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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di martedì 11 marzo 2025

di Davide Varì

Il Dubbio, 11 marzo 2025 Oggi pomeriggio, alle ore 17.30, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, incontrerà la Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà in via Arenula. “Ringrazio il ministro Nordio che riceverà me e una delegazione di Garanti - dichiara Samuele Ciambriello, portavoce nazionale della Conferenza dei Garanti - consegneremo a lui il nostro documento- appello con le richieste che riteniamo debbano essere urgentemente messe in atto. Lo sguardo sul mondo penitenziario di noi Garanti è una fotografia in bianco e nero. Chiediamo che vengano introdotte buone prassi, miglioramenti che il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria può attuare sin da subito”.

 

di Giacomo Gambassi

Avvenire, 11 marzo 2025 Il cardinale presidente apre i lavori del Consiglio permanente della Cei: “Rinnoviamo la richiesta di iniziative che restituiscano speranza” ai detenuti. Come nuove “forme di amnistia o di condono della pena”, ma anche come “percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un reale impegno nell’osservanza delle leggi”. Il cardinale Matteo Zuppi si rivolge a chi ha ruoli di responsabilità. E, parlando dei gesti del Giubileo perché “questa opportunità non si riduca a una successione di celebrazioni esteriori”, riprende l’invito di papa Francesco nella bolla di indizione dell’Anno Santo a compiere azioni politiche e sociali a favore di chi vive dietro le sbarre, soprattutto in penitenziari come quelli italiani segnati dal sovraffollamento e diventati teatri di suicidi.

 

di Alex Frongia

bandieragialla.it, 11 marzo 2025 Dopo gli 89 suicidi dell’anno passato, il Governo risponde con l’aumento delle unità di Polizia penitenziaria: sicuramente si avrà una maggiore presenza del personale nelle sezioni detentive, ma senza provare a incidere efficacemente su tutte le problematiche strutturali che portano a un numero di suicidi sempre più alto ogni anno nelle galere italiane. Se ci fossero 89 suicidi all’anno in una cittadina di 60.000 persone, la risposta del governo sarebbe aumentare il numero delle forze dell’ordine oppure cercare di capire le motivazioni che portano le persone a compiere questo gesto estremo?

 

di Stefano Anastasìa

garantedetenutilazio.it, 11 marzo 2025 A un alto reddito pro-capite sul territorio corrisponde un alto tasso di popolazione detenuta non italiana. L’analisi dei dati sulla distribuzione regionale dei detenuti stranieri sul totale della popolazione reclusa conferma e consolida la corrispondenza pressoché univoca e lineare tra il livello di reddito pro capite dei territori considerati e il tasso di detenzione degli stranieri. È quanto emerge incrociando gli ultimi dati sui redditi Istat (2023) e i dati del ministero della Giustizia. Tale conferma risulta immediatamente evidente dal confronto delle due mappe tematiche realizzate in base alla distribuzione del reddito pro capite e alla percentuale di detenuti stranieri per regione che mostrano come in tutti i territori con un redito pro capite superiore alla media nazionale (di circa 30 mila euro l’anno nel 2023) vi sia anche un tasso di detenuti stranieri superiore alla media nazionale del 31,6%.

 

di Valentina Marsella

ilgiornalepopolare.it, 11 marzo 2025 La presidente di “Nessuno tocchi Caino” parla delle madri recluse e della chiusura dell’Icam di Lauro, l’unico istituto del Mezzogiorno. “In questo momento abbiamo 14 donne detenute con 14 bambini e io dico sempre che bisognerebbe contare, nel numero totale delle persone in carcere anche questi 14 piccoli che non hanno alcuna colpa”: lo ha detto la presidente dell’associazione “Nessuno tocchi Caino” Rita Bernardini, parlando con i giornalisti a margine di un incontro a Perugia. Sono considerate la “minoranza invisibile del sistema penitenziario, con il rischio di diritti negati e percorsi di reinserimento inadeguati” le 2.729 detenute nelle carceri italiani, 14 delle quali madri con altrettanti figli al seguito. Recluse in istituti dove la detenzione “è concepita al maschile, in strutture maschili con sezione poi a parte per le donne”.

