui istruttoria è in corso - per altrettanti agenti e vice-ispettori della polizia penitenziaria in servizio quella notte.

 

di Alessandra Codeluppi

Il Resto del Carlino, 16 marzo 2025 Sono stati riammessi al lavoro i dieci agenti imputati e processati: la sentenza escluse il reato di tortura. Non torneranno ora in servizio alla Pulce, ma saranno destinati in via provvisoria ad altre strutture. Sono stati al momento riammessi al lavoro i dieci agenti della polizia penitenziaria imputati e processati per tortura aggravata nel carcere di Reggio, reato contestato dalla Procura che, al termine del processo di primo grado con rito abbreviato, è stato riformulato dal giudice Silvia Guareschi in abuso di autorità contro detenuti in concorso. I poliziotti non erano più operativi in via obbligatoria dal luglio 2023, in virtù delle norme sull’ordinamento del corpo di polizia penitenziaria, a seguito della misura cautelare interdittiva applicata dal gip Luca Ramponi che poi fu prolungata in via facoltativa.

 

di Gianni Bruno

buonasera24.it, 16 marzo 2025 Un progetto di accoglienza per detenuti in permesso premio; un protocollo d’intesa con una rete di partner e istituzioni, tra cui la Asl di Taranto, per la promozione della genitorialità e per il sostegno psicologico a bambini e adolescenti che devono affrontare il dolore di una madre o un padre tra le sbarre; la possibilità per chi è recluso di partecipare in presenza al Giubileo dei detenuti che si terrà a Roma dal 12 al 14 dicembre. Sono alcuni dei progetti messi in piedi dall’associazione “Noi e Voi” Onlus per l’anno santo indetto dal pontefice e presentati negli scorsi giorni al Mudit, in un incontro, a cui ha partecipato anche il garante regionale per i detenuti Piero Rossi, che è stato anche l’occasione per alcune realtà associative e club di formalizzare donazioni a supporto di chi vive nel carcere Carmelo Magli.

 

orvietonews.it, 16 marzo 2025 Martedì 25 marzo alle ore 11.00, presso il Museo “Emilio Greco” di Orvieto, la Casa di reclusione di Orvieto e la Caritas diocesana di Orvieto-Todi presenteranno il volume “Voci e colori di Speranza. Lo sguardo al futuro dei detenuti della Casa di reclusione di Orvieto per l’Anno Santo 2025”. Il volume raccoglie i lavori realizzati dai detenuti che hanno preso parte al laboratorio di pittura tenuto dall’artista Salvatore Ravo e a quello di scrittura guidato dall’arteterapeuta Anna Crispino. Filo condutture dell’intero volume è la speranza, tema dell’Anno giubilare in corso. I quadri realizzati e le poesie composte hanno fatto sì che ciascun detenuto “scegliesse - come scritto dalla direttrice della Casa di reclusione di Orvieto, Annunziata Passannante, e dal capo area educativa, Paolo Maddonni ...

 

di Gavino Masia

La Nuova Sardegna, 16 marzo 2025 I detenuti di Bancali impegnati nella digitalizzazione del patrimonio archivistico dell’area protetta. Continua la collaborazione tra la Casa circondariale di Bancali e il Parco nazionale dell’Asinara, attraverso l’attività legata agli studi archivistici del carcere dell’isola. Ormai è quasi completato il riordino e la digitalizzazione dei fascicoli personali dei detenuti, mentre si sta portando a compimento anche lo studio dei registri. Il lavoro è nato dall’esigenza di raccontare la storia recente del Parco attraverso il recupero di registri, fascicoli, carte, fotografie, testimonianze orali ed utensili di vita quotidiana.

 

di Ermanno Paccagnini

Corriere della Sera, 16 marzo 2025 Culicchia chiude il suo viaggio negli “anni di piombo”: dopo la vicenda del cugino brigatista, affronta quella del ragazzo di destra massacrato da un commando di Avanguardia operaia. Una lettura letteraria e una lettura storica. Con “Uccidere un fascista” Giuseppe Culicchia viene a chiudere il cerchio della sua rivisitazione degli anni Settanta, “anni di piombo”, dopo Il tempo di vivere con te (2021) e La bambina che non doveva piangere (2023), tutti Mondadori. Una rivisitazione attraverso tre figure: il cugino Walter Alasia nel primo e la madre di lui, Ada Tibaldi, nel secondo. E ora, a specchio con il primo, storia di due ragazzi “di ieri” uccisi “nel pieno della giovinezza”, il terzo pannello del trittico: “Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio”.

 

di Andrea Malaguti

La Stampa, 16 marzo 2025 “Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare esso stesso un mostro. Quando guardi a lungo un abisso anche l’abisso ti guarda dentro”. Friederich Nietzsche. Stiamo guardando l’abisso. E l’abisso guarda dentro di noi. Sabato mattina, poche ore prima della manifestazione organizzata da Michele Serra in piazza del Popolo, a Roma, per chiedere più Europa e più pace, obiettivi larghi sui quali è difficile essere in disaccordo. Mi chiama Gabriele Segre. È a Gerusalemme, dove vive ormai da qualche mese. Gli chiedo come vanno le cose e lui, con la lucidità di sempre, mi racconta cosa succede a un mondo perennemente schiacciato dalla paura del conflitto, soffocato da una tregua destinata a non durare a lungo. Riflettiamo rapidamente sul fatto che ormai la parola guerra è entrata nei nostri discorsi quotidiani.