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 11 marzo 2025 Dismettere la parola “edilizia” per parlare di “architettura penitenziaria” in una chiave costituzionalmente orientata. È la prima proposta emersa al termine dell’evento “Carcere al femminile” che si è tenuto sabato scorso a Perugia in occasione dell’8 marzo. L’iniziativa, promossa dal Consiglio nazionale forense (Cnf) e dalla sua Fondazione dell’Avvocatura italiana (Fai) con il quotidiano Il Dubbio, ha posto l’attenzione sui diritti delle donne detenute e sulla necessità di recuperare una prospettiva di genere anche nella dimensione penitenziaria, a partire da una architettura volta al recupero e al reinserimento sociale delle persone ristrette.

 

di Gerardo Villanacci

Corriere della Sera, 11 marzo 2025 Un punto di incontro è difficile ma necessario e possibile solo a condizione che si rispettino i ruoli istituzionali delle parti, evitando strumentalizzazioni volte unicamente ad ingenerare confusione. Non è certamente una buona notizia il naufragato recente incontro tra i rappresentanti della magistratura e il governo posto che le parti sono rimaste ferme sulle loro posizioni. L’auspicio, ma diciamo pure la speranza, è che quanto prima possano esservi altri confronti che abbiano la primaria finalità di rafforzare o quantomeno preservare i traguardi raggiunti dal nostro Paese in lunghi anni di impegno e battaglie sociali e giuridiche che hanno consentito di superare il retaggio culturale di una amministrazione autoritaria basata sul comando e sull’assoluta mancanza di partecipazione dei consociati ...

 

di Davide Varì

Il Dubbio, 11 marzo 2025 L’attacco contro la Cassazione dopo la pronuncia sulla nave Diciotti è l’ennesimo segnale di un esecutivo che, preso dal furore iconoclasta, si scaglia contro il totem della giurisdizione. Il Governo è sull’orlo di una crisi di nervi: l’attacco contro la Cassazione dopo la pronuncia sulla nave Diciotti è l’ennesimo segnale di un esecutivo che, preso dal furore iconoclasta, si scaglia contro il totem della giurisdizione. Un nervosismo che rischia di travolgere persino la riforma della giustizia, quella chimera che (quasi) ogni governo accarezza e poi sacrifica sull’altare della propria incompetenza.

 

di Errico Novi

Il Dubbio, 11 marzo 2025 Oggi vertice di maggioranza a via Arenula: il ministro vuol mettere al sicuro il referendum sulla legge-chiave. Sarà una riunione difficile. Non tutti saranno d’accordo con la linea di Carlo Nordio. Ma la tensione coi magistrati non è mai stata così alta, ed è proprio per spegnere l’incendio che il guardasigilli ha convocato il vertice “informale” di oggi. Vi parteciperanno i presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia, insieme con i capigruppo di tutti i partiti del centrodestra. E sarà l’occasione per chiarire che la separazione delle carriere è così importante da imporre anche qualche rinuncia, temporanea almeno, ad altri dossier.

 

di Michele Passione

Il Dubbio, 11 marzo 2025L’impietosa analisi dell’avvocato Michele Passione sul testo presentato dal Governo venerdì scorso, portatore di una cultura vendicativa del diritto penale. “Sono contro l’ergastolo, innanzitutto perché non riesco a immaginarlo”. Mi è tornata in mente questa frase di Pietro Ingrao (di cui quest’anno ricorre il decennale dalla morte), un politico (e tante altre cose) capace di riflettere sui temi grandi con un pensiero che scavava la superficie delle cose e andava in profondità. Forse per questo, non certo perché non cogliesse l’abominio della pena perpetua, e nemmeno perché ne ignorasse i numeri che la connotano (circa 1.900 sono gli ergastolani, cresciuti quasi del 50% dal 2006 al 2024, e soprattutto quintuplicati dal 1992, sebbene il numero annuo di omicidi sia rimasto costante), si diceva incapace di immaginare ...

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 11 marzo 2025 “La proposta di introdurre il reato di femminicidio, certamente comprensibile nell’intento di contrastare un fenomeno odioso, suscita perplessità, non solo per come viene formulata la nuova fattispecie penale, ma perché sembra collocarsi nell’ambito del crescente utilizzo del diritto penale in chiave simbolica e quasi consumistica che va avanti da troppi anni. Da molti anni siamo di fronte a vere e proprie operazioni di marketing, spesso tese a ottenere ricadute in termini di consenso elettorale. Ci sono tutti gli elementi per definire anche il femminicidio un reato spot, non a caso è stato proposto in coincidenza con una data particolare”.

 

di Carlo Canepa

pagellapolitica.it, 11 marzo 2025 Prima di diventare ministro della Giustizia, era contrario a “leggine ad hoc” che allungassero il codice penale. Ora sembra aver cambiato idea. “Un risultato epocale, una grande svolta”. Così il 7 marzo, durante una conferenza stampa, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha definito il disegno di legge approvato dal governo che vuole introdurre il reato di “femminicidio” nel codice penale. Secondo Nordio, questa proposta “costituisce una manifestazione potente di un’attenzione a questa problematica, che è emersa in questi ultimi anni in maniera così dolorosa, e che deve, doveva, avrebbe dovuto e ha avuto una sanzione, un riconoscimento penale di prima levatura”.

 

d Paolo Comi

L’Unità, 11 marzo 2025 Le pratiche a “tutela” si aprono solo contro i giornalisti che scrivono articoli non graditi e non invece se un magistrato viene minacciato di morte dai mafiosi o dagli ‘ndranghetisti. Pare essere questa la linea di condotta del Consiglio superiore della magistratura che ha deciso di archiviare la richiesta di aprire una pratica a tutela nei confronti di Marcello Viola, procuratore di Milano, e Alessandra Cerretti, pm della locale Direzione distrettuale antimafia. I due magistrati nelle scorse settimane sono stati minacciati da esponenti dei clan coinvolti nella maxi inchiesta “Hydra” sull’alleanza delle tre mafie. I carabinieri hanno anche rinvenuto un arsenale che, secondo i primi accertamenti, doveva essere utilizzato proprio per far saltare in aria Viola e Cerretti.

 

ansa.it, 11 marzo 2025 Lucchini e Tironi: percorsi professionalizzanti e competenze per ritorno a legalità. Promuovere l’inclusione socio lavorativa dei detenuti e delle persone sottoposte a misure di esecuzione penale esterna investendo su progetti professionalizzanti che consentano loro, una volta scontata la pena, di inserirsi nel mondo del lavoro e di prevenire la recidiva. Questo l’intento delle proposte progettuali approvate dalla Giunta regionale lombarda su proposta dell’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, di concerto con l’assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro, Simona Tironi.

 

di Maria Francesca Rivano

La Stampa, 11 marzo 2025 Nella sezione femminile solo pochi corsi, sono il mondo del volontariato e il Soroptimist i sostenitori più attivi. Sono una realtà per molti versi invisibile. Scontano la pena per i reati commessi, cercando di ricostruirsi una vita. E sebbene tra il carcere e la città di Vercelli si stiano costruendo spazi di incontro sempre più significativi, il mondo femminile è quello che arranca maggiormente. Minoranza nella minoranza, le donne detenute in città sono un piccolo gruppo eterogeneo per provenienza, età e retroterra culturale. Anche per questo, risulta più complesso offrire loro opportunità di formazione e recupero.

 

di Nicoletta Tempera

Il Resto del Carlino, 11 marzo 2025 Sono stati trasferiti i detenuti dell’Alta sicurezza, ma non i definitivi. E resta l’incertezza sui tempi. Dal Pratello resta aperta l’ipotesi di spostare una quindicina di ragazzi, “senza contatti col territorio”. Passano i giorni. Ma alla Dozza i passaggi necessari all’approdo di una cinquantina di giovani adulti, provenienti dai minorili, in una sezione dedicata - sulla carta solo temporaneamente - a ospitarli sono in alto mare. Tra le date ipotetiche per il trasferimento dei ragazzini, è infatti trapelata la possibilità del 17 marzo. Ossia, lunedì prossimo.