 

di Tommaso Di Francesco

Il Manifesto, 16 marzo 2025 Grande manifestazione ieri a Roma in Piazza del popolo, ma di quale popolo? Qual è il suo valore politico se inequivocabilmente si poteva partecipare sia con le bandiere della Nato, come sollecitava qualcuno, sia con quelle della pace (ma non con la bandiera del popolo palestinese)? Possibile che non venga il sospetto che una così indistinta convocazione sull’argomento Ucraina possa essere piegata nella direzione cogente e attuale della leadership dell’Unione europea? Lì dove garrisce al vento la bandiera blu con stelle del ReArm Ue? La sintonia temporale con la decisione di von der Leyen e dei 27 Paesi Ue di avviare un mega-programma di riarmo di 800 miliardi di euro per ognuno degli Stati membri - altro che “difesa comune” - è allarmante. Stracciati Patto di stabilità e fondi di coesione, si può fare per la preparazione alla guerra quello che per sanità e welfare era tassativamente proibito. Addio alla frugalità, riempiamo gli arsenali.

di Alessandra Ghisleri

La Stampa, 16 marzo 2025 Il 50% degli intervistati resta contrario al finanziamento e all’invio di armi all’Ucraina. Il 46% vede favorevolmente il riarmo dell’Europa, ma le ambiguità della maggioranza disorientano. L’Europa - con l’Italia - ha sostenuto l’Ucraina in questi 3 anni nel conflitto con la Russia principalmente attraverso aiuti economici, sanzioni contro Mosca e forniture militari. Questo posizionamento ha rafforzato il legame con Kiev, ma ha anche reso l’Ue meno percepita come un mediatore neutrale agli occhi della Russia e di fronte ai Paesi del mondo. Tuttavia, questo non significa che L’Europa non possa avere un ruolo nel dialogo per la pace, proprio per gli stessi interessi di tutte le parti in gioco nella stabilizzazione del conflitto, visto la vicinanza geografica e le conseguenze economiche.

 

di Enzo Risso

Il Domani, 16 marzo 2025 Il 45 per cento dei giovani europei, secondo l’Eurobarometro, mette al primo posto la protezione della pace, dei diritti umani e della democrazia e solo il 5 per cento degli italiani crede che avere più armi e forza possa condurre alla pace. Alle armi. Alle armi. Il parlamento europeo ha votato il RearmEu, ma tra i cittadini europei, specie tra i giovani, le opinioni sembrano poco allineate a quelle di Ursula von der Leyen. A certificarlo è proprio l’Eurobarometro (i sondaggi transnazionali e longitudinali voluti dalla Commissione europea), nella sua recentissima pubblicazione (youth survey). Al primo posto i giovani europei mettono la protezione della pace, dei diritti umani e della democrazia (45 per cento), seguito dalla libertà di parola e pensiero (41 per cento).

 

di Letizia Pezzali

Il Domani, 16 marzo 2025 La pace è spesso intesa come un’assenza di guerra, come un oggetto residuale: ciò che esiste quando non esiste il conflitto. Una condizione passiva che permane finché nulla la disturba. Una concessione del destino, un privilegio e di conseguenza un generatore di pigrizia. Quando si riapre la possibilità di parlare di guerra, alcuni mostrano dunque un’eccitazione, mossi dal desiderio di novità e di scosse di realismo: la guerra è risveglio, metafora energica, presa di posizione. Naturalmente se si parla di guerra è perché, purtroppo, ci sono le condizioni per parlarne. Subito la pace a cui si è stati abituati in un certo angolo di mondo va incontro a un processo di svalutazione: appare come un accidente, e non come un esercizio che ha richiesto sforzo, studio e persino dramma.

 

di Agostino Giovagnoli

Avvenire, 16 marzo 2025 Le politiche sull’immigrazione hanno assunto una comunicazione che incute paura. Un convegno alla Cattolica ha fatto il punto su un tema attuale dal punto di vista storico sociologico e giuridico. “Deportazioni, espulsioni, migrazioni forzate” è il titolo del convegno organizzato all’Università Cattolica del Sacro Cuore dal professor Giorgio Del Zanna e dal Centro di ricerca sulla World History. Sono fenomeni diversi e le differenze tra le lingue possono creare confusione. Recentemente, una foto di uomini in catene che stanno salendo su un aereo negli Stati Uniti ha fatto il giro del mondo sotto la scritta “Deportation”. È stato un messaggio terribilmente eloquente: le politiche contro l’immigrazione sono oggi fatte anche di comunicazioni minacciose, per incutere paura, spegnere la speranza e piegare ogni resilienza.

 

DOCUMENTI

Garante nazionale. Studio aggiornato al 14 marzo 2025 degli eventi suicidari e decessi negli istituti penitenziari

Il Riformista-PQM: "L'omicidio non è uguale per tutti. L'introduzione del reato di femminicidio, punito più gravemente di qualunque altro omicidio, manda in soffitta il principio di eguaglianza"

"Voci di dentro". Periodico di cultura, attualità, cronaca scritto con i detenuti delle Case Circondariali di Chieti e Pescara. Numero marzo 2025

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Mamone, lo sperduto carcere della Sardegna dove tutti i detenuti lavorano e dove non ci sono neanche le mura di cinta"