 

di Niccolò Gramigni

La Nazione, 11 marzo 2025 Garante fiorentino dei detenuti, forse siamo alla svolta. Nella riunione flash dei capigruppo di ieri, convocata con urgenza dal presidente del Consiglio comunale Cosimo Guccione, è stato deciso che la modifica del regolamento dell’assemblea cittadina, propedeutica alla riapertura del bando per l’individuazione del garante, sarà discussa giovedì prossimo nella commissione Affari istituzionali. Poi andrà rapidamente al voto in Consiglio, già il lunedì 17. Una volta che il regolamento sarà approvato potrà riaprire il bando e la lacuna del garante sarà colmata.

 

garantedetenutilazio.it, 11 marzo 2025 La presidente della Corte d’Appello di Roma, Roberta Palmisano, ha illustrato il programma. Ieri, lunedì 10 marzo 2025, ha preso avvio un ciclo di incontri organizzati dall’Osservatorio per la Giustizia di Comunità della Corte d’Appello di Roma, focalizzato sull’esecuzione della pena e la tutela dei diritti. Nel corso della presentazione del programma, la presidente della Corte d’Appello di Roma, Roberta Palmisano, ha messo in luce la grave situazione del sovraffollamento carcerario in Italia, con 62.165 detenuti a fronte di soli 51.323 posti disponibili. Nel Lazio, il tasso di sovraffollamento raggiunge un preoccupante 146,7%, con un impatto diretto sulle condizioni di vita all’interno delle carceri, sulla dignità dei detenuti e sulla loro possibilità di reintegrazione sociale.

 

di Francesco Iori

Il Mattino di Padova, 11 marzo 2025 Il libro di Vera Zamagni fa un focus su una realtà quarantennale che dà lavoro a quasi 600 persone con 12 milioni fatturato guidata da Boscoletto. All’inizio, una quarantina di anni fa, erano i classici quattro amici al bar. Oggi, la loro è diventata una realtà di punta nel campo della cooperazione sociale, che dà lavoro a poco meno di 600 persone, con un fatturato di oltre 12 milioni di euro, che opera in quattro macro-settori: parchi e giardini, ambiente, contact center, servizi vari a partire dalla gestione museale; e rappresenta una realtà di riferimento a livello nazionale per il supporto lavorativo ai carcerati.

 

di Adele Oriana Orlando

iltquotidiano.it, 11 marzo 2025 Atotus, Tabita e l’Ortazzo hanno lanciato “Cuciamo nuove opportunità”. I corsi, della durata di 50 ore, insegnano tecniche utili per le riparazioni degli indumenti, ma anche di come dare vita a un nuovo abito partendo da qualcosa che già posseggono. Stoffe, fili e nuovi progetti sono entrati nella casa circondariale di Trento a inizio mese, nella giornata di lunedì 3 marzo e ci rimarranno per un paio d’anni, il tempo che è stato dato al progetto “Cuciamo nuove opportunità” organizzato da Atotus, Tabita e L’Ortazzo, con la partecipazione della fondazione Cassa Rurale di Trento che ha finanziato questa nuova opportunità a favore di alcune delle persone detenute.

di Roberta Barbi

vaticannews.va.it, 11 marzo 2025 Il 26 febbraio scorso al Quirinale si è svolta la cerimonia di premiazione per 28 cittadini che si sono distinti per meriti, tanto da ricevere le onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica. Tra loro uno storico esponente dell’economia carceraria italiana: Carmine Falanga, fondatore e presidente della cooperativa che lavora con gli istituti di pena di Alessandria. È tutt’altro che un cervello in fuga - anche se nel nome della cooperativa, Idee in fuga, il sostantivo associato al carcere richiama un altro gioco di parole - Carmine Falanga, da pochi giorni insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, che ha ricevuto dal presidente Sergio Mattarella grazie al suo lavoro con i detenuti degli istituti di pena di Alessandria ...

 

di Lara De Luna

La Repubblica, 11 marzo 2025 Quattro tirocinanti in permesso premio dall’istituto di pena avranno la possibilità di seguire, anche grazie a questa esperienza, un percorso formativo per il diploma dell’Alberghiero. Non è solo Mare Fuori. Nei giorni della messa in onda della nuova stagione della fortunata serie targata Rai 1, importanti notizie arrivano dal mondo reale che gravita attorno ai penitenziari minorili. Notizie belle e buone, almeno così è nel caso che vede insieme il carcere minorile di Nisida (isolotto vulcanico in area flegrea) e la Presidenza della Repubblica. Alcuni degli ospiti dell’Istituto partenopeo, infatti, studieranno e lavoreranno all’interno delle cucine del Quirinale fino al 13 marzo. I ragazzi che vivranno questa importante opportunità formativa sono 4 e tutti hanno scelto di affrontare il percorso di studi che prevede ...

 

di Giulia Rocchi

romasette.it, 11 marzo 2025 Lucia Di Mauro, che perse il marito ucciso nel 2009 dalla camorra, racconta la sua storia legata a un percorso di giustizia riparativa, dando il via alla Settimana diocesana per la pastorale dei detenuti. Lucia Di Mauro rimane vedova nel 2009. Suo marito Gaetano Montanino, guardia giurata, viene ucciso a Napoli dalla camorra. Tra i suoi assassini c’è Antonio, all’epoca diciassettenne. La sua riabilitazione passa soprattutto attraverso di lei, Lucia, assistente sociale abituata a occuparsi di ragazzi in contesti difficili. Insieme iniziano un percorso di giustizia riparativa, grazie anche a Libera di don Luigi Ciotti. Antonio oggi lavora ed è sposato, mentre Lucia racconta la sua storia - sulla quale sono stati realizzati, tra l’altro, anche un libro e un podcast - in incontri in giro per l’Italia.

 

portalegiovani.comune.fi.it, 11 marzo 2025 Rieducazione, umanizzazione e riparazione: per Ernesto Balducci il carcere non doveva essere luogo di punizione fine a se stessa, ma un’opportunità per la riabilitazione del detenuto e il suo reinserimento nella società. Criticava le condizioni disumane di molte carceri, sostenendo la necessità di garantire ai detenuti il rispetto dei diritti umani fondamentali; promuoveva una giustizia che non si limitasse a punire, ma che si concentrasse sulla riparazione del danno causato dal reato, coinvolgendo sia la vittima che il reo.

 

di Lorenzo D’Avack

Il Dubbio, 11 marzo 2025 Dopo anni di silenzio, il Parlamento sembra disponibile a presentare una bozza che possa dare veste giuridica a quanto disposto dalla sentenza della Corte costituzionale sull’aiuto al suicidio medicalizzato. Non è da escludere che la recente normativa toscana o il prossimo regolamento che Luca Zaia prepara in Veneto possano ormai aver fatto capire al Parlamento che ulteriori ritardi non sarebbero stati possibili. Così nasce una bozza preliminare in merito, a firma del senatore Ignazio Zullo di Fratelli d’Italia.

 

di Chiara Lalli

Il Dubbio, 11 marzo 2025 Ho dovuto rileggere due o tre volte le agenzie sulla legge sul suicidio assistito che sta scrivendo il comitato ristretto al Senato. Ci sarebbe molto da dire anche su questa ristrettezza del comitato, sui tempi e sull’incapacità del legislatore di copiare due sentenze della Corte costituzionale, la 242 del 2019 e la 135 del 2024. Ma forse il comitato si è superato - o meglio ha confermato le aspettative più basse. La prima meraviglia si trova già nei titoli. “Fine vita: relatore, ok paletti Consulta e obbligo cure palliative. È lo schema di ddl proposto dal Comitato ristretto al Senato” e “Fine vita: relatore, paletti Consulta e obbligo cure palliative (2). Ecco il testo dello schema di legge, in due articoli” (Ansa, 5 marzo 2025).

 

di Alessia Candito

La Repubblica, 11 marzo 2025 Sottoposto a accertamenti medici solo quando il cancro al pancreas che lo divora è diventato incurabile. L’europarlamentare di Avs e sindaco della cittadina calabra: “Gli restituiamo dignità. E poi faremo un esposto”. Un posto per morire. Nella pace che può concedere un tumore al quarto stadio che dal pancreas si è diffuso divorando viscere e midollo. Nel calore di un posto in cui straniero non è nessuno. Habashy Rashed Hassan Arafa alla fine ha chiesto solo questo, perché non gli rimane altro, neanche i giorni necessari per tornare un uomo libero. Condannato a cinque anni come “capitano” di una delle tante carrette che attraversano il Mediterraneo, solo quando il cancro che lo stava divorando è arrivato al quarto stadio ha avuto la grazia di un’ecografia che lo accertasse.

 

di Fulvio Vassallo Paleologo

Il Manifesto, 11 marzo 2025 Ad ogni tappa del fallimento di sistema del governo Meloni in materia di immigrazione e asilo ritorna il richiamo ad appoggi che arriverebbero da Bruxelles sulla esternalizzazione delle procedure in frontiera per i richiedenti asilo e sulla gestione comune dei rimpatri con accompagnamento forzato. Una propaganda ormai dilagante - malgrado solenni smentite che arrivano dai giudici italiani e dalle Corti internazionali - spaccia il numero estremamente ridotto di espulsioni e respingimenti effettivamente eseguiti come se si trattasse di una conseguenza del sostanziale blocco delle procedure accelerate in frontiera e dei centri di accoglienza/detenzione costruiti in Albania, una responsabilità che si attribuisce alla magistratura “ideologica”.

 

di Graziella Romeo*

Avvenire, 11 marzo 2025 La designazione dei “Paesi sicuri” è un nodo centrale nel dibattito italiano ed europeo sull’immigrazione, soprattutto ora che la Corte di giustizia dell’Unione Europea è chiamata a rispondere ai quesiti posti dai Tribunali di Roma, Bologna, Firenze e Palermo su un punto fondamentale: l’Italia può dichiarare un Paese sicuro escludendo alcune categorie di persone per le quali la presunzione di sicurezza non si applica? Oppure, se esistono eccezioni rilevanti e di difficile accertamento, il Paese nel suo complesso non dovrebbe essere considerato sicuro? La questione è complicata dalle strategie adottate dal governo italiano, come il protocollo con l’Albania, che prevede il trasferimento di migranti in centri fuori dai confini nazionali per la gestione delle richieste di protezione.

 

di Roberto Maggioni

Il Manifesto, 11 marzo 2025 Il gup Mattia Fiorentini ha rinviato a giudizio gli amministratori della Martinina srl, la società che gestiva il Centro di permanenza per il rimpatrio dei migranti di Via Corelli a Milano. Le accuse sono di frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta, l’inchiesta è dei pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri insieme alla Guardia di finanza. Gli investigatori hanno documentato le condizioni di vita disumane all’interno del centro: trattamenti disumani, cibo scadente, abuso di farmaci, impossibilità di comunicare con gli avvocati, assistenza sanitaria negata.

 

di Alessandra Ghisleri

La Stampa, 11 marzo 2025 Le ambiguità dei partiti politici contribuiscono ad alimentare il senso di insicurezza. L’instabilità internazionale fa paura all’85% dei più giovani. Oggi l’intensità e la frequenza delle crisi internazionali fanno percepire agli italiani una minaccia più vicina e concreta di un conflitto su larga scala in grado di evolvere e ampliarsi fino a coinvolgere l’Europa intera compreso il nostro Paese. Il 42,2% degli italiani, infatti, sente vivo il pericolo di giungere a una possibile terza guerra mondiale. Questo è quanto emerge da un sondaggio di Euromedia Research presentato giovedì scorso nella trasmissione Porta a Porta di RaiUno, dove il 47,5% della gente ritiene che siano minacciati i confini dell’intera Europa.

 

di Luigi Ferrajoli

Il Manifesto, 11 marzo 2025 Verso il 15 marzo. L’Ue da molti anni rinnega se stessa, violando valori costitutivi: il no alla guerra con l’insensato bellicismo e l’uguaglianza, con politiche disumane e razziste contro i migranti. Si possono condividere gli argomenti critici proposti da questo giornale a riguardo della manifestazione per l’Europa promossa dall’appello di Michele Serra, eppure decidere di partecipare ugualmente. Perché farlo? Per impedire all’Europa delle armi, voluta dalle von der Leyen e dai Macron, di proporsi come la sola Europa esistente. Per manifestare l’esistenza di un’altra idea dell’Europa: quella, sicuramente maggioritaria, che vede nell’Europa il luogo delle democrazie costituzionali, delle separazioni dei poteri, dell’”unità nelle diversità” secondo la massima adottata nel 2000 dall’Unione, cioè dell’uguaglianza e, soprattutto ...

 

di Francesca Paci

La Stampa, 11 marzo 2025 L’Unione non riesce a immaginare una difesa comune neanche contro l’offensiva di Putin e Trump, ma si compatta contro le “insidie” degli irregolari. Stamattina dunque, mentre la diserzione americana dall’occidente trascina il mondo nelle polveri di una guerra per ora fortunatamente solo commerciale, la presidente Ursula von der Leyen presenta a Strasburgo l’”ambiziosa” proposta di un “sistema veramente europeo per facilitare i rimpatri di cittadini di Paesi Terzi senza diritto di soggiorno”. Quell’Unione cioè, che non riesce a immaginare una difesa comune neanche contro l’offensiva a tenaglia di Vladimir Putin e Donald Trump, si compatta, miracolo, per blindare i propri confini insidiati dai migranti.

 

di Marina Della Croce

Il Manifesto, 11 marzo 2025 Nuove norme contro gli irregolari. È scontro sugli hub nei paesi terzi. Previsto un “ordine di rimpatrio europeo” e divieto di ingresso per 10 anni. Era uno dei “pezzi mancanti” del Patto immigrazione e asilo, come lo aveva definito il commissario all’Immigrazione Magnus Brunner, un vuoto che - in linea con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen - l’austriaco aveva promesso di voler colmare quanto prima. Cosa che avverrà oggi a Strasburgo, quando la Commissione presenterà il nuovo regolamento rimpatri dei migranti irregolari e di quanti si sono visti respingere la domanda di asilo (fatta eccezione per minori e famiglie con bambini piccoli), nuove norme utili a mettere ordine tra le varie legislazioni nazionali in materia stabilendo criteri validi per tutti e 27 gli Stati membri. 

 

di Andrea Nicastro

Corriere della Sera, 11 marzo 2025 A Damasco le vittime diventano carnefici: gli alawiti costretti a lasciare le loro proprietà mentre i curdi, di fronte alla violenza, firmano un accordo con Al Jolani. Tre mesi, dall’8 dicembre al 10 marzo, tanto è durata la festa post dittatura in Siria. L’idea gioiosa che le cose cambiano, che il governo può essere di tutti e un siriano ha dei diritti davanti al Potere. I tre mesi sono passati e la festa è finita nel sangue della minoranza alawita. Quelli che erano cittadini di serie A solo per appartenere alla setta del dittatore, adesso sono carne da macello. Non importa se hanno commesso dei reati, se sono stati complici della dittatura, se sono vecchi o bambini. Nei tre mesi dalla fine della dittatura di Bashar Assad c’è stato uno scambio: chi era sotto è andato sopra, le vittime sono diventate carnefici.

 

di Marco Perduca

L’Unità, 11 marzo 2025 Mandato internazionale contro l’ex Presidente filippino per le migliaia di esecuzioni di nove anni fa. La Corte penale internazionale ha chiesto l’arresto per l’ex presidente filippino Rodrigo Duterte accusandolo di crimini contro l’umanità. Eletto nel 2016, su una piattaforma “law and order”, in poche settimane aveva lanciato una lotta senza quartiere contro spacciatori e consumatori di droghe ritenendoli causa di tutti i mali che affliggevano le Filippine nel silenzio di Trump e le lamentele europee. Le cifre ufficiali hanno poi ammesso circa 7.000 vittime, le ong locali e internazionali hanno sempre sostenuto che i morti fossero tre volte di più.

 

DOCUMENTI

Garante nazionale. Studio aggiornato al 10 marzo 2025 degli eventi suicidari e decessi negli istituti penitenziari

Articolo. "Inciampi argomentativi nella giurisprudenza convenzionale. Un passo indietro sulla pericolosità generica?", di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo

Articolo. "Presunzione di innocenza e funzione rieducativa della pena: la Corte costituzionale dichiara illegittima la preclusione biennale alla concessione di permessi premio ex art. 30 ter co. 5 o.p."